Chi voleva morto Mazen Fuqaha?

Il comandante di Hamas tornato al terrorismo dopo essere stato scarcerato da Israele aveva parecchi nemici, alcuni anche molto vicini

2011: Mazen Fuqaha il giorno della sua scarcerazione da Israele nell’ambito del ricatto di Hamas per la liberazione dell’ostaggio Gilad Shalit

L’uccisione venerdì sera del capo terrorista di Hamas Mazen Fuqaha vicino alla sua casa, nella parte sud ovest della città di Gaza, è stata opera di professionisti. I killer hanno agito con calma sparando quattro proiettili a bruciapelo con armi dotate di silenziatore, per poi dileguarsi senza lasciare alcuna traccia, almeno a quanto risulta finora.

Hamas ha immediatamente accusato Israele e i suoi servizi di sicurezza, ricordando fra l’altro l’uccisione lo scorso dicembre in Tunisia di un ingegnere che aveva contribuito a sviluppare per Hamas dei droni e un mini-sommergibile. E certamente Israele avrebbe avuto ottimi motivi per voler eliminare Fuqaha. Ma la lista dei possibili autori dell’uccisione è piuttosto lunga e comprende perlomeno gli islamisti salafiti, l’Autorità Palestinese e la stessa Hamas.

Originario di Tubas, in Cisgiordania, nel 2003 Mazan Fuqaha era stato condannato in Israele a nove ergastoli per il suo ruolo nella pianificazione ed esecuzione di una strage su un autobus nei pressi di Safed (Israele nord) durante gli anni della “seconda intifada”. Scarcerato nel 2011 nel quadro del ricatto per la liberazione dell’ostaggio Gilad Shalit, venne espulso nella striscia di Gaza dove era tornato all’attività terroristica violando l’impegno assunto al momento del rilascio.

Israele considerava da tempo Fuqaha uno dei pilastri del ramo di Hamas in Cisgiordania, impegnato giorno e notte a tramare da Gaza attentati contro obiettivi civili e militari sia in Israele che in Cisgiordania. I servizi di sicurezza israeliani e dell’Autorità Palestinese lavorano sodo per prevenire e bloccare questi attentati, arrestando ogni volta che è possibile le cellule terroristiche di Hamas in Cisgiordania.

Mazan Fuqaha era tornato all’attività terroristica, violando l’impegno assunto al momento del rilascio

La convinzione generale nella striscia di Gaza è che Israele abbia fatto ricorso all’uccisione di Fuqaha non solo per eliminare un pericoloso capo terrorista, ma anche per inviare un doppio avvertimento. Innanzitutto agli altri terroristi ex detenuti in Israele, scarcerati ed espulsi a Gaza e che sono tornati a praticare il terrorismo. Il secondo luogo, alla nuova dirigenza di Hamas e in particolare al nuovo capo di Hamas a Gaza, Yahiya Sinwar. Il messaggio è che nessuno, anche a Gaza, può sentirsi al sicuro se pratica il terrorismo contro Israele.

L’Autorità Palestinese di Ramallah aveva più o meno le stesse ragioni di Israele per volere morto Fuqaha. Benché l’Autorità Palestinese non sia più ufficialmente presente nella striscia di Gaza dopo esserne stata cacciata con la violenza da Hamas nel giugno 2007, tuttavia si sa che agenti dei suoi servizi di sicurezza sono attivi nella striscia e potrebbero essere stati loro a uccidere Fuqaha, anche se le probabilità di questa opzione sono piuttosto basse rispetto alle altre.

Tra i possibili sospetti dell’uccisione non si possono non considerare i gruppi salafiti islamisti di Gaza affiliati all’ISIS, che contestano Hamas e ogni tanto lanciano razzi contro Israele senza coordinarsi con i suoi capi. Hamas, che in questo momento non è interessata a uno scontro frontale con Israele non essendosi ancora ripresa dalle perdite in uomini e armi subite nella guerra dell’estate 2014, nei mesi scorsi ha imprigionato centinaia di salafiti nel tentativo, fra l’altro, di riallacciare i rapporti con il Cairo (impegnato in una sanguinosa guerra contro l’ISIS nel Sinai). I salafiti potrebbero dunque aver deciso di punire Hamas assassinando uno dei suoi principali comandanti, in particolare uno che non era protetto da severe misure di sicurezza come invece altri importanti esponenti di Hamas.

4 agosto 2002, incrocio di Meron (presso Safed): attentato suicida sull’autobus 361, organizzato da Mazen Fuqaha (9 morti e 38 tra feriti e mutilati)

Ma la stessa Hamas avrebbe potuto essere interessata all’uccisione di Fuqaha. Hamas è nota per essere un’organizzazione che non esita a eliminare coloro che non si adeguano agli ordini dei capi o che sembrano un po’ troppo indipendenti e competitivi. Un caso ben noto è l’assassinio un anno fa di Mahmoud Eshtewi, un alto comandante del ramo militare di Hamas, verosimilmente liquidato a causa delle sue critiche a Yahya Sinwar, il “super falco” recentemente nominato capo supremo di Hamas a Gaza.

E’ anche possibile che Fuqaha sia stato sospettato di fare il doppio gioco collaborando con Israele, e che Sinwar abbia ordinato di ucciderlo in un modo che sembrasse opera dei servizi israeliani. Sinwar non è tipo da farsi scrupoli al minimo sospetto di questo tipo, ed è risaputo che ha ucciso personalmente più di dieci palestinesi sommariamente accusati di collaborare con Israele nella lotta contro il terrorismo.

(Da: Yossi Melman su Jerusalem Post, Elior Levy su YnetNews, 26.3.17)