Pura disumanità

I parenti dei bambini Bibas deportati a Gaza come ostaggi: “Il rapimento di bambini è una malvagità talmente inimmaginabile che ingenuamente pensavamo che il mondo non avrebbe permesso che durasse così a lungo”

Ofri Bibas-Levy, sorella dell’ostaggio Yarden Bibas, cognata di Shiri Bibas e zia dei suoi figli Ariel, di 4 anni, e Kfir, che ha compiuto un anno in prigiona

“Vedere quel video ci ha strappato il cuore”. Lo ha detto Ofri Bibas-Levy, sorella dell’ostaggio Yarden Bibas, 34 anni, cognata di Shiri Bibas, 32 anni, e zia dei loro figli Ariel, di 4 anni, e Kfir, che ha compiuto un anno in prigiona.

Sentita la famiglia, le Forze di Difesa israeliane hanno diffuso lunedì un filmato, ripreso da telecamere di sicurezza a Khan Younis, che mostra la madre Shiri Bibas e i suoi due figli piccoli circondati dai terroristi armati affiliati a Hamas che li hanno deportati nel sud della striscia di Gaza poche ore dopo averli rapiti dal kibbutz Nir Oz il 7 ottobre. Clicca qui per il video sul Jerusalem Post.

I due bambini, entrambi dai capelli rossi, sono diventati da allora il simbolo dell’appello per la liberazione degli ostaggi. La sorte di tutti e quattro i membri della famiglia Bibas è al momento sconosciuta. A fine novembre Hamas, nell’ambito dei suoi spietati ricatti psicologici, aveva dapprima affermato di non sapere dove fossero, poi aveva sostenuto che Shiri, Ariel e Kfir erano morti in un attacco aereo israeliano e aveva diffuso un video atroce che mostrava l’ostaggio Yarden mentre gli veniva data la notizia della morte di tutta la sua famiglia. Il portavoce militare israeliano afferma che al momento non vi sono prove che Shiri, Ariel e Kfir siano effettivamente morti, pur ribadendo di essere “molto preoccupato” per la loro sorte.

“È stata davvero dura vedere Shiri, Ariel e Kfir che vengono strappati dalla loro casa a Nir Oz e trascinati in quell’inferno – dice Bibas-Levy – Si può vedere tutta la disumanità di quelle azioni. Il rapimento di bambini è un crimine di guerra. Chiedo ai leader di tutto il mondo, all’Unione Europea, al primo ministro [israeliano], al governo, al presidente, a tutti di fare ogni cosa per riportare questi bambini a casa, per riportare questa famiglia a casa, insieme a tutti gli altri ostaggi”.

Jimmy Miller, un membro della famiglia, ha detto a YnetNews: “[In base agli accodi] quei due bambini e i loro genitori avrebbero dovuto essere rilasciati durante la prima fase del cessate il fuoco di novembre, ma non è avvenuto. Il minimo sarebbe che venissero rilasciati con un gesto umanitario”.

7 ottobre: Shiri Bibas viene deportata a Gaza dai terroristi palestinesi insieme ai suoi figli Ariel, di 4 anni, e Kfir, che allora aveva 9 mesi

“Quando è successo il 7 ottobre – dice il cugino di Shiri, Aylon Keshet – non pensavamo che ci sarebbe voluto così tanto tempo. Siamo rimasti scioccati ed è stato straziante, ma è una malvagità e un crimine contro l’umanità talmente inimmaginabile che eravamo ingenuamente sicuri che il mondo non avrebbe permesso che accadesse”.

Keshet ribadisce che Hamas “è l’unico responsabile della sorte di Shiri, Ariel e Kfir”. E aggiunge: “Ci è stato insegnato che ci sono organizzazioni internazionali che hanno il compito e il dovere di occuparsi di un problema come questo. Siamo stati trattati in modo insultante e siamo stati coperti di accuse quando stavamo solo cercando di riavere un bambino, suo fratello e i suoi genitori. Non c’è alcuna giustificazione per questo tipo di comportamento”.

Il conflitto in Medio Oriente, afferma Keshet, non ha nulla a che vedere con la questione degli ostaggi. “Questa è una crisi umanitaria globale: qualunque cosa la gente pensi delle complessità politiche, qui si tratta di due bambini piccoli rinchiusi in una maledetta prigione, okay? Come è possibile che la gente rimanga così zitta davanti a questo?”. E conclude: “Non vogliamo seppellire tre generazioni di una famiglia”, sottolineando che entrambi i genitori di Shiri sono stati ferocemente trucidati lo stesso 7 ottobre nella loro casa di Nir Oz.

(Da: Times of Israel, YnetNews, Israel HaYom, 20.2.24)