Trovati in Galilea i resti di un’antica sinagoga con pavimento in mosaico

Ulteriore testimonianza della fioritura ebraica nel nord di Israele nei secoli successivi alla distruzione del Secondo Tempio

image_1934Durante gli scavi effettuati sotto gli auspici dell’Università di Gerusalemme nel parco nazionale Arbel National, in Galilea, sono stati trovati i resti di un’antica sinagoga dell’epoca romano-bizantina.
Gli scavi, nel Khirbet Wadi Hamam, erano diretti da Uzi Leibner, dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Gerusalemme, e dello Scholion – Interdisciplinary Research Center in Jewish Studies.
Leibner spiega che il disegno della sinagoga è un buon esempio della tradizione dell’architettura romana orientale, e che il disegno del pavimento a mosaico presenta caratteristiche uniche.
Le rovine della sinagoga sono situate ai piedi del monte Nitai, sulle scogliere che sovrastano il lago di Tiberiade, tra i resti di un grande villaggio ebraico del periodo romano-bizantino. La prima stagione di scavi ha rivelato la parte settentrionale della sinagoga, con due file di panche lungo i muri. L’edificio venne costruito in basalto e calcare utilizzando anche elementi di una struttura precedente esistente sul sito.
Gli archaeologi non concordano sulla datazione delle antiche sinagoghe di Galilea. L’opinione generale è che possano essere attribuite al tardo periodo romano (II-IV secolo e.v.), un’epoca di fioritura culturale e politica degli ebrei in Galilea. Recentmente alcuni ricercatori sono giunti a ritenere che queste sinagoghe siano state costruite soprattutto durante il periodo bizantino (V e VI secolo e.v.), l’epoca in cui il cristianesimo divenne più potente e, a quanto sembra, gli ebrei subirono persecuzioni. Leibner osserva che questa differenza di opinioni tra gli studiosi ha un grande significato per ridisegnare eventualmente il quadro storico degli ebrei in Terra d’Israele in quei tempi.
Gli archeologi sono stati sorpresi nel trovare nella navata orientale della sinagoga una decorazione musiva che finora non ha eguali né in altre sinagoghe, né in generale nell’arte del periodo romano-bizantino in Israele. Il mosaico è composto da piccole pietre (4 mm) di vari colori. La scena raffigura alcuni lavoratori del legno che tengono in mano gli arnesi della loro professione. Vicino a loro si vede una struttura monumentale che apparentemente stanno costruendo. Secondo Leibner, poiché nell’arte delle sinagoghe si trovano di solito scene bibliche, è possibile che in questo caso si tratti della costruzione del Tempio, o dell’arca di Noè, o della torre di Babele. Il pavimento a mosaico è stato rimosso dagli scavi ed è ora in restauro.
Gli archeologi del sito stanno anche cercando, con i loro scavi, di ottenere un quadro più chiaro della vita nei villaggi rurali nella Galilea all’epoca romana. Oltre a scavare la sinagoga, stanno anche portando alla luce abitazioni e altre strutture, come una sofisticata pressa per olive e solide case a due piani.
“Vi sono alcuni che tendono a credere che gli abitanti dei villaggi rurali dell’epoca vivessero in case povere o in capanne e che che le magnifiche sinagoghe fossero in contrasto con le case che le circondavano – dice Leibner – Se è vero che le sinagoghe erano di qualità superiore a quella delle altre strutture del villaggio, tuttavia l’ottima qualità delle abitazioni trovate qui testimonia il buon livello economico degli abitanti”.
Agli scavi hanno partecipato studenti dell’Istituto di Archologia dell’Università di Gerusalemme, gruppi di giovani stranieri e molti altri volontari.

(Da: Università di Gerusalemme, Dept. of Media Relations, 21.11.07)

Nella foto in alto: carpentiere al lavoro raffigurato sul pavimento musivo rinvenuto nella sinagoga di epoca romano-bizantina da poco scoperta in Galilea