La vera sconcezza? Quella “trattativa” per il rilascio degli ostaggi che non dovrebbe nemmeno esistere

Cos’è che non è chiaro nelle parole “rilasciare tutti gli ostaggi immediatamente e incondizionatamente” pronunciate dalla Corte di Giustizia Internazionale?

Da un articolo di Moshe-Mordechai van Zuiden

Moshe-Mordechai van Zuiden, autore di questo articolo

Mi domando: il mondo intero è impazzito?

Prendere in ostaggio civili innocenti è un crimine contro l’umanità. Discriminare i “prigionieri di guerra” per etnia o religione è un crimine di guerra. Non proteggere, nutrire e dotare di assistenza medica (compresi farmaci salvavita) i “prigionieri di guerra” è un crimine di guerra. Non comunicare i loro nomi e le loro condizioni (vivi o morti?) è un crimine di guerra. Impedire a enti come la Croce Rossa di vederli è un crimine di guerra.

Hamas ha fatto e sta facendo tutto questo.

La Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite (che non nutre particolari simpatie per Israele) lo scorso 26 gennaio ha ordinato a Hamas di “rilasciare tutti gli ostaggi immediatamente e incondizionatamente”. Cos’è che non è chiaro nelle parole “tutti gli ostaggi” e “immediatamente e incondizionatamente”?

Come mai sono in corso delle “trattative” per uno “scambio di prigionieri” fra ostaggi che non dovrebbero essere trattenuti nemmeno un minuto di più e terroristi legalmente detenuti, cioè delle trattative che non dovrebbero nemmeno esistere?

Come mai il Consiglio di Sicurezza dell’Onu fino ad oggi, dopo più di cinque mesi, non si è ancora riunito per chiedere il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi?

Qualsiasi paese che aiuta Hamas e ha la possibilità di esercitare pressioni su Hamas (Turchia, Qatar, Yemen, Iran e altri) dovrebbe essere minacciato di embargo da parte delle Nazioni Unite se non garantisce il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi.

Murales a Tel Aviv: “Ariel (Bibas, 4 anni) non sarà mai più lo stesso” (clicca per ingrandire)

Qualsiasi organizzazione (Unrwa, Onu, Amnesty International, Croce Rossa Internazionale) che non faccia fortissime e continue pressioni su Hamas per il rilascio degli ostaggi dovrebbe perdere immediatamente i finanziamenti.

La Corte Penale Internazionale dovrebbe chiedere l’incriminazione dei capi di Hamas e della Jihad Islamica per crimini di guerra, con tanto di mandato d’arresto internazionale.

Tutta la stampa, specie quella filo-palestinese, dovrebbe parlare ogni giorno degli ostaggi senza se e ma, e senza benaltrismi. In caso contrario, i loro giornalisti dovrebbero rischiare di perdere le credenziali di stampa in ogni stato delle Nazioni Unite.

Le organizzazioni e le singole personalità o sono parte della soluzione o sono parte del problema. In quest’ultimo caso, andrebbero trattate come tali da tutti gli altri.

O sono impazzito io o è impazzito il mondo intero. E io non sono affatto impazzito.

Attenzione. Gli abitanti di Gaza non devono essere colpiti per forzare la mano a Hamas: in ogni caso ai terroristi dittatori non importa nulla del loro popolo. Ma vanno sputtanati davanti a tutto il mondo: questo non piace nemmeno ai terroristi dittatori. Non occorre aspettare che Hamas diventi umana. Ma bisogna che tutti accusino i terroristi di Hamas di essere disumani, di violare il diritto internazionale, di essere criminali di guerra.

Con buona pace dei benaltristi che mettono sullo stesso piano le vittime di entrambe le parti, non c’è proprio nessuna equivalenza: Hamas mira espressamente a colpire i civili e usa i civili di Gaza come scudi umani. Gli ostaggi possono essere rilasciati tutti, senza condizioni, oggi stesso. E questo salverebbe anche i civili di Gaza.

(Da: Times of Israel, israele.net, 18.3.24)

 

I parenti degli ostaggi Noa Argamani e Mohammad Alatrash all’incontro a Gerusalemme con il ministro degli esteri di Singapore Vivian Balakrishnan (clicca per ingrandire)

I famigliari di Noa Argamani, 26enne israeliana tenuta in ostaggio da Hamas, hanno spiegato al ministro degli esteri di Singapore, Vivian Balakrishnan, che Liora, la madre di Noa, ha un cancro al cervello e  il suo unico desiderio è rivedere la figlia.

L’incontro si è svolto martedì presso il Ministero degli esteri a Gerusalemme, alla presenza del ministro degli esteri israeliano Israel Katz.

Noa Argamani è stata sequestrata il 7 ottobre al festival musicale Nova, presso il kibbutz Re’im, e deportata dai terroristi palestinesi a Gaza. Un video che la ritrae mentre si protende disperata verso il suo fidanzato, Avinatan Or, mentre viene trascinata via in moto dai terroristi è diventato una delle immagini più diffuse dell’aggressione di Hamas contro Israele.

“Noa è la nostra unica figlia – ha detto il padre, Yaakov Argamani – È stata rapita quando si era recata a un festival per cantare e ballare in pace e serenità. Purtroppo Liora ha un cancro al cervello. È curata da una delle migliori équipe mediche del mondo, ma sfortunatamente non c’è molto da fare e non le resta molto tempo. L’unico desiderio di mia moglie è rivedere Noa ancora una volta prima che sia troppo tardi. Chiedo di aiutarci ad esaudire il desiderio di mia moglie”.

Liora Argamani è cresciuta in Cina, così come la madre del ministro Balakrishan che infatti parla un po’ di cinese mandarino.

All’incontro ha partecipato anche Salem Alatrash, il cui fratello Mohammed, originario del villaggio arabo beduino di Sawa, nel Negev israeliano, è tenuto in ostaggio da Hamas a Gaza. “Mohammed ha 13 figli che ogni notte chiedono: quando torna papà? – ha detto Salem – La nostra famiglia sta attraversando momenti difficili. Cinque mesi in cui ci svegliamo ogni mattina con una vita che non è una vita. Le persone non dovrebbero mai essere costrette a vivere in questo modo”.
(Da: Times of Israel, 19.3.24)