Come mai nessuno chiede il cessate il fuoco a Hamas?

Ce ne sarebbero di motivi perché l’Onu, Amnesty e i bravi ragazzi d’Occidente chiedessero a Hamas (non a Israele) di arrendersi, uscire dai tunnel con le mani alzate e consegnare gli ostaggi

Da un articolo di Giuliano Ferrara

Giuliano Ferrara, autore di questo articolo

(…) Perché nessuno chiede il cessate il fuoco a Hamas?

Strano, davvero curioso. Hanno sparato 14.000 missili dal 7 ottobre, mentre minacciavano di ripetere il pogrom. Hanno ammazzato gente d’Israele attraverso i loro amichetti Hezbollah nel nord, molti giovani eroici soldati di Tsahal (Forze di Difesa israeliane ndr) e sacrificato quasi trentamila palestinesi, loro combattenti compresi, sull’altare della resistenza, parola oscena sulle loro bocche, sotto lo scudo di scuole ospedali moschee Unrwa eccetera. Hanno espulso dalle loro case decine di migliaia di israeliani, rifugiati di fortuna. Hanno cercato di intimidire con la minaccia del genocidio un paese diviso politicamente ma fieramente deciso a essere, anzi a esistere nonostante tutto e tutti e tutte, esistere come Israele, come start up nazione, come comunità ebraica, al riparo dalla vanga, dall’incenerimento, dagli stupri dei loro nemici islamisti.

Insomma, ce ne sarebbero di motivi per l’Onu, per Amnesty, per quei bravi ragazzi d’occidente, il campus globale ormai potenzialmente così simile ai campi, per chiedere a Hamas di uscire dai tunnel con le mani alzate e consegnare gli ostaggi.

Ma non tutti ragionano come quel ragazzo di Milano che ha indicato la strada. FREE GAZA FROM HAMAS, quattro parole decisive che nessuno osa pronunciare.

Tutti e tutte invece chiedono continuamente non l’autoconsegna di Sinwar ma quella di Netanyahu. Sarebbe lui a dover risparmiare la sofferenza di un popolo, non i sequestratori dei palestinesi e pogromisti dei tunnel.

Non è una bizzarria? Non è una forma di assurdismo settario e una punta satanico? (…)

(Da: Il Foglio, 15.2.24)

Si chiede a Israele, non a Hamas, di cessare il fuoco e contemporaneamente si inneggia alla “Palestina dal fiume al mare”, cioè alla cancellazione dello stato ebraico dalla carta geografica