Forse islamico un reperto studiato dagli archeologi israeliani

La scoperta, sotto la Porta Mughrabi, pubblicata sul sito ufficiale della Israel Antiquities Authority

image_1593Proprio gli scavi archeologici ai piedi della Porta Mughrabi di Gerusalemme che hanno suscitato tante veementi proteste da parte islamica potrebbero portare alla scoperta di una sala da preghiera musulmana. È quanto si evince da un riferimento fatto dall’archeologo israeliano Yuval Baruch in un articolo intitolato “Rampa Mughrabi: la vera storia”, pubblicato sul sito web ufficiale della Israel Antiquities Authority circa due settimane fa, in coincidenza con l’inizio dei lavori di ammodernamento della rampa.
Il reperto venne alla luce nel febbraio 2004, quando uno smottamento dovuto al maltempo determinò il crollo parziale del terrapieno della rampa, ma finora non era stata divulgata la scoperta del reperto, che necessita di ulteriori accertamenti prima che si possa affermarne la natura con ragionevole certezza.
Ciò nondimeno domenica vari leader islamici si sono affrettati a denunciare quello che indicano come un “voluto ritardo” nell’annuncio della scoperta, che secondo loro confermerebbe l’accusa all’Authority israeliana per le antichità di celare di proposito i ritrovamenti di carattere islamico, ribadendo l’idea che esista da parte di Israele “un complotto contro i luoghi santi musulmani”.
Nell’articolo, pubblicato di propria iniziativa dalla Israel Antiquities Authority all’inizio di febbraio, l’archeologo Yuval Baruch ripercorre la storia degli scavi sul sito a partire dal XIX secolo e descrive, fra l’altro, le rovine che vennero alla luce tre anni fa, dopo lo smottamento causato da una forte nevicata e una leggera scossa di terremoto. “Nel 2004 – scrive Baruch – quando la rampa Mughrabi subì il crollo, venne scoperto un piccolo locale che conteneva una nicchia a volta, una sorta di nicchia di preghiera musulmana rivolta a sud. Alcuni ritengono che possa trattarsi dei resti di una camera di preghiera, parte di una madrassa (scuola religiosa islamica) in uso nei pressi della Porta Mughrabi”.
Interpellato domenica dalla Associated Press, Baruch ha spiegato che finora l’Authority non avrebbe potuto divulgare alcuna scoperta giacché non si sapeva di cosa si trattasse esattamente. Secondo Baruch, i ritrovamenti dentro e attorno alla nicchia necessitano di ulteriori studi prima che gli esperti possano dire quale fosse l’uso preciso del locale.
Domenica sera un portavoce della Israel Antiquities Authority è intervenuto per chiarire che, “benché sia vero che tre anni fa venne alla luce un locale, tuttavia finora non c’era il permesso di operare scavi archeologici sul luogo. Solo ora che le indagini sono avviate, potremo studiare il reperto e identificarne l’esatta natura e l’uso”.
Gli scavi si svolgono a una sessantina di metri dalla sommità del monte su cui sorgono la Moschea di al-Aqsa e la Cupola della Roccia, terzo luogo santo dell’islam. Il complesso, edificato sulle rovine del Primo e del Secondo Tempio ebraico, è anche il più santo luogo dell’ebraismo. Per secoli gli ebrei si sono riuniti per pregare all’esterno del complesso, ai piedi del Muro Occidentale.

(Da: Jerusalem Post, 18.02.07)

Nella foto in alto: Vista da nord della rampa Mughrabi nel 2004, dopo lo smottamento.

The Mughrabi Ramp – the Real Story
L’articolo originale di Yuval Baruch (in inglese):

http://www.antiquities.org.il/article_Item_eng.asp?sec_id=17&sub_subj_id=468#MMMas