Uno dei titoli in prima pagina sul Jerusalem Post di lunedì scorso era molto problematico: “Solo tre ministri del governo si impegnano a rispettare la sentenza della Corte Suprema”.
Dalla firma, trent’anni fa, degli accordi di Oslo tra Israele e Olp, annunciati da leader israeliani e di tutto il mondo come una svolta epocale e l’inizio di un processo di pace, più di 2.000 israeliani sono stati assassinati in attentati terroristici palestinesi: in media, più di 60 ogni anno
L’ex capo del Mossad Tamir Pardo è l’ultimo di una serie di ex alti funzionari israeliani che, spinti dal desiderio di mettere in crisi il primo ministro Benjamin Netanyahu e il suo governo di destra, lanciano accuse non sostenibili.
Il presidente dell'Autorità Palestinese Abu Mazen ha parlato dell'antisemitismo in un discorso pronunciato all'11esima sessione del Consiglio Rivoluzionario di Fatah, lo scorso 24 agosto
A trent'anni dalla firma dei primi Accordi di Oslo (13 settembre 1992 ndr), forse nulla esemplifica l'esito dei quegli accordi come gli esplosivi lanciati la settimana scorsa da terroristi palestinesi di Nablus contro le forze israeliane che scortavano fedeli ebrei diretti alla Tomba di Giuseppe.
La prima volta che terroristi arabi, lo scorso maggio, lanciarono un razzo dal territorio dell’Autorità Palestinese verso Israele la cosa fece notizia. Quando, un paio di settimane fa, è successo per la quinta volta, quasi nessuno sembra avervi fatto caso.
Il filosofo israeliano Micah Goodman esprime una posizione sorprendentemente ottimistica circa il futuro di Israele, anche nel mezzo della lacerazione politica che la riforma istituzionale-giudiziaria ha alimentato da quando è comparsa sui radar
Quest’anno in Israele sono state uccise trentacinque persone in attacchi terroristici, facendo del 2023 uno degli anni più sanguinosi dai tempi delle stragi della seconda intifada.
Alla luce del drammatico aumento delle manifestazioni di antisemitismo a livello globale, e della necessità di mettere in campo misure per contrastarlo, numerosi paesi hanno sottoscritto la definizione operativa di antisemitismo approntata dall’Alleanza Internazionale per la Memoria della Shoà (IHRA).