6 luglio 2020

Israele adotta provvedimenti per fermare la minaccia nucleare iraniana. Lo ha ribadito domenica il ministro degli esteri israeliano Gabi Ashkenazi rispondendo a una domanda sulla misteriosa esplosione della scorsa settimana a Natanz, in Iran, che ha danneggiato un sito di produzione di centrifughe in un impianto nucleare. “Abbiamo una politica di lungo termine, passata da un governo all’altro, che mira a non consentire all’Iran di dotarsi di capacità nucleari – ha detto Ashkenazi partecipando alla conferenza di Ma’ariv e Jerusalem Post in occasione del decimo anniversario dell’adesione di Israele all’Ocse – Con tali capacità quel regime rappresenterebbe una minaccia esistenziale per Israele, e Israele non può permettere che schieri le sue forze al nostro confine settentrionale”. Pertanto, ha aggiunto Ashkenazi, “adottiamo provvedimenti di cui è meglio non parlare. Il problema non è solo che non ottengano armi nucleari. E’ che continuano ad armare gruppi in tutto il Medio Oriente. Basta guardare a Hezbollah in Libano. Ecco perché stiamo facendo grandi sforzi diplomatici in tutto il mondo”. A proposito del piano Trump, Ashkenazi ha detto: “Pensiamo che rappresenti un’opportunità. E’ la prima volta che un piano affronta le due maggiori preoccupazioni di Israele: preservare la sicurezza nazionale e la propria maggioranza ebraica. Il piano Trump fornisce una risposta a entrambe”. Ashkenazi si è detto tuttavia contrario all’idea di procedere con l’estensione della sovranità senza applicare il resto del piano. “Il piano conduce alla separazione tra noi e i palestinesi, e non siamo favorevoli – ha spiegato Ashkenazi, eletto nelle liste Blu-Bianco – ma non siamo per un passo parziale, unilaterale”.