Consiglio di Sicurezza dell’Onu: gli Usa si astengono, Hamas ringrazia

Il mondo abbandona gli ostaggi israeliani. L’ambasciatore d’Israele: “Come mai questo Consiglio può condannare i crimini di Boko Haram e gli attentati in Russia e Iran, ma non riesce a condannare quelli perpetrati in Israele?”

Lunedì 25 marzo: l’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite Gilad Erdan durante la riunione del Consiglio di Sicurezza

L’ambasciatore israeliano presso l’Onu, Gilad Erdan, ha criticato con veemenza il Consiglio di Sicurezza dell’Onu per aver adottato una risoluzione che chiede un immediato cessate il fuoco durante il mese di Ramadan (che termina fra due settimane) senza condizionarlo al rilascio degli ostaggi.

“Da un lato, la risoluzione afferma che prendere in ostaggio civili è una violazione del diritto internazionale – ha detto Erdan – Ma dall’altro, chiede un cessate il fuoco immediato nonostante sappiate bene che Hamas non ascolterà la vostra richiesta e non rilascerà affatto gli ostaggi subito e senza condizioni”.

Puntualmente, lunedì stesso Hamas ha ringraziato pubblicamente il Consiglio di Sicurezza per la richiesta di un cessate il fuoco immediato nella striscia di Gaza, e ha subito rilanciato chiedendo che il cessate il fuoco diventi “permanente e porti al ritiro di tutte le forze sioniste dalla striscia di Gaza”, affermando nel contempo di essere disposta a trattare per “un processo di scambio di prigionieri [sic] che porti al rilascio dei prigionieri di entrambe le parti”, senza impegnarsi affatto per un rilascio “immediato e incondizionato” come prevederebbe la risoluzione adottata dal Consiglio di Sicurezza. Qui il teso in inglese della risoluzione

L’astensione degli Usa ha permesso l’approvazione al Consiglio di Sicurezza di una risoluzione che chiede un cessate il fuoco immediato per Ramadan senza vincolarlo al rilascio di ostaggi

“L’incapacità del Consiglio di Sicurezza di condizionare il cessate il fuoco al rilascio degli ostaggi – ha continuato l’ambasciatore israeliano Erdan – non solo non è utile, ma mina gli sforzi per garantire il loro rilascio. È dannosa per questi sforzi perché alimenta l’aspettativa dei terroristi di Hamas di ottenere un cessate il fuoco senza liberare gli ostaggi”. Erdan ha ricordato al Consiglio che Israele non “voleva questa guerra”, ma voleva “cessate il fuoco e coesistenza”.

Erdan ha poi dato lettura di quella che, a suo avviso, avrebbe dovuto essere la risoluzione adottata dal Consiglio: una risoluzione che condannasse le violazioni dei diritti umani come la cattura di ostaggi e lo stupro, e ingiungesse al gruppo terroristico responsabile di cessare immediatamente tali abusi.

Solo al termine della lettura, Erdan ha rivelato che quello che aveva letto era in realtà il testo della risoluzione adottata dal Consiglio di Sicurezza dieci anni fa per condannare il rapimento di studentesse in Nigeria da parte di Boko Haram.

“Il Consiglio di Sicurezza – recitava quel testo – esige che il gruppo terroristico cessi immediatamente e inequivocabilmente tutte le ostilità e tutti gli abusi dei diritti umani e le violazioni del diritto internazionale umanitario, che disarmi e che si smobiliti. Il Consiglio di Sicurezza esige il rilascio immediato e incondizionato di tutte le persone rapite che rimangono in cattività. Il Consiglio di Sicurezza riconosce che alcuni di questi atti potrebbero costituire crimini contro l’umanità”.

“Come mai – ha chiesto infine l’ambasciatore israeliano – questo Consiglio può dire a Boko Haram di deporre le armi, ma non può intimare lo stesso ai terroristi assassini di Hamas? La vita del piccolo [ostaggio] Kfir Bibas vale meno della vita di un bambino nigeriano? Purtroppo, è lo stesso motivo per cui si possono condannare gli attacchi terroristici in Russia e Iran, ma non quelli in Israele: per questo Consiglio, il sangue degli israeliani ha poco valore. Questa è una farsa, e noi siamo disgustati”.

Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant, che si trova in visita negli Stati Uniti per incontrare alti funzionari dell’amministrazione a Washington, ha affermato: “Noi non abbiamo il diritto morale di fermare la guerra a Gaza finché non avremo riportato a casa tutti gli ostaggi”.

Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale americano, John Kirby, ha difeso la decisione di Washington di astenersi e di non opporre il veto alla risoluzione presentata lunedì al Consiglio di Sicurezza dell’Onu (che comunque non ha carattere vincolante), affermando che tale decisione non indica un cambiamento nella loro politica. Kirby ha detto: “Siamo coerenti nel nostro sostegno al cessate il fuoco e al rilascio degli ostaggi. Poiché la versione finale della proposta non include una condanna di Hamas, non abbiamo potuto votare a favore”.

Ma si sono astenuti, permettendone l’approvazione. Venerdì scorso Russia e Cina avevano opposto il veto a una risoluzione proposta dagli Stati Uniti proprio perché conteneva la condanna dell’attacco perpetrato da Hamas il 7 ottobre e sottolineava l’importanza di un cessate il fuoco immediato e duraturo: senza richiederlo esplicitamente, ma collegandolo alla liberazione degli ostaggi.

(Da: Times of Israel, YnetNews, Jerusalem Post, 25.3.24)