Ayaan Hirsi Ali: “Gay per la Palestina” sarebbe da ridere se non fosse tragico

“Un'altra manifestazione di come la nostra società stia davvero diventando stupida”

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In una recente intervista esclusiva con UnHerd, un sito web per il quale è editorialista, la celebre scrittrice e attivista ex musulmana Ayaan Hirsi Ali ha severamente criticato il movimento pro-palestinese “Queers for Palestine”.

Dopo aver affrontato un’ampia gamma di argomenti come la guerra Israele-Hamas, i manifestanti filo-palestinesi, l’antisemitismo, il liberalismo, l’immigrazione, i valori occidentali, Ayaan Hirsi Ali ha risposta alla domanda di una persona del pubblico che le ha chiesto cosa pensasse dei manifestanti pro-palestinesi che usano slogan come “omosessuali per la Palestina”.

“Beh, sarebbe divertente – ha risposto Ali – Sarebbe solo materiale per una comica se non fosse così… L’esperienza dell’ISIS non è di tanto tempo fa. La Repubblica Islamica dell’Iran esiste, Hamas governava realmente Gaza. E cosa facevano agli omosessuali? Non credo che arrivino a indicarli con l’acronimo LGBTQ, non sono così sofisticati. Ma li gettano giù dagli edifici alti. Se sei una famiglia musulmana e all’interno della tua famiglia c’è qualcuno sospettato di essere gay, è obbligo della famiglia commettere delitto d’onore. Quindi non si arriva nemmeno al governo, ai tribunali e ai processi. E quando succede, lo si fa pubblicamente e nel modo più raccapricciante. Quindi Queers for Palestine penso sia un’altra manifestazione di come la nostra società stia davvero diventando stupida”.

(Da: Jerusalem Post, 29.11.23)

 

Manifestazione anti-Israele all’Università di Sydney (Australia)