1 settembre 2022

“Sebbene i missili siano ottimi come deterrenza o per condurre guerre statiche, essi non liberano il territorio”. Per questo, palestinesi e Hezbollah devono lanciare una “guerra sul terreno” grazie alle armi fornite dall’Iran. Lo ha detto il comandante del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche, Hossein Salami, in un’intervista pubblicata lo scorso 19 agosto sul sito web della Guida Suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei (tradotta in inglese da MEMRI). “L’unica soluzione è l’annientamento e la liquidazione [di Israele] – afferma Salami nell’intervista – Naturalmente, fino ad allora la resistenza palestinese determinata e armata, e la sua diffusione in Cisgiordania, sono l’unico modo per affrontare con quel regime bestiale. Pertanto, è mia convinzione che la Cisgiordania debba essere armata proprio come Gaza. Chiunque abbia a cuore il destino della Palestina, e chi è in grado di fare qualcosa, deve fornire armi anche alla popolazione della Cisgiordania”. Vantando i successi della resistenza islamica palestinese dimostrati dai molti israeliani uccisi negli ultimi mesi, Salami aggiunge che l’esercito israeliano, benché dotato di armi avanzate, non possiede lo stesso livello di convinzione e di fervore religioso che caratterizza i palestinesi: i sionisti non hanno unità etnica, linguistica o nazionale e quindi fuggiranno dalla Palestina appena inizieranno i combattimenti sul terreno. Secondo Salami, “è fondamentale continuare la jihad: la lotta si sta diffondendo all’interno dei Territori occupati e centinaia di migliaia di missili sono schierati contro Israele e possono attaccare. Oggi i palestinesi sono pronti per la guerra di terra, il grande punto debole di Israele”.