Abu Mazen era un agente al servizio del KGB sovietico

Il suo nome compare nell’archivio Mitrokhin, in una lista del 1983 di agenti (non semplici “informatori”) resa pubblica di recente

Abu Mazen (a destra) durante un incontro ad Amman con il vice ministro degli esteri russo Mikhail Bogdanov

L’attuale presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) era una spia sovietica, a Damasco, negli anni ‘80. Ne ha dato notizia mercoledì sera la tv israeliana Canale 1 citando informazioni “molto attendibili” tratte dall’archivio trafugato dall’URSS dal disertore del KGB Vasily Mitrokhin.

Secondo il direttore Esteri di Canale 1 Oren Nahari, fra i documenti del celebre archivio Mitrokhin analizzati dai ricercatori israeliani Isabella Ginor e Gideon Remez, del Truman Institute dell’Università di Gerusalemme, è emersa una lista del 1983 di agenti (e non semplici informatori) del KGB nella quale compare il nome di Abu Mazen. Abu Mazen operava con il nome in codice di Krotov (derivazione da krot, talpa) facendo probabilmente capo a Mikhail Bogdanov, allora ambasciatore sovietico a Damasco. Oggi Bogdanov è l’inviato in Medio Oriente del presidente russo Vladimir Putin, ex ufficiale del KGB. Mitrokhin (deceduto nel 2004) era un importante archivista del KGB (i servizi segreti sovietici) che nel 1992 disertò nel Regno Unito con un’imponente quantità di documenti copiati e note scritte a mano che era riuscito a trafugare a Londra fra il 1972 e il 1984. I suoi documenti su varie operazioni del KGB sono stati resi pubblici di recente, mentre gli appunti scritti a mano restano segretati dall’MI5 (il controspionaggio britannico). Nahari, di Canale 1, ha spiegato che la parte dell’archivio Mitrokhin che contiene il nome di Abu Mazen è stata resa pubblica alcuni mesi fa.

1975: Mahmoud Abbas/Abu Mazen (a sinistra) durante un incontro a Nicosia, Cipro

I documenti di Mitrokhin sono considerati tra le più complete e attendibili informazioni disponibili sulle operazioni di intelligence sovietiche di quegli anni. Da tali documenti risulta che negli anni ‘70 il KGB reclutò come agente l’allora capo del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Wadi Haddad, che operava sotto il nome in codice di Natsionalist e riceveva dai sovietici finanziamenti e armi per l’FPLP.

Secondo l’alto ufficiale rumeno dei servizi segreti rumeni Ion Mihai Pacepa, che nel 1978 disertò negli Stati Uniti, sia l’FPLP che l’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), che il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina ricevevano aiuti da parte del KGB. Pacepa disse ai funzionari americani che nel 1972 l’allora capo dell’Olp Yasser Arafat collaborava strettamente con il KGB e con la Securitate (intelligence romena), e che i guerriglieri dell’Olp venivano segretamente addestrati da agenti dei servizi segreti sovietici.

Per tutta la prima parte della sua vita di attivista, Abu Mazen sviluppò una estesa rete di attivisti politici palestinesi provenienti da tutto il mondo arabo, destinati a costituire successivamente l’organizzazione Fatah e l’Olp. Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 Abu Mazen studiò presso l’Università dell’Amicizia dei Popoli, in Russia, dove scrisse la sua tesi di dottorato intitolata “La relazione segreta tra nazisti tedeschi e sionisti” nella quale accusava i sionisti d’aver collaborato con i nazisti e affermava che le vittime ebraiche della Shoà non furono sei milioni, ma solo un milione. Una volta conseguito il dottorato, Abu Mazen si trasferì in Tunisia dove assunse un ruolo più attivo nella dirigenza dell’Olp, scalando la gerarchia sino a diventarne il capo. Nel 2004, dopo la morte di Arafat, divenne presidente dell’Autorità Palestinese.

(Da: Times of Israel, Jerusalem Post, YnetNews, 7.9.16)