25 marzo 2020

Il presidente della Knesset Yuli Edelstein ha annunciato mercoledì mattina le proprie dimissioni (effettive dopo 48 ore), attaccando con forza la decisione della Corte Suprema che gli imponeva di mettere ai voti la sua carica entro mercoledì, come richiesto dalla maggioranza dei parlamentari. “La decisione della Corte Suprema non si basa sulla lettera della legge, ma su una sua interpretazione unilaterale – ha detto Edelstein – La decisione della Corte contraddice lo statuto della Knesset, ne distrugge l’operato e costituisce una grave interferenza del giudiziario sul legislativo che mina la democrazia”. Edelstein, eletto nella legislatura precedente e primo presidente della Knesset a dimettersi, ha poi chiuso la sessione parlamentare aggiornandola a lunedì. I 61 parlamentari nel blocco centrosinistra+lista araba, guidato da Benny Gantz, chiede invece che la Knesset elegga il nuovo presidente, candidando Meir Cohen (di Yesh Atid), che ne è stato vicepresidente fino alle elezioni dell’aprile 2019. Ma non è chiaro quando il voto potrà aver luogo. Il consulente giuridico della Knesset, Eyal Yinon, ha detto che le dimissioni di Edelstein non lo dispensano dal convocare il voto entro mercoledì. Ma Edelstein ha annunciato che si rifiuta di farlo. Il blocco di Gantz accusa Netanyahu di voler impedire la sostituzione di Edelstein (del Likud) per impedire la messa ai voti di un disegno di legge volto a impedirgli di essere primo ministro in quanto incriminato. “Il parlamento d’Israele appartiene ai cittadini d’Israele – ha detto Gantz – e i rappresentanti eletti adempiranno le leggi e le decisioni della Corte, giacché nessuno è al di sopra della legge”.