L’unico appello dovrebbe essere: “Hamas, arrenditi”

Si vuole che cessino le morti? Allora la si smetta di incolpare Israele e si invochi la resa dei terroristi. Come mai non lo fa nessuno? Eppure è ciò che metterebbe immediatamente fine alle sofferenze di tutti

Di Walter E. Block

Walter E. Block, autore di questo articolo

L’obiettivo di una guerra è costringere il nemico alla resa. Questo è precisamente l’obiettivo delle Forze di Difesa israeliane nell’attuale guerra contro Hamas. Hamas si è arresa? Hanno restituito tutti gli ostaggi che trattengono in questo momento, e non solo alcuni di essi? Queste domande contengono in se stesse la risposta: Hamas non ha fatto nulla di tutto questo.

Pertanto gli israeliani continuano a combattere contro i selvaggi che il 7 ottobre 2023 hanno invaso il loro paese e hanno ucciso, mutilato e violentato migliaia di persone innocenti, una quantità notevole in proporzione alla popolazione.

Eppure l’opinione mondiale è ora chiaramente schierata a sostegno di un’altra tregua, o un cessate il fuoco, o una sospensione delle ostilità. Secondo Al Jazeera, “Israele si merita tutte le critiche pubbliche globali che sta ricevendo”. La CNN titola: “Il mondo si sta volgendo contro la guerra di Israele a Gaza, e molti israeliani non ne capiscono il motivo”. Un servizio del quotidiano Australian Financial Review afferma che “Israele sta vincendo la guerra contro Hamas, ma perdendo l’opinione pubblica che si volge contro Israele al crescere del numero delle vittime civili palestinesi”. I canadesi hanno rincarato con queste parole: “L’opinione mondiale comincia a rivoltarsi contro la guerra israeliana contro la popolazione di Gaza [sic]”.

Questi i paesi che al momento stanno boicottando Israele perché continua la guerra contro Hamas: Afghanistan, Algeria, Bahrein, Bangladesh, Brunei, Iran, Iraq, Kuwait, Libano, Libia, Malesia, Marocco, Oman, Pakistan, Qatar, Arabia Saudita, Somalia , Sudan, Siria, Tunisia, Emirati Arabi Uniti, Yemen.

Le rappresentanze israeliane nel mondo (nella foto, quella a Varsavia) hanno avviato una campagna per Kfir e Ariel Bibas, due bambini israeliani rapiti da Hamah. Kfir, di 11 mesi, e suo fratello Ariel di 4 anni sono stati deportati a Gaza insieme ai loro genitori Yarden e Shiri e sono tenuti in ostaggio da 62 giorni

Sì, è vero, la situazione degli abitanti di Gaza è terribile. Ma di chi è la colpa? In effetti, una parte di responsabilità è dell’Egitto che potrebbe accogliere molte persone come sfollati ma si rifiuta. Tuttavia, la vera grande colpa è di Hamas. Non si arrendono, i capi se ne stanno nascosti (alcuni all’estero), trattengono molti ostaggi. Israele dovrebbe desistere e arrendersi in queste condizioni?

Caso mai bisognerebbe incolpare Israele di un’altra cosa: d’aver mandato prematuramente i suoi soldati a Gaza prima d’aver assicurato il terreno con ulteriori bombardamenti. Così fecero gli Alleati prima di entrare in Germania e in Giappone. In quelle fasi finali della guerra, quasi non vi furono caduti americani. Qui invece, in due mesi si contano decine di soldati israeliani morti nei combattimenti a causa dell’accanimento dei terroristi di Hamas e dei loro tunnel pieni di trappole esplosive. Gli ebrei, qui, sono le vittime, costretti a combattere unicamente per legittima difesa. (…)

Se i palestinesi abbandonassero le armi, ci sarebbe la pace. Gli israeliani non sono interessati ad accaparrarsi quel territorio. Sono troppo occupati a far fiorire il deserto (è un cliché, ma è basato sulla verità) e a vincere premi Nobel. Quando hanno conquistato territori, è sempre stato il risultato di guerre scatenate contro di loro dai loro nemici. Al contrario, se gli israeliani abbandonassero le armi non ci sarebbero più né Israele né gli israeliani. Dopo il 7 ottobre, nessuno può dubitare di questo.

Si vuole che la strage finisca? Allora la si smetta di incolpare Israele e si convinca Hamas ad arrendersi e rilasciare gli ostaggi. Così ci sarà la pace dei giusti. I bambini palestinesi non dovranno più soffrire, e i feriti verranno rapidamente curati: negli ospedali israeliani.

(Da: Israel HaYom, 7.12.23)

Melanie Phillips

Scrive Melanie Phillips: Fingono di non vedere la differenza che c’è fra un massacro deliberato di innocenti e l’uccisione involontaria di civili in una guerra legittima. Tacciono il fatto che Hamas cerca di ottenere il massimo numero possibile di israeliani uccisi (oltre a usare deliberatamente i palestinesi come carne da cannone), mentre Israele fa di tutto, come nessun altro esercito al mondo ha mai fatto, per risparmiare il più possibile le vite dei civili. Omettono che tra i palestinesi uccisi ci sono migliaia di terroristi di Hamas e altri gruppi (per lo più in abiti civili, talvolta anche minorenni) e al contrario calunniano Israele sostenendo che uccide in modo deliberato donne e bambini. Chiamano “resistenza” il proposito palestinese di sterminare gli ebrei, e chiamano “genocidio” la resistenza che Israele oppone al proprio annientamento.

Rifiutandosi di distinguere tra gli aggressori di Hamas e gli aggrediti israeliani, invocano il cessate il fuoco da parte di Israele. Nessuno di loro chiede la resa di Hamas, cosa che metterebbe immediatamente fine a tutte le sofferenze e uccisioni. Un cessate il fuoco da parte di Israele, al contrario, segnerebbe la vittoria di Hamas che resterebbe al potere, condannando ancora più civili israeliani alla tortura, allo stupro, all’assassinio.

Dunque, coloro che vogliono che Israele “fermi le uccisioni” non sono dei miti pacifisti devoti all’ideale della fratellanza del genere umano. Sono dei cretini morali. E purtroppo, oggi ce ne sono moltissimi in Occidente.

Così si capisce come mai l’istigazione al genocidio nei campus universitari viene volutamente ignorata, come mai coloro che inneggiano alla “globalizzazione dell’intifada” e all’annientamento dello stato ebraico marciano insieme a quelli che dicono di voler solo fermare le uccisioni, come mai femministe e organizzazioni a difesa delle donne sono rimaste in silenzio sul barbarico stupro, assassinio e mutilazione sessuale delle donne israeliane ad opera dei terroristi palestinesi di Gaza.

Il pogrom di Hamas e la guerra a Gaza stanno agendo come il pasto di bario, il mezzo di contrasto che mette in risalto all’interno del corpo dell’Occidente una profonda malattia che potrebbe rivelarsi terminale.

(Da: jns.org, 7.12.23)