L’Egitto smetterà di snobbare la Siria quando Damasco rientrerà nel gregge arabo

Prossima la riconciliazione tra Egitto, Arabia Saudita e Siria

Da un articolo di Zvi Bar’el

L’assenza del presidente egiziano Hosni Mubarak dal summit di martedì dei paesi arabi mediterranei, organizzato dalla Libia, non dovrebbe costituire una sorpresa. E’ semplicemente la continuazione del boicottaggio condotto da Mubarak e dal re saudita Abdullah contro il presidente siriano Bashar Assad, che ha partecipato all’incontro.
Le ragioni dell’affronto sono: l’opposizione di Assad alla costituzione di un tribunale internazionale per indagare sull’assassinio, nel 2005, del primo ministro libanese Rafik Hariri; gli ostacoli che Damasco ha posto sulla via di una soluzione alla crisi politica che ha stretto il Libano nell’ultimo anno e mezzo; e il discorso di Assad nel 2006 dopo la seconda guerra del Libano, in cui chiamava i leader arabi ‘mezzi uomini’ dopo che avevano criticato Hezbollah per la sua condotta durante la guerra con Israele.
La posizione di Assad nella lista nera saudita-egiziana è stata evidenziata dal rifiuto dei due capi di stato a partecipare ad un summit arabo a Damasco in marzo.
Ma i segnali suggeriscono che il boicottaggio probabilmente avrà fine nel prossimo futuro. L’Egitto condiziona la riconciliazione con la Siria alla riconciliazione di Damasco con l’Arabia Saudita, una condizione condivisa con il sovrano del Qatar, Hamad Bin Khalifa Al-Thani.
La riconciliazione con la Siria è il prossimo obiettivo di Mubarak, dopo aver aiutato a chiudere la crisi libanese, grazie in gran parte ad Assad. Mubarak probabilmente lascerà al Qatar l’onore di ricongiungere le due parti, e non al leader libico Moammar Gadhafi, che sperava di fare il mediatore martedì.
Per portare avanti la riconciliazione araba, Assad probabilmente annuncerà la costituzione di un’ambasciata siriana in Libano. Tale annuncio dovrebbe seguire l’inaugurazione di un nuovo governo libanese, che Assad onorerà con una visita a Beirut. Se tutto questo andasse veramente in porto, si tratterà di una concessione storica da parte di Damasco rispetto alla sua linea di condotta tradizionale, che ritiene il Libano una parte indivisibile della Siria.
Assad cercerà quindi di affrettare il suo ritorno in seno al gregge arabo ed al favore dell’Europa – in particolare della Francia. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, in una rapidissima visita a Beirut sabato scorso, ha detto che avrebbe invitato Assad ad un summit mediterraneo in programma a Parigi nella seconda metà di luglio. Sarkozy ha anche promesso di visitare Damasco se un’ambasciata siriana sarà aperta in Libano.
Anche il rinnovo dei colloqui di pace israelo-siriani contribuisce a questo processo di riconciliazione, portando Damasco più vicina al circolo di paesi considerati “moderati.” Assad si sta quindi preparando per l’amministrazione americana che succederà a Bush alla Casa Bianca con il miglioramento delle relazioni con la Francia, con una storica riconciliazione con il Libano, un canale di negoziati con Israele ed una rinnovata alleanza con Egitto e Arabia Saudita, entrambi alleati degli USA. Il tutto dovendo dare molto poco in cambio.
Il nuovo presidente libanese gode di strette relazioni con la Siria; Hezbollah ha in mano la carte più importanti nel governo; e Damasco sta conducendo negoziati che porterebbero alla restituzione della alture del Golan . E’ probabile che tutto questo riporti la Siria alla troika araba che è alla testa di tutto quello che riguarda il conflitto israelo-palestinese.
(Da: Ha’aretz, 11.06.08)