E la lotta palestinese al terrorismo?

Gli apparati di sicurezza dellAutorità Palestinese versano nel caos e nellanarchia.

Da un articolo di Danny Rubinstein

image_994La strage a Netanya è un ulteriore segnale della debolezza dell’Autorità Palestinese. Il presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) è senza dubbio il leader palestinese che più esplicitamente esprime opposizione al terrorismo e alla violenza contro Israele. È uno dei pochi che, durante tutti gli anni della cosiddetta seconda intifada, ha continuato a dire che la violenza stava provocando seri danni alla causa palestinese.
Ma sembra che Abu Mazen abbia ben poche possibilità concrete di fare qualcosa di più che rilasciare dichiarazioni vaghe e ambigue – come quella diffusa lunedì – con le quali condanna contemporaneamente gli attacchi contro israeliani innocenti e civili palestinesi. Non ha alcun potere di far cessare gli attacchi terroristici compiuti da un’organizzazione relativamente piccola come la Jihad Islamica Palestinese, responsabile dell’ultimo attentato di lunedì a Netanya.
Tutti i portavoce ufficiali palestinesi ammettono che l’Autorità Palestinese non è in grado di contrastare e disarmare i gruppi estremisti. Dicono che l’Autorità Palestinese intende disarmarli solo dopo le elezioni per il Consiglio Legislativo Palestinese che si dovrebbero tenere fra sette settimane. Molti tuttavia si domandano se l’Autorità Palestinese manterrà questo impegno almeno allora. Motivo: gli apparati di sicurezza dell’Autorità Palestinese versano nel caos e nell’anarchia. Ad esempio, le elezioni primarie del movimento Fatah che si sono tenute negli ultimi dieci giorni sono state tanto turbate da violenze che la commissione di supervisione elettorale non ha potuto fare altro che invalidare il voto in tutta una serie di distretti. Nella striscia di Gaza sono scoppiate vere battaglie con armi da fuoco nei pressi di parecchi seggi dopo che gruppi armati avevano lamentato frodi ed errori nella compilazione delle liste elettorali. Tanto che a Gaza si è deciso che i candidati di Fatah per il parlamento palestinese saranno decisi attraverso sondaggi d’opinione anziché primarie interne.
Gli apparati di sicurezza dell’Autorità Palestinese non stanno facendo di più che tentare di contrastare le bande della criminalità comune palestinese. Queste operazioni, a differenza di quelle volte a combattere le fazioni estremiste, godono di ampio appoggio da parte dell’opinione pubblica palestinese. Nei giorni scorsi le forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese sono state molto impegnate in Cisgiordania e Gaza nel tentativo di localizzare e confiscare veicoli rubati in Israele. Ma, a quanto pare, anche nella guerra al crimine organizzato Abu Mazen e colleghi incontrano grossi problemi. Lo stesso giorno dell’attentato terroristico a Netanya, Anis Ajouri, un membro della milizia Tanzim affiliata a Fatah, è stato colpito mentre si opponeva al tentativo della polizia dell’Autorità Palestinese di confiscargli un veicolo rubato. Alcuni giorni fa, nella striscia di Gaza settentrionale, è scoppiata una vera e propria battaglia fra clan rivali attorno al villaggio di Beit Hanun. Sei persone sono rimaste uccise. La polizia dell’Autorità Palestinese è stata totalmente incapace di arrestare i responsabili: erano tutti pesantemente armati. “Le bande nella striscia di Gaza hanno più armi dell’intera polizia dell’Autorità Palestinese e delle sue forze di sicurezza”, ha riferito di recente un giornalista.
Data questa situazione, non c’è un solo alto funzionario palestinese che osi parlare di disarmo della Jihad Islamica.

(Da: Ha’aretz, 5.12.05)