Riqualificare la piazza

Riportare Dizengoff Square al suo antico splendore potrebbe essere un passo importante per il miglioramento della capitale culturale e finanziaria del paese.

Da un editoriale di Haaretz

Una volta era il cuore della città. Era collegata con l’affascinante ed affollata strada principale, ed era un piccolo spazio rotondo e verde circondato da tesori architettonici in stile internazionale. Quelli che passeggiavano nella prima città ebraica – e chi non lo faceva? – si fermavano a riposarsi sulle panchine intorno alla fontana. Qui sbocciavano primi amori e crescevano bambini, intorno alla fontana, tra il grande magazzino Ackman, il primo della città, ed i cinema Chen ed Esther. Qui i giovani portavano i libri fuori dalla biblioteca Mira o acquistavano il caffé per i genitori da Kelly.

Circondata di istituzioni culturali, dal teatro Ha’ohel al teatro Cameri , con la vicinanza dei leggendari caffé Kasit, Ravel, Stern, Vered e Pinati, Dizengoff Square serviva da centro di attrazione. L’unica lamentela che si sentiva allora era che solo il 10% della gente che voleva sedersi sulle panchine trovava posto, tanto la piazza era affollata.

Il giornale di Tel Aviv Yedioth Iriyat scrisse nel 1934, mentre veniva progettata la piazza: “la forma circolare della piazza è messa in risalto dalle linee orizzontali enfatizzate dalle facciate delle case.” Era una descrizione appropriata.

Dizengoff Square era una delle gemme di Tel Aviv. Era così quando il responsabile della pianificazione urbana alzò la piazza nell’estate del 1978 e la decorò con una strana scultura cinetica otto anni dopo, impartendo alla piazza un colpo mortale. Dizengoff Square è morta da allora, diventando un rifugio per i senzatetto, i punk e i venditori di stracci, che costituiscono il mercatino che ha luogo due volte la settimana. Pochi oggi si prendono la briga di salire sulla piazza, brutta, sporca e trascurata.

Tel Aviv ha perso una delle sue bellezze. Nemmeno le otto palme portate 70 anni fa dal Rachel Park vicino al lago di Tiberiade riescono più a nascondere lo scempio. Il sindaco responsabile dell’errore, Shlomo Lahat, ha confessato coraggiosamente alla fine del suo mandato che si è trattato del suo più grande errore.

Questa settimana il consiglio comunale di Tel Aviv-Giaffa ha approvato uno stanziamento di 2,8-milioni di shekel per “esaminare la possibilità” di distruggere la piazza e riportarla a livello del suolo, come era una volta. E’ un’ottima notizia. E’ vero che lo studio di fattibilità durerà un anno, ed è vero che non c’è ancora nulla di definitivo, ma è ora di esortare il sindaco Ron Huldai, che ha ripristinato così bene i viali della città, a fare lo stesso per Dizengoff Square.

Non tutto ritornerà come era prima. Il cinema Esther è ora un albergo, Ackman è diventato un pub, i ragazzi non prendono più libri dalla biblioteca, ed il Soldiers’ Committee Club, una volta anch’esso parte della piazza, è ora una banca. Dizengoff è un luogo desolato. Tuttavia, riportare la piazza al suo antico splendore potrebbe essere un passo importante per migliorare l’aspetto della capitale culturale e finanziaria di Israele. Facciamo in modo che Dizengoff Square sia ripristinata, subito.

(Da: Ha’aretz, 15.08.07)