6 ottobre 2021

Varie fonti israeliane smentiscono che sia “fallita” l’operazione volta a raccogliere informazioni sulla sorte del co-pilota israeliano Ron Arad, di cui ha parlato lunedì alla Knesset il primo ministro israeliano Naftali Bennett. Yediot Aharonot ha citato una “alta fonte di intelligence” secondo la quale “il Mossad ha raggiunto lo scopo della missione”. Anche Israel HaYom cita una fonte di intelligence che la definisce “una delle operazioni più importanti e di successo per trovare informazioni di qualità su Arad”. Dal canto suo, l’ufficio del primo ministro ha rilasciato una dichiarazione in cui parla di “un’operazione di successo su eccezionali obiettivi operativi. Portare l’informazione ai membri della Knesset e al pubblico in generale è stato importante – continua la nota – dando espressione all’immenso sforzo e impegno per riportare a casa i nostri ragazzi anche molti anni dopo che sono stati presi in ostaggio dal nemico. La diffusione di qualsiasi altra informazione è infondata”. Bennett ha detto che alla rischiosa operazione hanno contribuito il Mossad, i servizi di sicurezza Shin Bet e le Forze di Difesa israeliane, e che Israele continuerà i suoi sforzi per riportare a casa Arad. Intanto si moltiplicano le illazioni. Secondo il sito di news saudita Al Arabiya, gli agenti del Mossad avrebbero estratto il DNA da una salma sepolta nel villaggio di Nabi Chit, nel nord del Libano, per verificare se si trattasse dei resti di Ron Arad. Invece, secondo il quotidiano arabo edito a Londra Rai al-Youm, il Mossad avrebbe catturato un generale iraniano in Siria e lo avrebbe interrogato in un paese africano prima di rilasciarlo. Tuttavia, va notato che Rai al-Youm, una testata che nella pagina di auto-presentazione definisce Israele “nostro nemico”, è considerato di discutibile credibilità nei suoi reportage sull’Iran.