Lunedì 11: se ne discute in Israele

Alcuni commenti dagli editoriali della stampa israeliana del 10 agosto

Il Jerusalem Post discute del valore simbolico del giorno di Tisha Ba’Av (distruzione del primo e del secondo Tempio), un giorno contrassegnato da molte atrocità che furono compiute contro il popolo ebraico nel corso della storia, e afferma che l’attuale generazione è unica per il fatto che ha meritato di assistere alla restaurazione della sovranità ebraica nel paese, con una fiorente capitale a Gerusalemme. Inoltre, dice l’articolista, nonostante le nostre differenze politiche, teologiche e sociali, abbiamo la responsabilità verso le generazioni future di coltivare la coesione dalla quale dipende la terza sovranità ebraica.

Yediot Aharonot fa riferimento ai parlamentari di Kadima come “profughi”, nessuno dei quali ha mai partecipato a un’elezione di alcun tipo. Semmai, sono stati scelti dalla famiglia Sharon e da alcuni amici. Gli editorialisti concludono affermando che “i quattro che si considerano candidati alla presidenza di Kadima ai tempi di Ben-Gurion o di Begin non avrebbero osato nemmeno sognare di avere un posto nella leadership”.

Yisrael Hayom osserva che “la situazione diplomatica mondiale che Olmert lascia a chi lo sostituirà è complicata. Olmert ha aiutato Assad a uscire dall’isolamento e lo ha trasformato in un ospite gradito… mentre la Siria continua a sostenere il riarmo di Hezbollah, anche durante i negoziati. La debolezza di Israele ha permesso a Nasrallah di portare avanti i suoi obiettivi in Libano”. Gli editorialisti sostengono inoltre che il Primo Ministro Ehud Olmert “ha ceduto sull’unico aspetto positivo della Road Map: nessun negoziato senza lo smantellamento del terrorismo. Aggiungendo che, durante la sua leadership, Israele “non è riuscito a far comprendere al mondo la minaccia iraniana, né a mobilitarlo per fermarla”.

Ma’ariv, in seguito alla relazione del comitato Shochat sullo stato del sistema israeliano di istruzione superiore, afferma che “il problema principale dell’istruzione superiore in Israele non è la mancanza di fondi, quanto piuttosto l’uso inefficace delle risorse esistenti”.

Ha’aretz esorta il governo a concludere immediatamente negoziati per la liberazione di Gilad Shalit e il suo rapido ritorno. Secondo l’editorialista, il pubblico israeliano vuole vedere Gilad Shalit vivo e a casa subito, e ritiene che la liberazione di 450 detenuti e il loro riposizionamento nella striscia di Gaza assediata non migliorerà né peggiorerà la sicurezza di Israele”.