Un “balletto sfida” tra un soldato israeliano e due ragazzini palestinesi è diventata virale su TikTok. Il video, intitolato “Il conflitto israelo-palestinese nel 2022”, mostra due bambini palestinesi che ballano in un campo fuori Jenin e un soldato israeliano che risponde alle loro mosse sulla musica di I’m Just a Kid dei Simple Plan. “All’inizio di giugno eravamo di rinforzo nell’area di Jenin presso la barriera di sicurezza che separa Israele da Giudea e Samaria – ha raccontato al sito dell’emittente Canale 12 il riservista delle Forze di Difesa israeliane Yal Hadok, 21 anni, residente a Kfar Sabah – A un tratto mi sono voltato e ho visto i due bambini che avevano iniziato a ballare dietro di me, e allora ho risposto al balletto”. Hadok, che ha postato il video martedì, non si aspettava che guadagnasse tanta popolarità (oltre 271.000 visualizzazioni entro mercoledì, con quasi 50.000 like). “È importante mostrare che siamo esseri umani e che non ci odiamo a vicenda – ha aggiunto il soldato – Non credo che le popolazioni di entrambe le parti vogliano la guerra. È stato commovente vedere le reazioni. Sono una persona molto positiva e spero che un giorno ci sarà pace nel mondo”.

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I capi di Hamas a Gaza hanno decretato nuove restrizioni al lavoro dei giornalisti, ancora più severe di quelle già in vigore, ma le hanno poi revocate dopo un duro confronto con la Foreign Press Association, l’ente che rappresenta i mass-media stranieri in Israele e nei territori palestinesi. All’inizio della settimana, gli stringer e traduttori palestinesi locali con cui i giornalisti stranieri devono necessariamente collegarsi sono stati informati delle nuove regole da messaggi diramati dal ministero dell’interno di Hamas. Fra l’altro, veniva loro ordinato di censurare ogni notizia circa gli abitanti di Gaza uccisi da razzi palestinesi fuori bersaglio e di attribuire esclusivamente a Israele la colpa per la recente escalation di violenze. La Foreign Press Association ha detto martedì che le linee-guida di Hamas sono state poi revocate. Tuttavia, la Associated Press ha sottolienato che Hamas ha comunque segnalato chiaramente quali sono le sue aspettative, esercitando un forte effetto intimidatorio sui palestinesi che a Gaza operano con giornalisti stranieri.
Gli israeliani che desiderano assistere alle partite della Coppa del Mondo, che si svolgerà questo novembre in Qatar, hanno scoperto mercoledì che la sezione del sito della FIFA che vende pacchetti gestiti in esclusiva dalla società Winterhill Hospitality non elenca Israele fra i paesi del Medio Oriente dove è possibile acquistare i biglietti, e indirizza gli acquirenti alla voce “Territorio palestinese, occupato”. Naturalmente il sito elenca invece tutti gli altri paesi che si trovano in Asia e Medio Oriente. In base agli accordi presi con la FIFA, il Qatar è obbligato a riservare lo stesso trattamento a tutti i paesi del mondo senza omettere nomi o bandiere. A giugno, Israele aveva raggiunto un accordo con la FIFA per consentire agli israeliani di recarsi in Qatar in occasione della Coppa del Mondo senza utilizzare un passaporto straniero, bensì una “Fan ID” online come visto d’ingresso per prenotare voli e soggiorno. Mercoledì sera è stato rimosso dall’elenco degli agenti sul sito l’agente di vendita nel “Territorio palestinesi occupato”.

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L’Authority aeroportuale israeliana ha annunciato l’avvio, a fine agosto, di un programma pilota volto a consentire a palestinesi di Cisgiordania di volare all’estero dall’aeroporto israeliano Ramon, 18 km a nord di Eilat. L’opzione farà risparmiare tempo e denaro ai palestinesi di Cisgiordania, che finora per volare all’estero dovevano passare via terra in Giordania. L’Authority ha annunciato martedì che la compagnia turca Atlas Global avvierà il programma pilota operando due volte a settimana voli speciali per la Turchia dall’aeroporto Ramon per i palestinesi di Cisgiordania, mentre il Coordinatore delle attività israeliane nei Territori COGAT si occuperà del trasferimento in autobus dalla Cisgiordania all’aeroporto di Ramon e dei necessari controlli di sicurezza.
“Le Forze di Difesa israeliane non consentiranno la presenza di città-santuario per i terroristi in Cisgiordania: raggiungeremo ogni terrorista, andando ovunque sia necessario”. Lo ha detto martedì il comandante della brigata regionale di Samaria, Roy Zweig, dopo l’operazione effettuata nella mattina a Nablus per l’arresto del terrorista delle Brigate Martiri di Al-Aqsa Ibrahim al-Nablusi, responsabile di diversi attacchi a fuoco contro soldati e civili israeliani. Una volta circondato l’edificio, le forze israeliane hanno intimato la resa ad al-Nablusi, che ha reagito aprendo il fuoco. Nel violento scontro che ne è seguito al-Nablusi è rimasto ucciso insieme a due suoi complici. Da sei mesi le forze di sicurezza erano sulle tracce di Al-Nablusi, autore fra l’altro di attacchi a fuoco contro pellegrini ebrei alla Tomba di Giuseppe. Secondo una fonte citata da YnetNews, nei giorni scorsi le forze della sicurezza hanno scoperto dove si era asserragliato e hanno aspettato il momento opportuno per catturalo. “Se i terroristi ricercati pensano di potersi nascondere tra i civili, supponendo che le Forze di Difesa israeliane non li attaccheranno, si sbagliano di grosso – ha aggiunto la fonte – Si sbagliano a Gaza e si sbagliano a Nablus”. Al-Nablusi era considerato dalle forze di sicurezza una “bomba a orologeria”. Nell’edificio, le truppe hanno trovato grandi quantità di armi, esplosivi e munizioni.

Il terrorista delle Brigate Martiri di Al-Aqsa Ibrahim al-Nablusi, in una foto dello scorso luglio (clicca per ingrandire)
In una dichiarazione al paese, lunedì sera, dopo la fine dei tre giorni di combattimenti contro la Jihad Islamica a Gaza, il primo ministro israeliano Yair Lapid ha detto che tutti gli obiettivi dell’operazione sono stati conseguiti e la deterrenza di Israele ripristinata. Lapid si è anche rivolto direttamente ai palestinesi di Gaza dicendo loro che le cose potrebbero essere molto diverse se rifiutassero la violenza. “Durante l’intera operazione – ha detto Lapid – è stato fatto uno sforzo speciale per evitare di colpire persone non coinvolte. Lo stato d’Israele non si scuserà per aver difeso i propri abitanti ricorrendo alla forza, ma la morte di innocenti, in particolare bambini, è sempre straziante. Desidero rivolgermi agli abitanti di Gaza e dire loro: esiste un altro modo. Noi sapremo sempre difenderci da chiunque ci minacci, ma sappiamo anche dare lavoro, mezzi di sussistenza e una vita dignitosa a tutti coloro che vogliono vivere in pace al nostro fianco. C’è un altro modo di vivere: il percorso degli Accordi di Abramo, del vertice del Negev, dell’innovazione e dell’economia, dello sviluppo regionale e dei progetti comuni. La scelta sta a voi. Il vostro futuro dipende da voi”. Lapid ha ringraziato l’establishment della difesa e i mediatori egiziani, e poi ha aggiunto: “Desidero anche ringraziare l’opposizione e il leader dell’opposizione Benjamin Netanyahu, che ha dimostrato senso di responsabilità e ha sostenuto il governo durante l’operazione”. Dal canto suo, Netanyahu ha affermato: “Mi congratulo con il governo, i servizi di sicurezza e i nostri soldati delle Forze di Difesa per quest’altra operazione di successo contro il terrorismo a Gaza. Nella lotta al terrorismo, siamo tutti uniti. Non c’è opposizione, non c’è coalizione”. Il ministro della difesa Benny Gantz ha spiegato i tre chiari obiettivi raggiunti da Israele con l’operazione “Breaking Dawn”: rimuovere la “minaccia immediata” che incombeva sulla popolazione israeliana nella regione ai confini con Gaza; preservare “la libertà d’azione operativa”; mantenere la deterrenza contro nemici che minacciano i cittadini e la sovranità d’Israele. “Anche in futuro, se necessario, condurremo attacchi preventivi – ha concluso Gantz – per proteggere i cittadini di Israele, la nostra sovranità e le nostre infrastrutture. Questo vale su tutti i fronti, da Teheran a Khan Yunis [Gaza]”.
L’ambasciatore israeliano all’Onu Gilad Erdan ha chiesto al Consiglio di Sicurezza di condannare il sistematico lancio di razzi della Jihad Islamica Palestinese contro i civili contrapponendolo alla condotta delle Forze di Difesa israeliane che, ha ricordato, hanno interrotto diversi attacchi per non colpire civili e in particolare hanno annullato per tre volte all’ultimo minuto l’attacco contro un capo terrorista per via della presenza di bambini nelle vicinanze. Durante una conferenza stampa alla vigilia della riunione di lunedì sera del Consiglio di Sicurezza sulla recente escalation tra Israele e Jihad Islamica, Erdan ha mostrato le immagini dell’operazione abortita, sottolineando: “L’aviazione israeliana ha interrotto la missione tre volte, ripeto: tre volte, per la presenza di bambini nella zona”. L’ambasciatore israeliano ha esortato il Consiglio di Sicurezza a emettere una netta condanna della Jihad Islamica affermando che non farlo significa solo “incentivarli a insistere con i loro metodi deleteri”.
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