L’ultima adunata pro-Hamas a Londra dimostra che l’odio anti-ebraico è ormai fuori controllo

Dopo gli appelli “dal fiume al mare” e “con qualunque mezzo”, ecco il comiziante palestinese che proclama “dobbiamo normalizzare i massacri”

Di Micah Halpern

Micah Halpern, autore di questo articolo

Alla manifestazione pro-Hamas e anti-Israele tenutasi sabato scorso a Londra è stato toccato un nuovo livello di quello che si può solo definire un mix di cose insensate e incredibili. Si tratta di manifestazioni che sono ormai quasi all’ordine del giorno, ma questa di Londra segna un ulteriore punto di svolta.

Arringando la folla, l’attivista Mohammed el Kurd, un palestinese di Gerusalemme est scrittore e poeta, ha affermato: “Verrà il nostro momento ma non dobbiamo accontentarci, verrà il nostro momento ma dobbiamo normalizzare i massacri come status quo”.

L’ho sentito con le mie orecchie. Ho visto il video. Poi l’ho guardato di nuovo per essere sicuro d’aver davvero sentito quello che mi pareva d’aver sentito: “…dobbiamo normalizzare i massacri”.

El Kurd predicava ai già convinti. Aveva la folla in palmo di mano. Da uomo di lettere, sa imbastire un crescendo. Ha iniziato adagio: “Questo è un momento di trasformazione. Ci sono stati 30.000 martiri [sic]. Questo è il nostro momento per trasformare il mondo… Dobbiamo rigettare il sionismo in tutte le nostre istituzioni, perché essere antirazzisti significa essere anti-sionisti [sic]”.

Poi è andato avanti: “Non contiene moltitudini, non contiene doppi significati, non è romantico. Il sionismo è apartheid, è genocidio, è omicidio, è un’ideologia razzista radicata nell’espansione dei coloni e nella dominazione razziale e dobbiamo sradicarla dal mondo. Dobbiamo de-sionistizzare perché il sionismo è un culto della morte [sic]”.

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A quel punto l’affondo, il proclama, la chiamata alle armi: “Dobbiamo normalizzare i massacri come status quo”.

Il 7 ottobre ha stravolto il mondo. Il male ha sopravanzato il bene, lo ha assorbito. Prima del 7 ottobre, le persone riflessive e ragionevoli non avrebbero mai nemmeno pensato queste cose. Oggi fin troppi abbracciano volentieri queste idee.

Presentato in quel contesto e preceduto da quelle parole, l’appello a “normalizzare i massacri” non può essere interpretato altrimenti se non come un appello a uccidere sempre più ebrei innocenti. Eppure ci sono persone ragionevoli che ascoltano questo messaggio e lo condividono. Persino i classici antisemiti del passato avrebbero avuto qualche difficoltà con una tale esplicita affermazione. Ecco come è stato stravolto il nostro mondo.

Anche altri appelli per la distruzione di Israele sono ormai diventati moneta corrente. E’ già stato detto molto sullo slogan, o meglio sullo sfogo “dal fiume al mare”: un appello a cancellare Israele dalla carta geografica, un’altra licenza per massacrare gli ebrei, ucciderli in massa, stuprarli, bruciarli, decapitarli, prenderli in ostaggio. E stando agli slogan, la loro intenzione è di farlo davvero. Un scritta frequente sugli struscioni recita “Liberare la Palestina con qualsiasi mezzo”. Ora sappiamo cosa significa realmente “qualsiasi mezzo”.

Persone ragionevoli direbbero che questo non è accettabile. Ragionevole significa di giudizio, sensato, giusto, appropriato, opportuno, corretto. Questi appelli sono l’esatto opposto di ciò che è ragionevole. E quasi nessuno li denuncia.

“Con qualsiasi mezzo necessario”. Micah Halpern: dopo il 7 ottobre sappiamo cosa significa. Sullo striscione, l’immancabile mappa della Palestina che cancella Israele dalla carta geografica

Persone ragionevoli sarebbero solidali con la terribile condizione degli ostaggi. Invece c’è un sacco di gente in tutto il mondo che strappa i manifestini coi volti degli ostaggi.

Davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia sono comparsi cartelli a sostegno dell’accusa del Sud Africa secondo cui Israele starebbe perpetrando un genocidio. Proclamano: “Per la pace globale, Israele deve essere distrutto” e “Non riconosco il diritto di Israele ad esistere”. Ma scritte come “riportateli a casa” sono considerate offensive.

Non mancano manifesti semplicemente folli. Uno dei partecipanti a una recente adunata filo-Hamas a Londra accusava America e Israele d’aver compiuto la carneficina del 7 ottobre per “impossessarsi del petrolio iraniano”.

L’odio verso gli ebrei è dilagato fino ai livelli più assurdi. … Da Londra all’Aia a New York e altrove, ci confrontiamo con un mondo che richiama i giorni più tetri e lugubri di non molto tempo fa della storia ebraica. L’odio verso gli ebrei è andato fuori controllo e sta penetrando in profondità.

Ma non prevarrà. Anche questa volta il male non trionferà.

(Da: Jerusalem Post, 15.1.24)