Le aggressioni degli estremisti ebrei (da contrastare) e le false equivalenze tracciate da Biden

Stabilire un infondato parallelo tra coloni in Cisgiordania e terroristi Hamas potrà forse servire elettoralmente negli Usa, ma legittima i terroristi palestinesi nella loro campagna genocida per l'annientamento di Israele

Editoriale del Jerusalem Post

Un soldato israeliano interviene per separare opposti gruppi di ebrei e palestinesi in Cisgiordania

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il suo staff hanno senza dubbio molte cose a cui pensare. La rielezione di Biden è probabilmente fra quelle in primo piano, soprattutto ora che il colosso Donald Trump guadagna terreno di giorno in giorno in vista del voto di novembre.

Biden viene messo in difficoltà dalla sinistra del suo partito per quella che viene percepita come la sua posizione pro-Israele sulla guerra contro Hamas a Gaza e, più recentemente, per i raid aerei lanciati in Iraq e Siria come reazione all’attacco a truppe statunitensi in Giordania da parte di terroristi sostenuti dall’Iran.

La scorsa settimana, nel tentativo di arginare l’ondata di democratici che minacciano di boicottare le elezioni, Biden ha visitato il Michigan, la cui considerevole popolazione arabo-americana e musulmana è furibonda per il fatto che Washington non chiede a Israele un cessate il fuoco immediato e duraturo a Gaza (come vorrebbe Hamas ndr).

Forse è in questo contesto che si può cominciare a capire come mai, meno di quattro mesi dopo che Israele ha subito il suo tragico “11 settembre” e mentre ci sono ancora ostaggi israeliani nelle mani dei terroristi jihadisti, Biden abbia firmato un ordine esecutivo che sanziona le violenze di estremisti israeliani che aggrediscono innocenti palestinesi in Cisgiordania.

“Trovo che la situazione in Cisgiordania – si legge nell’ordine esecutivo – abbia raggiunto livelli intollerabili e costituisca una seria minaccia alla pace, alla sicurezza e alla stabilità di Cisgiordania e Gaza, di Israele e della più generale regione mediorientale”. Il portavoce della sicurezza nazionale John Kirby ha affermato che l’ordine costituisce un segnale al mondo intero su quanto il presidente prenda sul serio le violenze dei coloni contro palestinesi in Cisgiordania. Pur prendendo di mira quattro individui specifici, hanno spiegato due alti funzionari dell’amministrazione, l’ordine di Biden stabilisce un sistema atto ad imporre sanzioni finanziarie e restrizioni sui visti contro individui che risultano aver aggredito o intimidito palestinesi o si siano impadroniti di loro proprietà.

Il problema delle violenze di gruppi di coloni è sicuramente reale e grave. Secondo un reportage di Yonah Jeremy Bob sul Jerusalem Post, sebbene non vi sia stato un aumento significativo nella portata delle violenza contro palestinesi in Cisgiordania dopo il 6 ottobre, fonti delle Forze di Difesa israeliane confermano che tali violenze erano già insolitamente elevate nel 2023 e anche nel 2022, rispetto agli anni precedenti. Secondo i dati, si sono registrati 32 episodi di violenza di matrice nazionalistica contro palestinesi la settimana prima del 7 ottobre e 24 episodi la settimana successiva.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha risposto all’ordine esecutivo statunitense sottolineando che “la stragrande maggioranza dei residenti in Giudea e Samaria (Cisgiordania) sono cittadini rispettosi della legge, molti dei quali stanno combattendo proprio in questo momento, in servizio attivo o come riservisti per proteggere Israele”. L’ufficio del primo ministro ha aggiunto che “Israele agisce contro tutti coloro che violano la legge in qualunque luogo” e quindi “non c’è spazio per misure drastiche su questa questione”.

Che ci sia o meno la necessità di un tale ordine esecutivo, il problema con il fatto che sia stato emesso proprio in questo momento è che sembra più che altro un tentativo, ingannevole e potenzialmente pericoloso, di creare un’equivalenza morale tra le atrocità genocide di Hamas e le aggressioni di alcuni ebrei a danno di palestinesi.

Come ha scritto sui social network l’ex direttore del Jerusalem Post Yaakov Katz, Hamas è un’organizzazione terroristica che controlla da quasi vent’anni la striscia di Gaza, dispone di decine di migliaia di combattenti e possiede decine di migliaia di razzi e altri armamenti. Il suo statuto predica l’annientamento dello stato ebraico. Gli estremisti israeliani in Cisgiordania sono un gruppo marginale e sparpagliato di persone fuorilegge che, per la maggior parte, sono coinvolte in incidenti violenti ma non in omicidi, e che soprattutto sono sotto inchiesta.

Israele deve certamente fare di più per contrastare questi gruppi, arrestarli e processarli. Ma Biden, nel tentativo di dimostrare che non fa favoritismi e che è severo con entrambe le parti, sta inviando un messaggio al mondo – più specificamente, alla non tanto marginale base elettorale filo-palestinese del partito Democratico – che il terrorismo di Hamas non è peggiore della violenza dei coloni ebrei. Ma tracciare questa falsa equivalenza non farà altro che incoraggiare i terroristi palestinesi a insistere con la loro campagna per eliminare Israele.

(Da: Jerusalem Post, 5.2.24)