Se l’Onu corre in aiuto dei terroristi di Hamas

Con l’eccezione del 1947, l’Onu ha sempre odiato Israele e si è giocato ogni residua autorità morale

Di Daniel G. Saunders

Daniel G. Saunders, autore di questo articolo

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione (non vincolante) che chiede un cessate il fuoco immediato a Gaza. Ineluttabilmente, la risoluzione è diretta contro Israele. Non parla delle atrocità di Hamas, che non viene nemmeno nominata, né della minaccia che Hamas costituisce per la sopravvivenza stessa di chi vive in Israele.

Il voto dell’Assemblea Generale sembra progettato per correre in aiuto di Hamas, che sta cadendo a pezzi con i suoi combattenti (che dovrebbero “amare la morte” più della vita) che si arrendono in massa anziché farsi uccidere. Un cessate il fuoco duraturo preserverebbe gli uomini e il materiale militare rimasti al gruppo terroristico e consentirebbe a Yahya Sinwar e altri capi terroristi di fuggire portandosi in salvo in Iran, Qatar o Turchia.

A parte il 29 novembre 1947 – quando l’Assemblea Generale dell’Onu, forse per un caso fortuito, approvò la spartizione del paese e la nascita dello stato ebraico accanto a uno stato arabo (risoluzione accettata dagli ebrei e rifiutata dagli arabi) – l’Onu ha sempre odiato Israele come risultato di un mix fatto di odio verso gli ebrei, sponsorizzazione sovietica/russa del mondo arabo, potere del petrolio arabo, generale solidarietà del Terzo Mondo e diffusi sentimenti di anti-americanismo/anti-occidentalismo.

Molte persone, me compreso, hanno denunciato l’attiva collaborazione delle Nazioni Unite con i nemici di Israele. Per citare solo alcuni punti: l’Unrwa, l’agenzia Onu che si occupa dei profughi palestinesi, funziona secondo regole diverse rispetto all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati che si occupa di tutte le altre situazioni di profughi, regole appositamente progettate per perpetuare all’infinito il conflitto israelo-palestinese. L’Unrwa ha tutta una storia di collaborazione con Hamas: insegnanti di Hamas insegnano nelle scuole dell’Unrwa utilizzando materiale didattico che indottrina all’odio violento verso gli ebrei; Hamas immagazzina armi e munizioni nei siti dell’Unrwa; i soldati delle Forze di Difesa israeliane riferiscono di essere presi di mira da cecchini palestinesi appostati nelle scuole dell’Unrwa.

14 dicembre: terroristi palestinesi si arrendono e consegnano le armi uscendo dall’ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza, dove si erano asserragliati. Daniel G. Saunders: “L’Onu corre in aiuto di Hamas che sta cadendo a pezzi”

Non va molto meglio coi caschi blu dell’Unifil in Libano. Avrebbero il compito di garantire l’attuazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza che proibisce il posizionamento in armi di Hezbollah lungo il confine israeliano. Invece, ha lasciato che il gruppo terroristico sciita libanese sostenuto dall’Iran accumulasse fino a 150.000 missili, molto più di quelli che aveva Hamas prima del 7 ottobre, e ora alcuni di questi ordigni vengono lanciati contro il nord di Israele.

Le Nazioni Unite non sono riuscite neanche a condannare adeguatamente la strage perpetrata dai terroristi palestinesi il 7 ottobre in Israele, e nemmeno a indicare Hamas come l’aggressore. Scandalosamente UN Women, l’organismo delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne, per quasi due mesi non ha detto una parola sugli stupri e femminicidi in massa delle donne israeliane, per poi balbettare una laconica dichiarazione in cui si dice “allarmata” dai resoconti di atrocità di genere e violenze sessuali durante gli attacchi di Hamas.

Ma tutto questo non fa che sottolineare la bancarotta morale del mondo in cui viviamo. Che autorità morale può avere un’Assemblea Generale in cui pesano i voti di Cina, Russia, Corea del Nord, Iran, Siria, Arabia Saudita, Birmania/Myanmar e potremmo continuare? Non ne ha. E’ un grado di individuare il male e contrastarlo? Ancora una volta, no. Può schierarsi dalla parte di chi ha ragione e contribuire alla sua vittoria? No, non lo può fare, perché per l’Onu questo significherebbe firmare la propria condanna a morte.

(Da: Times of Israel, 13.12.23)