19 gennaio 2016

La risoluzione approvata lunedì dai 28 ministri degli esteri dell’Unione Europea “esprime l’impegno a garantire che tutti gli accordi tra lo stato di Israele e la UE indichino inequivocabilmente ed esplicitamente la loro inapplicabilità ai territori occupati da Israele nel 1967”, pur affermando che questa politica “non costituisce un boicottaggio di Israele, cosa cui l’Unione Europea si oppone con forza”. Secondo la ong israeliana “We Have Legal Grounds”, la decisione della UE “viola i diritti legali dello stato di Israele e i principi stabiliti negli accordi di Oslo, di cui pure l’Unione Europea sarebbe garante”. La cosiddetta linea del ’67, spiega la ong in una nota, non è altro che la linea di cessate il fuoco del ’48 e la UE sa bene che gli armistizi firmati a Rodi nel ‘49 affermano chiaramente che la quella linea non costituisce in alcun modo una frontiera politica o statale, cosa che la UE ha scelto di ignorare come se spettasse a lei stabilire le frontiere di Israele quando invece gli stessi accordi di Oslo stabiliscono il principio di base secondo cui la questione dei confini dovrà essere decisa solo mediante il negoziato fra le parti.