Collusione coi terroristi Hezbollah

Questa l'accusa più grave contro l'ex parlamentare arabo israeliano Azmi Bishara

image_1683In quello che si configura come uno dei più clamorosi casi di controspionaggio nella storia di Israele, i servizi di sicurezza israeliani (Shin Bet) hanno rivelato mercoledì che Azmi Bishara, ex parlamentare arabo-israeliano e leader del partito Balad, è sotto inchiesta con l’accusa d’aver passato informazioni vitali ai terroristi jihadisti libanesi Hezbollah durante la Seconda Guerra in Libano (luglio-agosto 2006), indicando loro obiettivi per i lanci di missili e altre informazioni militari segrete.
L’indagine, condotta dai servizi e dalla polizia già da alcuni anni, ha portato alla scoperta di una lunga serie di gravi reati di spionaggio e altre attività ostili allo stato di Israele. Bishara avrebbe trasferito a Hezbollah informazioni, valutazioni, previsioni e raccomandazioni circa la dirigenza politica e militare israeliana, e la popolazione israeliana in generale, mentre erano in corso i combattimenti. Stando a quanto riferiscono servizi e polizia, le accuse rese pubbliche mercoledì sono solo una parte dei reati imputati a Bishara sulla base di quanto finora emerso dalle indagini.
Oltre a fornire informazioni a un agente di Hezbollah, Bishara avrebbe mantenuto contatti con ufficiali dell’intelligence di altri paesi nemici.
Sulla base di questi sospetti, la Corte Suprema autorizzò la polizia a mettere sotto controllo le conversazioni telefoniche del parlamentare, una misura che può essere adottata solo con l’approvazione del tribunale. L’indagine è stata condotta in coordinamento con il procuratore generale Menahem Mazuz e con l’ufficio del procuratore di stato.
Bishara, secondo i servizi israeliani, avrebbe anche ricevuto compiti precisi da Hezbollah, e li avrebbe puntualmente eseguiti. È accusato d’aver aiutato il nemico in tempo di guerra, d’aver mantenuto contatti con agenti nemici, d’aver passato informazioni al nemico, riciclato denaro e finanziato i terrorismo. Il reato di alto tradimento in tempo di guerra è uno dei rarissimi casi in cui la legislazione israeliana prevede la pena capitale (peraltro mai applicata per questo reato).
Durante la guerra, Bishara avrebbe consigliato a Hezbollah su come “rendere più incisivi i colpi contro Israele”. Inoltre avrebbe dato consigli sugli effetti dell’uso da parte di Hezbollah di missili a lungo raggio che colpissero a sud di Haifa e sulla reazione israeliana agli attacchi. Pochi giorni dopo aver ricevuto i consigli di Bishara, Hezbollah lanciò effettivamente dei missili che si abbatterono a sud di Haifa.
Bishara avrebbe inoltre passato a Hezbollah informazioni militari che, secondo i servizi, sapeva bene essere segrete. Avrebbe anche avvertito Hezbollah su quella che egli definì “l’intenzione di Israele di colpire il leader di Hezbolah Hassan Nasrallah”.
Secondo i servizi israeliani, il rapporto fra Bishara e Hezbollah ebbe inizio ben prima dello scoppio della guerra. “Bishara ha causato gravi danni alla sicurezza dello stato di Israele – ha detto mercoledì un alto ufficiale dello Shin Bet – Ha intrattenuto contatti segreti mediante linee di comunicazione segrete con Hezbollah, mentre poteva liberamente aggirarsi per la Knesset dove venivano prese decisioni da parte del primo ministro, di altri ministri e funzionari governativi”.
Bishara venne interrogato dall’Unità Reati Internazionali della polizia israeliana il 22 e il 23 marzo scorsi a Petah Tikva, in due sessioni di tre ore ciascuna. Il capo del’unità, Amichai Shai, dice che Bishara all’inizio si presentò molto sicuro di sé. Ma quando comprese che l’entità delle accuse contro di lui era molto maggiore di quello che aveva pensato, cambiò visibilmente comportamento. Durante l’interrogatorio, disse che aveva in programma un viaggio all’estero di alcuni giorni. Per via dell’immunità parlamentare, le autorità non poterono impedirgli di lasciare il paese. Da allora non è più rientrato. La polizia ha continuato a comunicare con i suoi rappresentanti legali, posticipando la scadenza per il suo rientro fino al 24 aprile. Il 26 aprile Bishara rassegnò le dimissioni da parlamentare all’ambasciata d’Israele al Cairo.
Se dovesse rientrare ora in Israele, Bishara verrebbe immediatamente arrestato. I magistrati stanno valutando se emettere un mandato di cattura internazionale. Secondo la polizia, vi sono ancora molte prove e circostanze su cui l’ex parlamentare deve essere interrogato. “Bishara è ricercato perché deve deve rispondere alle domande degli inquirenti”, ha detto Shai.
Bishara è anche accusato d’aver ricevuto illegalmente centinaia di migliaia di dollari. Il denaro, secondo i servizi israeliani, veniva trasferito da un ufficio di cambio in Giordania ad un altro a Gerusalemme est, e da lì alla sua abitazione a Beit Hanina. In alcuni casi ricevette fondi in dollari, altre volte in shekel. Ogni trasferimento equivaleva a 50.000 dollari. Secondo i servizi, tuttavia, il denaro non partiva dalla Giordania, bensì da un paese terzo che per ora è coperto da segreto di stato. Durante gli interrogatori, Bishara non seppe dare spiegazioni per questi trasferimenti di denaro. Gli inquirenti non sanno per certo cosa ne abbia fatto, né se sia riuscito a portarlo con sé all’estero. Su questo, Israele potrebbe chiedere per la prima volta alla Giordania di proseguire le indagini sul suo territorio.
Dopo le dimissioni da parlamentare, la polizia ha potuto compiere una perquisizione nelle abitazioni di Bishara a Beit Hanina e a Haifa, e nei suoi uffici a Nazareth. Lunedì scorso è stato perquisito anche l’ex ufficio di Bishara alla Knesset, dopo aver ottenuto speciale autorizzazione. La polizia ha voluto che alla perquisizione fosse presente Jamal Zahalka, il braccio destro di Bishara. L’esame dei documenti confiscati è ancora in corso ed è soggetto a considerazioni parlamentari.
Gli inquirenti respingono con forza l’accusa da parte di Bishara di un comportamento discriminatorio nei suoi confronti. “Le indagini parlano da sé – dicono – e noi non ci asteniamo dall’indagare chiunque, anche pubbici ufficiali o parlamentari, quando è necessario”. Shai ha tenuto a precisare che sotto indagine è il solo Bishara, e non il partito Balad né altri suoi membri.

(Da: Jerusalem, Post, 3.05.07)

Nella foto in alto: Azmi Bishara, ex parlamentare arabo-israeliano e leader del partito Balad