Lieberman: “Lascerei la mia casa in Cisgiordania per un accordo di pace definitivo”

Ma i parlamentari arabi gli danno del gangster, mentre Olmert rievoca l’accordo non firmato da Abu Mazen "anche su suggerimento di qualcuno in Israele"

Il ministro degli esteri israeliano Avigdor Liberman

Il ministro degli esteri israeliano Avigdor Liberman

In un’intervista a radio Galei Tzahal, il ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman ha nuovamente preso le difese del segretario di stato Usa John Kerry, esprimendo sostegno agli sforzi compiuti dagli Stati Uniti. “Anche se ci sono punti di disaccordo – ha detto Lieberman – non si può attaccarlo come se fosse un antisemita o un negoziatore scorretto. Sono contrario a questo genere di paternali.

Lieberman ha anche affermato di non considerare le proposte di Kerry come un cambiamento politico. “Dico e scrivo queste cose dal 2004 – ha sottolineato il ministro degli esteri – e le ho ripetute anche in occasione delle ultime elezioni. Sono favorevole alla soluzione ‘due stati per due popoli’ e sostengo il discorso fatto dal primo ministro Benjamin Netanyahu all’Università di Ban Ilan (14 giugno 2009). Vi sono quelli che dicono che non dobbiamo rinunciare a nessun pezzo di terra. Ve ne sono altri che dicono che bisogna fare un accordo con i palestinesi a qualsiasi costo. Io dico sì a un accordo con i palestinesi, ma non a qualsiasi costo. Non dobbiamo farci più imbrogliare. Abbiamo già avuto un accordo pieno di buchi come un formaggio svizzero – ha continuato Lieberman facendo verosimilmente riferimento agli accordi di Oslo del 1993, che non hanno prodotto una fine pacifica del conflitto israelo-palestinese – Noi vogliamo un accordo che sia senza buchi”. Lieberman ha anche ribadito la sua fiducia in uno scambio territoriale tale che entrambi gli stati, lo stato ebraico d’Israele e lo stato arabo-palestinese, abbiano una popolazione il più possibile omogenea. Detto questo, il ministro ha poi affermato d’essere personalmente pronto a lasciare la sua casa a Nokdim (in Cisgiordania, a sud di Betlemme), se venisse annunciata la firma di un accordo per una composizione di pace definitiva. (Da: Jerusalem On Line, Times of Israel, 9.2.14)

Il parlamentare arabo-israeliano Ibrahim Sarsour (a sinistra nella foto), nell'ottobre 2013 dichiarò che i patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe erano musulmani, e non ebrei

Il parlamentare arabo-israeliano Ibrahim Sarsour (a sinistra nella foto). Nell’ottobre 2013 dichiarò che i patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe erano musulmani, e non ebrei

Il ministro degli esteri Avigdor Liberman dovrebbe “tornarsene da dove è venuto, e sono sicuro che troverà lavoro in una delle bande criminali del suo paese d’origine”. Lo ha detto domenica, riferendosi alla Moldavia, il parlamentare arabo-israeliano Ibrahim Sarsour, leader di Ta’al-Lista Araba Unita. L’attacco faceva seguito a dichiarazioni in cui Liberman aveva accusato i parlamentari arabi alla Knesset di tenere discorsi di odio e istigazione: “Hanno l’impudenza di cercare di distruggere Israele dall’interno, ma non sono disposti a rinunciare alla cittadinanza israeliana”, aveva affermato fra l’altro il ministro. “Quella di Sarsour – ha affermato una fonte autorevole di Yisrael Beytenu, il partito di Lieberman – è la tipica, stantia e ritrita reazione di qualcuno che non vuole e non è in grado di rispondere alle critiche in modo articolato e puntuale. Il paese d’origine del ministro degli esteri, come di tutti gli ebrei, è Israele. E più i parlamentari arabi, che rappresentano interessi diversi da quelli dei loro elettori, tentano di travisare la questione, più convincono la maggioranza degli israeliani che la vera essenza della fine del conflitto sta nel riconoscimento di Israele come patria del popolo ebraico, con tutto quello che ciò comporta”. (Da: Jerusalem Post, 9.2.14)

L’allora primo ministro israeliano Ehud Olmert e il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), a Gerusalemme l’8 gennaio 2008

L’allora primo ministro israeliano Ehud Olmert e il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), a Gerusalemme l’8 gennaio 2008

“Olmert: Qualcuno in Israele disse ad Abu Mazen di non firmare l’accordo con me”. Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) non firmò l’accordo di pace proposto da Israele nel 2008 perché venne influenzato in questo senso da altri, anche dall’interno di Israele. Lo ha affermato venerdì l’allora primo ministro israeliano Ehud Olmert, intervenendo al programma del Canale Due della tv israeliana “Ulpan Shishi”. “Come primo ministro – ha affermato Olmert, che è stato primo ministro d’Israele dal 2006 al 2009 – ho avuto accesso a documenti che dimostrano che alcuni in Israele gli suggerirono di non firmare un accordo con me”. Olmert ha raccontato d’aver presentato ad Abu Mazen una mappa basata sulle ex linee armistiziali del 1967. L’accordo avrebbe incluso scambi di territori grazie ai quali i palestinesi avrebbero ricevuto territori dell’interno di Israele in cambio di tre blocchi di insediamenti che sarebbero rimasti sotto sovranità israeliana. Secondo Olmert, in base all’accordo da lui proposto circa 80.000 israeliani avrebbero dovuto lasciare le loro case in Cisgiordania, e non vi sarebbe stata nessuna presenza militare israeliana nella valle del Giordano. Alla domanda se Israele potrebbe ancora evacuare, oggi, 80.000 coloni, Olmert ha risposto: “Non ho dubbi che sia possibile”. Olmert ha aggiunto che all’epoca aveva messo in chiaro che Israele non avrebbe accettato nessun “diritto al ritorno” di profughi palestinesi e loro discendenti, anche se era disposto a permettere che 5.000 palestinesi si stabilissero in Israele nell’arco di un periodo di cinque anni in base a motivi umanitari, ma non per unificazioni famigliari. “Gli dissi, signor presidente, metta adesso le sue iniziali su questo documento – ha concluso Olmert – Non so perché non abbia detto di sì, bisogna chiederlo a lui. Nel 2008 si rifiutò di dare una risposta positiva”. (Da: Israel HaYom, 9.2.14)

Si veda anche: Ecco lo Stato rifiutato dai palestinesi. Ha’aretz pubblica la mappa dell’offerta di Olmert lasciata cadere da Abu Mazen