Le sofferenze palestinesi sono interamente colpa di Hamas

Il cessate il fuoco dipende da Hamas: basta che si arrenda e liberi gli ostaggi. Non ci vuole un genio per capirlo, potrebbero arrivarci persino l’Onu e Guterres

Di Noah Beck

Il rappresentante vicario degli Usa al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, Robert A. Wood, pone il veto a una risoluzione sul cessate il fuoco immediato che non nomina Hamas e le permetterebbe di continuare a controllare Gaza “gettando solo i semi per la prossima guerra”.

Quando le terribili immagini delle sofferenze dei civili di Gaza inondano i media e infiammano le passioni al di là di ogni pensiero razionale, la sfida è rimanere lucidi riguardo alle responsabilità per gli orrori a cui assistiamo.

Ricade interamente su Hamas la colpa per tutte le sofferenze subite dagli abitanti di Gaza dopo il 7 ottobre, tanto è vero che fino al 6 ottobre non c’era alcun motivo perché Israele scatenasse la sua forza militare su Gaza. In effetti, la mattanza del 7 ottobre è stata in parte resa possibile proprio dal fatto che Hamas ha ingannato Israele facendo credere che fosse interessata più allo sviluppo economico della striscia che a un ennesimo sanguinoso conflitto.

Ma il 7 ottobre Hamas ha invaso il territorio sovrano di Israele, ha rapito oltre 230 israeliani e in un giorno ha massacrato circa 1.400 persone, l’equivalente in proporzione di diciassette volte la strage dell’11 settembre negli Stati Uniti. Inoltre, l’orribile ferocia di quegli omicidi e rapimenti, anche in numeri molto più modesti, avrebbe spinto qualunque altro paese a reagire in modo anche più aggressivo e determinato di quanto Israele abbia fatto finora. Con “un solo” 11 settembre, gli Stati Uniti si sono lanciati per decenni in guerra contro due paesi dall’altra parte del pianeta, causando centinaia di migliaia di morti anche civili.

Pertanto una pesante risposta militare alle atrocità di massa commesse da Hamas era del tutto prevedibile, il che fa di Hamas l’unico e consapevole responsabile del conflitto che ha scatenato. In termini legali, Hamas è stata la causa sine qua non della guerra in corso: nessun massacro di Hamas il 7 ottobre in Israele, nessuna operazione militare da parte di Israele a Gaza.

Sarebbe irresponsabile da parte di qualsiasi governo israeliano non perseguire lo sradicamento completo di Hamas dopo quel massacro del 7 ottobre che ha reso evidente e innegabile l’intento genocida dell’organizzazione terroristica. La Carta di Hamas proclama apertamente l’obiettivo di uccidere tutti gli ebrei, ma tale obiettivo non era mai stato perseguito su una scala così devastante e con atrocità così mostruose, orgogliosamente registrate e diffuse dalla stessa Hamas.

Ghazi Hamad, vice primo ministro e membro del politburo di Hamas: “Ripeteremo il 7 ottobre più e più volte fino alla distruzione di Israele” (clicca la foto per la notizia con il filmato)

Di più. La quantità di armi, munizioni e provviste che di cui erano muniti gli autori del crimine dimostra che Hamas intendeva attaccare altre importanti città israeliane per una durata di settimane, con lo scopo di mietere il massimo numero possibile di vite israeliane, cosa ulteriormente evidenziata dalle istruzioni rinvenute addosso agli assassini su come realizzare un’arma chimica al cianuro. Non basta. Hamas ha anche apertamente dichiarato che intende ripetere più e più volte il 7 ottobre fino alla distruzione di Israele.

Dunque non possono esserci dubbi sulle intenzioni di Hamas, né alcuna illusione che Israele possa in qualche modo convivere con un vicino del genere, o che ci sia qualche speranza di coesistenza pacifica con i palestinesi dentro o fuori Gaza finché c’è di mezzo Hamas.

Quindi ricade su Hamas la colpa per aver iniziato l’attuale guerra e ricade su Hamas la colpa per ogni singolo giorno in cui la guerra continua, con tutte le sue conseguenze in fatto di vittime civili, danni alle proprietà, crisi umanitarie e miseria generale.

Hamas può porre fine immediatamente a tutte le sofferenze di Gaza rilasciando tutti gli ostaggi e offrendo una resa incondizionata, cosa che ovviamente porterebbe alla cessazione di ogni azione dell’esercito israeliano non appena la capitolazione di Hamas fosse comprovata. …

Quanto a lungo questa guerra farà danni e vittime a Gaza dipende interamente da Hamas. Dopo il massacro del 7 ottobre, tutti sanno che l’operazione militare di Israele non potrà fermarsi finché la minaccia di genocidio posta da Hamas ai civili israeliani non sarà eliminata.

Quindi l’unica domanda è: quanti morti e quanta distruzione Hamas intende infliggere ai civili di Gaza prima di smettere di combattere? E la comunità internazionale dovrebbe fare finalmente quello che non ha mai fatto: fare enorme pressione su Hamas affinché accetti la sconfitta “al più presto” e si arrenda senza condizioni, al fine di risparmiare ai civili di Gaza ulteriori morti e devastazioni.

In effetti, la colpa per le miserie degli abitanti di Gaza ricade anche sulla comunità internazionale, che ha sempre consentito a Hamas di mantenere il suo distruttivo imperio del terrore, giacché in ogni precedente tornata di scontri provocati da Hamas ha sempre fatto pressione su Israele perché accettasse il cessate il fuoco. Se governi, mass-media e leader mondiali sostenessero una decisiva vittoria militare di Israele, ciò libererebbe gli abitanti di Gaza dai loro dispotici padroni di Hamas e creerebbe finalmente una speranza per la pace e per un futuro migliore a Gaza. Ma finché Hamas potrà perdurare, gli abitanti di Gaza continueranno a soffrire […].

(Da: YnetNews, 10.12.23)

 

“Non credo che nessun Segretario Generale delle Nazioni Unite abbia mai fatto tanto per garantire la sopravvivenza di un’organizzazione terroristica”. Lo ha detto lunedì Eylon Levy, portavoce dell’ufficio del primo ministro israeliano, facendo riferimento al ricorso da parte di Antonio Guterres, lo scorso 6 dicembre, all’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite che consente al Segretario Generale di portare all’attenzione del Consiglio di Sicurezza questioni che considera una minaccia alla sicurezza internazionale. Invocando l’art. 99 come non aveva mai fatto prima per nessun altra crisi, Guterres ha inviato una lettera al Consiglio di Sicurezza esortandolo a esigere un cessate un fuoco immediato. Tredici dei quindici membri del Consiglio di Sicurezza hanno votato a favore della risoluzione. Gli Stati Uniti hanno posto il veto, mentre la Gran Bretagna si è astenuta.

“Questa guerra finirà quando i bambini di Be’eri e Nir Oz potranno dormire di nuovo al sicuro nei loro letti – ha detto Levy – Questa guerra finirà quando i diplomatici che alle Nazioni Unite hanno votato per salvare Hamas si sentiranno al sicuro a fare da babysitter a Kfar Aza alla piccola Abigail Edan [la bambina di 4 anni che era stata rapita da Hamas dopo aver visto assassinare entrambi i suoi genitori] . Lo chiameremo il ‘test del babysitter diplomatico’ per decretare la fine alla guerra”.

Dopo aver espresso l’apprezzamento d’Israele per la posizione degli Stati Uniti, l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha dichiarato: “È scioccante che, mentre Hamas continua a lanciare razzi contro Israele dai centri abitati del sud di Gaza, le Nazioni Unite siano impegnate a discutere una risoluzione stravolta, che consentirà ai terroristi di Hamas di rimanere al potere senza nemmeno condannarli. Un cessate il fuoco sarà possibile solo con il ritorno di tutti gli ostaggi e la distruzione di Hamas”.
(Da: jns.org, 11.12.23)