“Riprendiamo per mano la pace”. Bello, giusto. E cioè?

Ci sono cortei antisemiti pro-Hamas, e ne prendiamo atto. Poi ci sono le manifestazioni dei benintenzionati che invocano il cessate il fuoco subito. Da questi vorremmo sentire una risposta: cosa dovrebbe fare Israele per difendersi, dopo il 7 ottobre?

Di Marco Paganoni

C’è corteo e corteo. Da un lato si moltiplicano le nauseanti manifestazioni di chi si compiace della macelleria anti-ebraica del 7 ottobre e inneggia all’annientamento dello stato ebraico e degli ebrei gridando “Israele in pattumiera", "Palestina dal fiume al mare”.

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Hamas spara dagli ospedali e ruba il carburante destinato ai servizi sanitari

Il Magen David Adom a Guterres: “Come mai gli attacchi deliberati di Hamas contro la 'croce rossa israeliana' non sono degni del vostro orrore?”

In un briefing domenica con i media internazionali, il portavoce delle Forze di Difesa israeliane, Daniel Hagari, ha rivelato nuove prove e informazioni di intelligence che dimostrano l’utilizzo da parte di Hamas delle strutture mediche nella striscia di Gaza per scopi terroristici.

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Hamas continua la sua sporca, ignobile guerra in violazione di ogni norma etica e legale

Sparano ai civili in fuga, usano ospedali e ambulanze come copertura per i terroristi, approfittano dei corridoi umanitari per far passare terroristi e forniture per la guerra

Sabato l'organizzazione terroristica Hamas ha approfittato di un'opportunità umanitaria offerta dalle Forze di Difesa israeliane agli abitanti di Gaza per compiere attacchi a colpi di mortaio e missili anticarro.

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Hamas accumula enormi riserve di carburante sotto il principale ospedale di Gaza sottraendole agli abitanti

La conferma nella registrazione di una telefonata con un funzionario sanitario di Gaza

Le Forze di Difesa israeliane hanno diffuso venerdì la registrazione di una telefonata con un funzionario sanitario della striscia di Gaza che ammette che Hamas accumula enormi riserve di carburante sotto l'ospedale Shifa e le utilizza per le sue attività terroristiche.

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La soluzione a due stati (e quella cena che non ho ancora potuto riscuotere)

Tutti ripetono che Israele deve rilanciare la soluzione a due stati. Ma non si sente dire cosa dovrebbero fare i palestinesi “moderati” per rendere di nuovo proponibile la soluzione a due stati, dopo che l’hanno ripetutamente affossata

Di Marco Paganoni

Erano i primissimi anni Duemila. La prospettiva “due stati per due popoli”, allora sostenuta da una netta maggioranza di israeliani, era stata affossata dal rifiuto palestinese dello stato palestinese indipendente accanto a Israele proposto a Yasser Arafat dal premier israeliano Ehud Barak e dal presidente americano Bill Clinton nel luglio 2000 e di nuovo nel gennaio 2001. E veniva tragicamente annientata, settimana dopo settimana, dalla orribile sequenza di attentati suicidi contro la popolazione israeliana nella cosiddetta seconda intifada.

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