Hamas ruba il cibo ai palestinesi (e come al solito la colpa viene data a Israele)

E’ Hamas che sta usando la fame come arma di guerra, ed è Hamas che potrebbe porre fine a tutte le sofferenze e le morti se solo rilasciasse gli ostaggi e deponesse le armi

Di Jason Shvili

Jason Shvili, autore di questo articolo

“Israele sta intenzionalmente affamando la popolazione palestinese a Gaza” affermano gli “esperti” delle Nazioni Unite. Questa accusa è palesemente falsa: Israele non è né responsabile né complice della fame degli abitanti di Gaza.

In primo luogo, Israele facilita forniture di cibo senza precedenti a Gaza, nonostante gli enormi ostacoli.

In secondo luogo, a Gaza non c’è carenza di cibo.

In terzo luogo, è Hamas che sta affamando i civili di Gaza e usa la loro sofferenza per esercitare pressioni internazionali su Israele affinché interrompa la campagna volta a debellare il gruppo terroristico.

Date queste realtà di fatto, perché media e politici si bevono e perpetuano così volentieri la menzogna secondo cui Israele starebbe affamando la popolazione di Gaza?

Tutte le prove dimostrano che, sebbene a Gaza ci sia il cibo, la maggior parte degli abitanti di Gaza non può permetterselo. Motivo: Hamas impedisce agli abitanti di Gaza che ne hanno bisogno di accedere al cibo donato, lo ruba e lo rivende al mercato nero costringendo gli abitanti di Gaza a pagare prezzi esorbitanti per ciò che dovrebbe essere gratuito.

Di più. Hamas si dà da fare per sventare gli sforzi di Israele volti ad agevolare la consegna degli aiuti agli abitanti di Gaza attraverso uomini d’affari e clan locali, e lo fa minacciando violente rappresaglie contro i palestinesi che osano collaborare con Israele nel cercare di impedire i furti dei terroristi.

Hamas ruba il cibo e lo rivende al mercato nero costringendo gli abitanti di Gaza a pagare prezzi esorbitanti

Che media, politici, Nazioni Unite e ong incolpino Israele per le sofferenze dei civili di Gaza non è solo sbagliato e ingiusto: distoglie anche l’attenzione del mondo dalle vere ragioni della crisi alimentare di Gaza. Dove sono i reportage che smascherano gli sporchi affari di Hamas con il cibo che ruba dalle bocche di bambini e famiglie affamati? Dove sono gli appelli a fermare il saccheggio e perché il cibo donato venga consegnato in modo sicuro direttamente ai comuni abitanti di Gaza?

L’accusa secondo cui Israele starebbe “intenzionalmente affamando gli abitanti di Gaza” è una calunnia del sangue, denigratoria e non dimostrata. Non ci sono prove che Israele limiti intenzionalmente le forniture alimentari a Gaza. Al contrario, Israele compie grandi sforzi per consentire l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza.

“Non crediamo che ci sia fame nella striscia di Gaza – ha detto a Times of Israel un portavoce del Coordinatore delle attività governative israeliane nei Territori – Questo non vuol dire che non ci siano difficoltà in alcune aree, ma stiamo facendo tutto il possibile per facilitare grandi quantità di aiuti. Israele non ha posto assolutamente alcun limite alla quantità di aiuti. Israele è in grado di controllare 44 camion ogni ora ai valichi di Kerem Shalom e Nitzana (per evitare l’ingresso di armamenti ndr). Questo è molto di più di quello che può essere raccolto dall’altra parte. Possiamo effettuare ispezioni il più velocemente possibile, siamo più che disposti ad apportare miglioramenti. Abbiamo aggiunto manodopera, apparecchiature di scansione e orari di lavoro. Infatti, al momento Kerem Shalom può ispezionare più di quanto possa essere distribuito. Esiste una squadra delle Forze di Difesa israeliane che si incontra quotidianamente con le Nazioni Unite e altre organizzazioni umanitarie per capire cosa è necessario sul campo a Gaza. Sulla base di queste intese, diamo la priorità agli aiuti umanitari di cui hanno bisogno. Ma se ci sono organizzazioni o paesi che vogliono mandare più aiuti, saremo più che felici di facilitarli”.
(Da: Times of Israel, 19.3.24)

Negli ultimi cinque mesi, Israele ha consentito l’ingresso a Gaza di quasi 14.000 camion di aiuti, una media di circa 2.800 al mese, 665 alla settimana. Al momento entrano a Gaza circa 126 camion di cibo ogni giorno. Il Coordinatore delle attività governative israeliane nei Territori ha ripetutamente dichiarato che Israele “non pone alcun limite alla quantità di aiuti che possono entrare a Gaza”. Israele vede con favore ogni sforzo volto ad alleviare la situazione umanitaria a Gaza, compresa l’idea di inviare aiuti via mare.

Il cibo a Gaza è disponibile: ma a pagamento.

I media e molte ong descrivono la situazione umanitaria a Gaza come apocalittica, ma è una grossa esagerazione: si ricordi, ad esempio, che in Somalia nel 2011 venne dichiarata la “carestia” solo dopo la morte di 100.000 persone. Il Ministero della sanità di Gaza, controllato da Hamas, parla di 21 persone morte per malnutrizione e disidratazione: un evento senz’altro tragico, ma difficilmente lo si può definire come la catastrofe umanitaria di un’intera società.

Rafah, 6 marzo. Molti aiuti vengono depredati da bande armate più o meno affiliate a Hamas

I media pubblicano titoli del tipo “I residenti di Gaza sopravvivono grazie al mangime per animali mentre il cibo continua a diminuire”. In realtà i dati indicano che nei mercati di Gaza c’è cibo in quantità sufficiente, ma solo per coloro che se lo possono permettere a causa del mercato nero.

In un’intervista a The New Arab, l’abitante di Gaza Mohammed al-Ashram ha detto: “A causa dei prezzi irragionevoli riesco a malapena a comprare qualche verdura e un po’ di carne per i miei figli. Non abbiamo abbastanza cibo né acqua. Siamo costretti ad acquistarli al mercato nero”.

È a causa di Hamas che gli abitanti di Gaza come al-Ashram non ricevono gli aiuti che dovrebbero ricevere.

Hamas impedisce deliberatamente agli abitanti di Gaza di accedere agli aiuti umanitari. I terroristi di Hamas se li distribuiscono tra loro, poi vendono il resto al mercato nero. Un residente di Gaza ha detto a The Media Line: “Gli aiuti vanno alle bande. Hamas ne controlla il 70% e il resto va ai commercianti che lo vendono sul mercato. Non riceviamo aiuti se non per alcune cose in rare occasioni. Il resto è per Hamas, e i mercanti appartengono a Hamas. I prezzi sono molto alti e non possiamo comprare”.

L’intelligence israeliana stima che Hamas rubi circa il 66% degli aiuti destinati ai civili di Gaza. Il giornalista di Media Line ha anche visto uomini armati, che la gente del posto ha identificato come agenti di Hamas, circondare i camion degli aiuti e sparare in aria per tenere lontani i civili di Gaza.

Non contenta, Hamas impedisce ai civili di Gaza di assicurare la consegna sicura degli aiuti umanitari. Nel tentativo di impedire a Hamas di predare gli aiuti, Israele si sta adoperando per reclutare grandi famiglie e clan influenti, spesso ben armati. Ma molti clan si rifiutano di collaborare con Israele temendo rappresaglie da parte di Hamas.

La settimana scorsa Hamas ha “giustiziato” il leader del clan Doghmush, nel nord di Gaza, verosimilmente perché era entrato in contatto con Israele per supervisionare la distribuzione degli aiuti. Il sito web Al-Majd di Hamas ha minacciato tutti i palestinesi che osassero collaborare con Israele per mettere in sicurezza i convogli umanitari.

Fino a quando la morsa di Hamas su Gaza non sarà spezzata, è difficile immaginare di poterle impedire di depredare sistematicamente gli aiuti umanitari.

E’ Hamas che sta usando la fame come arma di guerra. Hamas sa che i nemici di Israele danno la colpa allo stato ebraico, aumentando così le pressioni su Israele perché ponga fine alla guerra, che è ciò che vuole Hamas per cavarsela. E la strategia di Hamas sembra funzionare, visto che molti leader occidentali fanno ricorso a ogni pretesto – prima le statistiche falsate sui morti civili, ora la “fame” – per aumentare la pressione su Israele affinché rinunci a debellare il barbarico gruppo terroristico votato all’uccisione degli ebrei.

Eppure Hamas potrebbe porre fine alle sofferenze dei palestinesi di Gaza. Per prima cosa, potrebbe smetterla di rubare gli aiuti alimentari destinati alla sua gente. In secondo luogo, potrebbe deporre le armi e rilasciare gli ostaggi, nel qual caso la fame a Gaza – e le morti da entrambe le parti – finirebbero. E a lungo termine la popolazione di Gaza si libererebbe dalla brutale repressione di Hamas e avrebbe la possibilità di vivere in pace con il suo vicino, Israele.

(Da: jns.org, 19.3.24)