La Siria è preoccupata per l’”abbraccio” dell’Iran

La Siria sarà ancora in grado di districarsi prima di diventare uno stato clientelare?

Da un articolo di Yoav Stern

Un funzionario governativo di Gerusalemme ha detto ieri che benché Damasco ritenga che Teheran sia “la cosa migliore” che hanno al momento, la Siria “non è ancora un satellite dell’Iran e può ancora districarsi dall’abbraccio dell’Iran”.

Il funzionario ha detto che la Siria ritiene che l’ Iran le fornisca sicurezza, ma sta attenta a non diventare uno stato clientelare. Si dice che la Siria sia particolarmente preoccupata che la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) all’Aja la trovi responsabile dell’assassinio del defunto primo ministro libanese Rafik Hariri. Gerusalemme ritiene che la Siria sia stata responsabile dell’assassinio e se l’ICJ decide in questo senso, l’isolamento diplomatico della Siria aumenterà. Damasco è anche preoccupata di un possibile attacco israeliano, e Israele ha quindi segnalato ai siriani parecchie volte di non avere alcuna intenzione bellicosa.

“Più cresce la minaccia americana contro la Siria, più si sentono esortazioni alla maqawamah, la resistenza violenta ad Israele,” ha detto il funzionario. “Poi verrà il momento in cui la Siria non sarà in grado di districarsi dall’alleanza con l’Iran, ma non abbiamo ancora raggiunto quel punto. Stanno rafforzando i legami con l’ Iran perché è la cosa migliore di cui dispongono al momento.”

Gerusalemme vede la visita del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad a Damasco il mese scorso come un buon esempio di preoccupazione siriana per le intenzioni israeliane. Contrariamente ad Ahmadinejad, che ad alta voce prevedeva una ”estate calda” e parlava di “sconfitte per i nemici della regione”, il tono di Assad era contenuto e perfino il suo linguaggio del corpo alla conferenza stampa trasmetteva distanza, hanno detto i funzionari.

L’ analisi del giornalista siriano Ibrahim Hamidi di una dichiarazione congiunta di Assad e Ahmadinejad fatta alla fine del vertice siriano-iraniano porta a credere a questa visione. Scrivendo sul quotidiano edito a Londra Al-Hayat, Hamidi ha detto che i critici del regime siriano sostengono che le decisioni siriane sono prese in Iran. Tuttavia, la dichiarazione, dice, mostra reciprocità: per esempio, l’Iran ha ceduto alla richiesta siriana di includere nel documento il diritto della Siria di riportare le alture del Golan ai confini del 4 giugno 1967. E’ la prima volta che l’Iran accetta una richiesta siriana in un documento congiunto, scrive Hamidi. I diplomatici occidentali a Damasco hanno detto ad Al-Hayat che si domandavano se interpretare la dichiarazione come una specie di riconoscimento di Israele da parte di Teheran, nonostante l’esortazione di Ahmadinejad a distruggere l’”entità sionista.”

La settimana scorsa, l’ambasciatore iraniano in Siria ha esortato gli iraniani ad investire in Siria in tutti i campi possibili. Uno di questi è l’energia, date le frequenti interruzioni di elettricità di quest’estate in Siria, che il Primo Ministro Mohammed Naji al-Otari dice essere causate da “ragioni politiche,” cioè l’isolamento internazionale di Damasco.

In Israele si ritiene che, se gli USA cambiano la loro politica di isolare la Siria e di richiedere la caduta di teste del regime di Damasco, Israele potrebbe “cambiare direzione.” Tuttavia, mentre gli USA sono in contatto con l’opposizione siriana, che comprende la Fratellanza Musulmana, Israele ritiene che le alternative ad Assad non siano necessariamente migliori.

Ci sono state recentemente voci a Damasco, oltre che a Beirut, sulla possibilità dello scoppio di ostilità tra Israele e Siria, nonostante la dichiarazione del Primo Ministro Ehud Olmert la settimana scorsa che ci possiamo aspettare “un’estate calma, un autunno calmo e un inverno calmo.” Gerusalemme ritiene che la Siria sia preoccupata per un attacco israeliano, forse contro convogli di rifornimenti per Hezbollah o contro un leader palestinese come il capo politico di Hamas Khaled Meshal.

Assad ha presentato un nuovo piano di pace il mese scorso in un discorso al parlamento, che comprendeva una richiesta a Israele di impegnarsi per iscritto per un ritiro ai confini del 1967. Un funzionario a Gerusalemme ha detto che questo messaggio non è necessariamente “illogico” considerando la volontà che Israele ha dimostrato nel passato di ritirarsi entro quei confini.

Gerusalemme ha anche preso nota della dichiarazione di Assad che il confine definitivo sarà delimitato da rappresentanti dei due paesi. Nessuno sa esattamente dove corresse il confine nel 1967, ha detto un funzionario, “quindi ci può essere flessibilità.”

(Da: Ha’aretz, 12.08.07)