L’Autorità Palestinese celebra come eroi i più spietati massacratori del pogrom del 1929 a Hebron

Quell’anno a Hebron decine di ebrei trovarono salvezza nelle abitazioni di vicini arabi coraggiosi. Ma non sono questi gli eroi portati oggi a esempio dai mass-media di Abu Mazen

Agosto 1929: “Il massacro di donne e bambini a Hebron raccontato dagli scampati”

Il 23 agosto 1929 una folla di arabi, fomentati dalla falsa accusa che gli ebrei stessero per impadronirsi delle moschee sul Monte del Tempio a Gerusalemme, scatenò un sanguinoso pogrom contro l’antichissima e indifesa comunità ebraica di Hebron. Armati di asce coltelli e mazze, centinaia di arabi si abbandonarono a stupri, assassini e saccheggi. Dopo tre giorni di violenze particolarmente raccapriccianti, si contavano 67 ebrei assassinati (comprese donne e bambini), decine di altri feriti e mutilati, le loro case botteghe e sinagoghe devastate, i sopravvissuti evacuati a Gerusalemme. Il pogrom del ’29 pose fine alla comunità ebraica di Hebron, che era esistita per molti secoli.

In mezzo alle efferate violenze, parecchie decine di ebrei di Hebron trovarono salvezza grazie all’aiuto prestato loro da una ventina di coraggiose famiglie arabe. Ma non sono questi gli eroi arabi che oggi vengono celebrati dall’Autorità Palestinese.

Dopo le violenze arabe del 1929 (che avevano provocato la morte di decine di ebrei anche in altre località, in particolare a Safed), le autorità del Mandato Britannico processarono e condannarono a morte 17 arabi. Successivamente le autorità britanniche decisero di commutare tutte le condanne in pene detentive, tranne per tre arabi che si erano macchiati di “crimini particolarmente feroci a Safed e a Hebron” (come spiegò il Governo britannico alla Società delle Nazioni il 31 dicembre 1930). I tre che furono giustiziati per impiccagione dagli inglesi il 17 giugno 1930 sono: Muhammad Jamjoum, Fuad Hijazi e Ataa Al-Zir.

Quest’anno ricorre il 90esimo anniversario della loro esecuzione e la TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, l’agenzia di stampa dell’Autorità Palestinese Wafa, l’ex Ministro dell’istruzione Sabri Saidam e il movimento Fatah (che fa capo ad Abu Mazen) hanno tutti celebrato e glorificato come “eroi” e “modelli da seguire” i tre massacratori di pacifici civili ebrei. Da molti anni i tre vengono descritti come eroi ansiosi di sacrificarsi da “martiri per la Palestina”, al punto da far nascere una leggenda secondo cui il giorno dell’esecuzione avrebbero fatto a gara a chi doveva essere impiccato per primo. Anche quest’anno l’Autorità Palestinese ha ripreso e rilanciato questa leggenda.

Reporter della TV ufficiale dell’Autorità Palestinese: “Gli eroi del Martedì Rosso [17 giugno 1930] hanno scritto un’epopea eterna dell’eroismo. Hanno forgiato l’amore patrio con il loro corpo, il sangue e l’anima. Sfidando gli ordini delle guardie carcerarie, fecero a gara tra loro sul patibolo, rallegrandosi della morte per martirio. Gli eroi facevano a gara su chi di loro sarebbe stato giustiziato per primo, e furono un simbolo e un esempio di sfida e sacrificio di sé, di eroismo e ardimento”.
(Da: TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 17 giugno 2020).

L’agenzia di stampa Wafa ha celebrato i tre assassini come “combattenti” ed “eroi” in un lungo articolo che non cerca nemmeno di nascondere le loro azioni spietate. Vi si legge, fra l’altro, che “gli arabi di Hebron uccisero 67 abitanti ebrei” e che in totale furono uccisi 133 ebrei (a Safed e altrove).

Da: Wafa, agenzia di stampa ufficiale dell’Autorità Palestinese, 16-17.6.20

Volendo dare concretezza al “martirio” dei tre “eroi”, l’agenzia Wafa non si è fatta scrupolo di riportare una foto di tre leader dell’indipendenza siriana impiccati dalle forze turche ottomane nel 1916,  presentandola falsamente come la foto dell’esecuzione dei tre assassini “martirizzati” dagli inglesi nel 1930.

Anche Sabri Saidam, già Ministro palestinese della pubblica istruzione e membro del Comitato Centrale di Fatah, ha rilanciato la leggenda sui tre assassini “che fanno a gara” su chi sarebbe morto per primo:

Testo sull’immagine (la prima riprodotta qui sotto): “Erano tre uomini in gara tra loro su chi sarebbe morto per primo. Anniversario delle morte da martiri di tre eroi della rivoluzione palestinese, giustiziati dalle forze di occupazione britanniche nella prigione di Acri. (Da: pagina Facebook di Sabri Saidam, 17 giugno 2020).

Immagine e testo del tutto analoghi sono stati postati dalla Commissione Informazione e Cultura di Fatah, il movimento che fa capo ad Abu Mazen.

(Da: palwatch.org, 20.7.20)

Per scorrere la galleria d’immagini, cliccare sulla prima e proseguire cliccando sul tasto “freccia a destra”: