Se ne discute in Israele

Alcuni commenti dagli editoriali della stampa israeliana del 5 novembre

image_1888Ha’aretz parla dello sciopero degli insegnati israeliani, entrato nella sua terza settimana, e afferma che “la gente ha capito che il sistema educativo del paese attraversa una crisi profonda e sembra appoggiare la lotta degli insegnanti ben al di là della questione dell’aumento che riceveranno”.

Il Jerusalem Post commenta il 90esimo anniversario della Dichiarazione Balfour (2 novembre 1917) e afferma che oggi, come novant’anni fa, vi sono coloro che considerano una provocazione insopportabile il riconoscimento dei diritti nazionali del popolo ebraico. Ma ormai, se non lo era già prima, sicuramente a partire dall’11 settembre dovrebbe essere chiaro che, per l’ideologia estremista islamista, la ‘provocazione insopportabile’ non è Israele né qualche altra espressione occidentale, bensì l’esistenza stessa dell’occidente e la sua indipendenza”.

Yediot Aharonot mette a confronto la flessibilità di Israele sulla questione di Gerusalemme con la posizione ferma, univoca e intransigente dei palestinesi. L’editoriale chiede al governo di affermare in modo inequivocabile la posizione di Israele circa i luoghi santi di Gerusalemme, esattamente come fanno i palestinesi, “prima che le porte di Annapolis si chiudano”.

Ma’ariv scrive che, dopo quelle che chiedono al governo di preservare la qualità della vita palestinese, è tempo di presentare un petizione all’Alta Corte di Giustizia per chiedere che il governo protegga la vita degli israeliani che vivono a Sderot e nelle zone circostanti la striscia di Gaza.

(Da: quotidiani israeliani, 05.11.07)