29 giugno 2015

L’ufficio del primo ministro israeliano ha scritto una lettera indirizzata alla cinquantina di persone sulle quattro imbarcazioni della “flottiglia” diretta a Gaza, nella quale dà loro il benvenuto nel porto israeliano di Ashdod dicendo in tono sarcastico che evidentemente si sono persi e hanno sbagliato rotta. “Probabilmente volevate approdare in un posto non lontano da qui, la Siria – dice la lettera – dove il regime di Assad massacra ogni giorno la sua stessa popolazione, con il sostegno del regime assassino iraniano. Al contrario, Israele ha a che fare con una realtà in cui organizzazioni terroristiche come Hamas cercano di attaccare civili innocenti. Contro questi sforzi, difendiamo i cittadini israeliani in conformità al diritto internazionale”. La lettera continua dicendo: “Se foste veramente interessati ai diritti umani, non stareste navigando in solidarietà con un regime del terrore che mette a morte i residenti di Gaza senza processo e usa i bambini di Gaza come scudi umani”. La lettera precisa il numero di camion e le tonnellate di aiuti e materiale che passano ogni giorno da Israele a Gaza, sottolineando che ammontano a centinaia di migliaia di volte quanto trasportato dalle imbarcazioni della flottiglia. Allo stesso tempo, continua la lettera, Israele non è disposto a permettere il contrabbando di armi via mare verso i terroristi della striscia di Gaza, cosa che è stata fatta più volte in passato. Le autorità israeliane hanno ribadito domenica che Gerusalemme non ha alcuna intenzione di permettere alle imbarcazioni di raggiungere Gaza, e che gli organizzatori della flottiglia sono ben consapevoli che è in vigore un blocco navale conforme al diritto internazionale, e che tutti gli aiuti umanitari a Gaza possono passare attraverso i consolidati canali via terra. Israele ed Egitto hanno imposto un blocco navale su Gaza nel 2007 quando il gruppo terrorista Hamas prese il controllo del territorio, due anni dopo il ritiro israeliano, spodestando con un sanguinoso colpo di stato la dirigenza dell’Autorità Palestinese.