“Possa Allah maledire Hamas per la distruzione che ha portato su Gaza”

Lo scrittore palestinese Majdi Abd al-Wahhab esorta comunità internazionale e mondo arabo a eliminare le fazioni palestinesi di ogni convinzione, che hanno causato solo devastazioni al loro popolo

Di Majdi Abd al-Wahhab

Elaph.com, il primo quotidiano arabo online indipendente edito a Londra

In due recenti articoli pubblicati dal sito web arabo Elaph.com, lo scrittore palestinese Majdi Abd al-Wahhab ha sferrato durissimi attacchi a Hamas, e in generale al bellicismo storicamente suicida del nazionalismo palestinese, per aver arrecato solo disgrazie e devastazioni al popolo palestinese.

Questi che seguono sono ampi stralci dei due articoli, diffusi in inglese da MEMRI (Middle East Media Research Institute)

Scrive Majdi Abd Al-Wahhab il 9 gennaio 2024: Chiunque veda la distruzione a Gaza in termini di vite umane, edifici e a livello economico, finanziario e psicologico, non può che pregare Allah e chiedergli di maledire coloro che hanno causato questa devastazione. Come non maledire le persone che hanno causato tutto questo? Come non maledire Hamas e i suoi capi dopo che hanno distrutto ogni elemento di esistenza dignitosa nella striscia di Gaza? Quando Hamas ha compiuto il suo attacco [del 7 ottobre] e ha invaso le località [israeliane] al confine con Gaza, si aspettava forse che Israele si sarebbe astenuto dal reagire con forza e dall’assestare un colpo dopo l’altro alla striscia di Gaza dato il suo desiderio di rivalsa e il sostegno internazionale che riceve, e in assenza di qualsiasi potere che possa costringerlo a fermare la sua guerra a Gaza?

Non sarebbe stato meglio che Hamas, che ha già dimostrato le sue capacità di pianificazione, investisse queste capacità ed energie nella costruzione della striscia di Gaza e nel portare avanti la crescita che vi era stata raggiunta e che era invidiata da molti arabi e musulmani che vivono nello Yemen, in Somalia o in altri paesi, [mentre oggi] sono gli abitanti di Gaza che vorrebbero avere il livello di quei paesi e li vedono come un rifugio sicuro? Non sarebbe stato meglio che Hamas investisse il capitale umano e finanziario – che ha sprecato nel rafforzare le sue capacità militari e scavando tunnel – nello sviluppo di Gaza, della sua popolazione, i suoi edifici e le sue strade? È già stato dimostrato che le capacità militari [di Hamas] non possono causare a Israele altro che un danno limitato e certamente non possono sconfiggerlo, e la prova di ciò è ora chiaramente davanti a noi.

Il 24 novembre 1998, in coordinamento con Israele veniva inaugurato l’aeroporto internazionale di Gaza con voli provenienti da Marocco, Egitto, Giordania e Spagna. Due anni dopo scoppiava l’intifada delle stragi suicide

La devastazione causata da Hamas a Gaza non finirà, anche se finisse la guerra di Israele a Gaza. La devastazione continuerà, come risulta evidente dalla “gloriosa” storia delle nostre organizzazioni [palestinesi]. Questa devastazione non promette nulla di buono, contrariamente a quanto sostengono coloro che si illudono di vincere. Sarà un’altra di una lunga catena di devastazioni che dureranno anni e porteranno cambiamenti geografici, topografici e demografici nella striscia di Gaza, a breve e a lungo termine.

Congratulazioni ai capi di Hamas per quello che hanno fatto nella striscia di Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme. Il percorso è ovvio e chiaro: la devastazione sarà seguita da gente in fuga, emigranti e gente che vive nella miseria e nella sofferenza, sia nella striscia che al di fuori di essa. Molti adesso stanno pensando di emigrare, dopo che Hamas ha fatto perdere loro tutto ciò che aveva senso nella loro vita. A patto che riescano a trovare un modo per emigrare e lasciare la striscia o la Cisgiordania, perché i propagandisti dei falsi patriottismo [palestinese] e nazionalismo [arabo] impediranno loro di farlo, e li abbandoneranno nella loro situazione attuale così come i profughi palestinesi sono rimasti profughi per decenni, intrappolati nei campi in Siria, Libano e Giordania.

L’aeroporto di Gaza nel 2016, nove anni dopo la salita al potere di Hamas. Majdi Abd Al-Wahhab: “Non sarebbe stato meglio che Hamas investisse nello sviluppo di Gaza il capitale umano e finanziario che ha sprecato nel rafforzare le sue capacità militari e scavando tunnel?”

Un grazie a Hamas per averci trasformato in una nuova impresa di profughi, a condizione che riusciamo a sopravvivere dopo che ha distrutto le nostre anime. Forse che Hamas non merita tutte queste maledizioni, ora che ha portato i palestinesi alla perdizione e li ha trasformati in carburante per le fiamme della guerra?
(Da: Elaph.com, 9.1.24)

Scrive Majdi Abd Al-Wahhab il 26 dicembre 2023: Prendo in prestito la parola giapponese kamikaze – guerrieri suicidi – e la uso nel contesto del conflitto israelo-palestinese, anche se le due culture usano questo concetto in modi diversi. Questa parola potrebbe essere applicabile alla realtà odierna palestinese, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre contro le località [israeliane] al confine di Gaza che ha rappresentato il coronamento del suo curriculum di operazioni militari: operazioni che, a giudicare dai risultati, erano tutte missioni suicide e che avrebbero dovuto liberare la Palestina e istituire uno stato nazionale o islamico.

I kamikaze non aiutarono il Giappone a vincere la seconda guerra mondiale. Dopo che gli Stati Uniti sganciarono su di esso due bombe atomiche, il Giappone fu sconfitto. Si arrese e dichiarò che avrebbe abbandonato ogni attività militare. I kamikaze palestinesi, che iniziarono ad agire circa un secolo fa reclamando la liberazione di questa terra, ne hanno perso circa la metà nel 1948 e più tardi, nel 1967, hanno perso tutto il resto. Dopo di che hanno continuato a portare devastazione e disintegrazione sui palestinesi fino a quando non hanno finalmente distrutto la striscia di Gaza, passando sopra la testa della sua popolazione, con l’attacco kamikaze di Hamas contro Israele del 7 ottobre.

Ora che abbiamo raggiunto questo livello di devastazione e perso la patria e tutto ciò che contiene, la domanda è: le fazioni palestinesi impareranno dall’esperienza dei giapponesi, seguiranno il loro esempio, rinunceranno all’azione armata e prenderanno le distanze dal militarismo che non ha portato a nulla e non porterà a nulla in futuro? Queste fazioni, e i loro operativi di tutte le convinzioni, non l’hanno capito e non lo capiranno in futuro a giudicare dalla loro storia durante la quale hanno perso e distrutto tutto.

Sarebbe meglio che le fazioni rinunciassero al militarismo di loro spontanea volontà. Ma se non lo fanno, esorto qui la comunità internazionale e il mondo arabo ad agire per eliminare le fazioni palestinesi nelle loro forme militari e non militari, compresi i loro enti civili, sociali, economici e mediatici, e ad arrestare tutti i loro dirigenti, chiudere i loro centri e fermare tutte le loro attività, in modo che i palestinesi si liberino di loro e dei loro danni e possano avviarsi su un nuovo, retto percorso per se stessi, lontani dalla distruzione, dalle uccisioni e dalla devastazione.
(Da: Elaph.com, 26.12.23)

(Da: memri.org, 6.2.2)