I fautori dei piani genocidi di Hamas accusano di genocidio Israele

E’ ignobile il tentativo di spiegare o giustificare le atrocità di Hamas con accuse a Israele palesemente infondate

Di Farley Weiss e Leonard Grunstein

Farley Weiss e Leonard Grunstein, autori di questo articolo

Hamas ha messo in chiaro, con le parole e le azioni, che è votata al genocidio del popolo ebraico, indipendentemente dal fatto che viva o meno in Israele.

Il crimine di genocidio è definito dalla “Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio”, approvata con la Risoluzione 260 A (III) dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 9 dicembre 1948 ed entrata in vigore il 12 gennaio 1951. Il crimine di genocidio comporta l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. Le parole e le azioni di Hamas corrispondono perfettamente a questo requisito.

Pertanto, accusare falsamente Israele di genocidio per la sua attuale guerra difensiva contro i propositi e gli atti genocidi di Hamas è una “calunnia del sangue” particolarmente crudele e odiosa. Oltretutto, il crimine di genocidio è stato identificato proprio a seguito della Shoà. I nazisti definirono il loro genocidio la “soluzione finale”. L’ignobile slogan pro-Hamas secondo cui “c’è una sola soluzione: la rivoluzione dell’intifada” veicola la stessa atroce aspirazione.

Tutti, compresi gli stessi calunniatori, sanno che Israele non sta commettendo un genocidio a Gaza. Come ha osservato il coordinatore per le comunicazioni strategiche del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, ammiraglio John Kirby, “sento che viene fatta circolare questa parola, ‘genocidio’. In realtà, è Hamas che ha intenti genocidi contro il popolo di Israele: vorrebbe vederlo cancellato dalla carta geografica. Lo dichiarano di proposito. Questa è la posta in gioco”.

Israele non sta nemmeno commettendo una “pulizia etnica”. Non esiste una definizione giuridica precisa di pulizia etnica in base al diritto internazionale, ma il termine venne utilizzato per descrivere atrocità commesse durante le guerre che seguirono alla dissoluzione della Jugoslavia. L’Ufficio delle Nazioni Unite per la prevenzione del genocidio e la responsabilità di proteggere descrive la pulizia etnica come “una politica volutamente ideata da un gruppo etnico o religioso per rimuovere con mezzi violenti o che ispirano terrore la popolazione civile di un altro gruppo etnico o religioso da determinate aree geografiche”. Anche accusare di “pulizia etnica” Israele anziché Hamas è insensata istigazione all’odio.

Fathi Hammad, alto esponente di Hamas: “Popolo di Gerusalemme, vogliamo che tagliate la testa degli ebrei con i coltelli”.

Israele non ha “ripulito” la popolazione civile di Gaza (un territorio da cui si è ritirato quasi vent’anni fa e nel quale non aveva nessuna intenzione di tornare se non fosse stato per il terrorismo da “pulizia etnica” perpetrato da Hamas il 7 ottobre ndr). Israele ha avvertito la popolazione di imminenti combattimenti e l’ha aiutata a mettersi in salvo. Una cosa che Israele fa, anche se così facendo preallerta i terroristi su dove le Forze di Difesa israeliane potrebbero attaccare (rendendo più difficile e più rischioso il compito dei i soldati israeliani ndr): una cosa che non fa praticamente nessun esercito al mondo.

Gli intenti genocidi di Hamas sono ben noti. Se l’intenzione di Hamas fosse stata la pace e la coesistenza, entrambe sarebbero state raggiunte nel momento in cui Israele ritirò da Gaza nel 2005. Come scrisse il compianto Charles Krauthammer, “Israele ha evacuato Gaza completamente, ha dichiarato frontiera internazionale il confine tra Israele e Gaza, Gaza è diventata il primo territorio palestinese indipendente della storia. Eppure i palestinesi di Gaza hanno continuato la guerra. Perché? Perché l’occupazione di Gaza non era altro che un pretesto per convincere gli occidentali ingenui e ignoranti di storia a sostenere la causa araba contro Israele. Per loro il problema è, ed è sempre stato, l’esistenza di Israele. Questa è la vera posta in gioco”.

Le atrocità di Hamas non possono essere né spiegate né giustificate con la falsa affermazione che siano una sorta di “difesa” contro presunte minacce di genocidio o di pulizia etnica. Non c’è nessun genocidio e non c’è nessuna pulizia etnica. Questa guerra è scoppiata perché Hamas è un male, animato da intenti malvagi. Israele merita di continuare ad essere inequivocabilmente sostenuto nei suoi sforzi per sradicare questo male e distruggerlo.

(Da: jns.org, 2.1.24)