“Sono un arabo pacifista e ateo, e prego per i soldati israeliani”

Le menzogne e le calunnie sulla storia ebraica e su Israele sono responsabili di questa guerra e di ogni morte, da entrambe le parti

Di Fred Maroun

Fred Maroun, autore di questo articolo

Odio la guerra. Odio la guerra dal 1975, quando iniziò la guerra civile libanese e io ero un adolescente libanese di quattordici anni. Sostengo sempre la pace come alternativa alla guerra, quando le parti possono negoziare la pace invece di ammazzarsi a vicenda.

Ma la chiave per una pace negoziata è la volontà di negoziare. A Gaza non esiste tale volontà. Israele ha lasciato Gaza libera e sgombra nel 2005 e quasi immediatamente Hamas ha violentemente rimosso l’Autorità Palestinese e ha iniziato a lanciare attacchi terroristici contro Israele. E se anche qualcuno sperava che gli abitanti di Gaza fossero in qualche modo, nel profondo, favorevoli a vivere in pace con Israele, la mattanza del 7 ottobre e le celebrazioni che ne sono seguite hanno fatto a pezzi quelle ingenue speranze.

Per questo motivo una pace negoziata con Hamas non è un’opzione. Hamas deve essere eliminata in modo che Israele possa instaurare pace e stabilità, che gli abitanti di Gaza lo vogliano o no.

È qui che entrano in gioco le Forze di Difesa israeliane. Israele e il resto del mondo civile hanno bisogno che le Forze di Difesa israeliane demoliscano il formidabile arsenale bellico che Hamas e i suoi alleati hanno costruito a Gaza sotto forma di tunnel, lanciarazzi e assassini addestrati.

Non è un compito facile né esente da pericoli. Più di 130 soldati sono già morti nell’operazione di terra e con ogni probabilità altri moriranno finché questa operazione necessaria non sarà completata.

Molte persone parlano dei civili innocenti di Gaza che, come è stato osservato, potrebbero non essere tutti così innocenti né civili. Tuttavia, la mia preoccupazione principale riguarda i soldati delle Forze di Difesa israeliane.

Nomi e volti dei soldati e ufficiali israeliani caduti difendendo il paese dai terroristi: clicca la foto per la pagina YnetNews (in inglese), poi clicca su “read more” e scrolla

Questi soldati sono stati gettati in una guerra che non volevano. Moltissimi di loro hanno lasciato normali occupazioni di lavoro e di studio per andare a rischiare la vita in una terra piena di imboscate e trappole esplosive, e dove spietati assassini possono sbucare in qualsiasi momento da una moltitudine di tunnel ricavati sotto edifici civili come scuole, ambulatori, moschee.

Da quando il 27 ottobre è iniziata l’operazione di terra, continuo a pensare a questi soldati e prego per loro, almeno per quanto può pregare un ateo. Se c’è qualche forma di Dio, voglio che Dio veda e senta che i soldati delle Forze di Difesa israeliane stanno facendo quanto è necessario per poter costruire la pace.

Voglio che capisca che il mondo ha tradito gli israeliani e gli abitanti di Gaza permettendo a Hamas di trasformare Gaza in una formidabile macchina del terrore che usa sistematicamente i civili come scudi umani. Ha tradito fornendo finanziamenti che dovevano essere utilizzati per il benessere degli abitanti di Gaza e invece sono stati utilizzati per il terrorismo sotto gli occhi delle cosiddette organizzazioni umanitarie.

Voglio che Dio capisca che tanti decenni di calunnie e falsità sulla storia ebraica e su Israele sono diretti responsabili di questa guerra e di ogni morte, da entrambe le parti. La bufala corrente secondo cui Israele sarebbe una “colonia europea” non è una bugia innocente: è una menzogna che perpetua la guerra indottrinando intere generazioni affinché odino Israele e tutti gli ebrei.

Voglio che Dio sia a fianco dei soldati delle Forze di Difesa israeliane ogni minuto di ogni giorno, finché non avranno finito e torneranno a casa sani e salvi alle loro famiglie.

Questa è la mia preghiera da ateo. Dato che le potenze su questa terra non hanno le giuste priorità e non riconoscono chi sta rischiando la vita per la pace, non mi resta che sperare, contro ogni aspettativa reale, che vi sia una potenza sopra di noi che se ne prenda cura.

(Da: Times of Israel, 19.12.23)