Accordo Israele-Emirati: un rovesciamento di paradigma

Nessuna meraviglia che gli odiatori di Israele siano furibondi. La loro grande menzogna sta franando: il terribile stato sionista si sta rivelando fonte di soluzioni e speranze, non di odio e disgrazie

Di David Suissa

David Suissa, autore di questo articolo

Coloro che odiano Israele non devono essere molto allegri, di questi tempi. Tutt’a un tratto, va svanendo la grande menzogna che ha nutrito il loro veleno anti-sionista per così tanto tempo. Per più di mezzo secolo i geni della diplomazia hanno continuato a dire al mondo che “la chiave per la pace in Medio Oriente è risolvere il conflitto israelo-palestinese”. Il corollario, molto conveniente, era che la soluzione di ogni guaio mediorientale ricadeva tutta sulle spalle di Israele, il che manteneva costantemente lo stato ebraico nel mirino della condanna globale.

Questo brillante stratagemma cercava di mascherare la semplice verità che i mali più profondi del Medio Oriente non hanno assolutamente nulla a che fare con Israele o il conflitto palestinese. Vediamone solo alcuni: secoli di conflitti tra musulmani sciiti e sunniti, feroci dittature che hanno portato disperazione e miseria generale, un regime iraniano predatorio che persegue il dominio sulla regione, sanguinose guerre civili in Libano Siria e Yemen, ascesa di gruppi terroristici come al-Qaeda e Isis, colossale carenza di garanzie e libertà civili con regolare persecuzione delle voci dissidenti.

Quando, nel 2011, è scoppiata la “primavera araba” e milioni di persone si sono riversate nelle strade per chiedere appunto quelle libertà, molti di noi hanno pensato che la grande menzogna sarebbe stata finalmente smascherata. Dopo tutto, cosa chiedevano quei disperati manifestanti se non gli stessi diritti, le stesse libertà e le stesse opportunità di cui già godevano i loro fratelli arabi e musulmani in Israele? Ora si vede che c’è voluto un po’ più di tempo, circa nove anni.

Impossibile minimizzare il rovesciamento di paradigma rappresentato dalla decisione degli Emirati Arabi Uniti di rendere pubblico il rapporto che hanno aperto con Israele: ecco il terribile nemico sionista, il capro espiatorio sfruttato da innumerevoli dittatori nel corso dei decenni per distogliere l’attenzione dai loro fallimenti, che viene pubblicamente approvato e legittimato da una importante nazione araba. Nessuna meraviglia che gli odiatori di Israele siano furibondi. La loro menzogna sta franando. Lo stato sionista si sta improvvisamente rivelando una fonte di soluzioni e di speranze, non di odio e disgrazie.

1 settembre: il consigliere per la sicurezza nazionale israeliano Meir Ben-Shabbat salutato da un funzionario degli Emirati Arabi Uniti all’aeroporto di Abu Dhabi

Per i gruppi caparbiamente anti-sionisti come il movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele) si tratta di un disastro preannunciato. Come potranno continuare ad attaccare la legittimità di Israele e di qualunque rapporto con Israele quando gli paesi arabi dichiarano che fare scambi e affari con lo stato sionista è positivo per il benessere delle loro società?

Si può scommettere che non smetteranno di provarci, e in questo saranno aiutati da quei “pacifisti” sempre pronti a ripetere a pappagallo il logoro mantra sulla “necessità di porre fine innanzitutto all’oppressione dei palestinesi e risolvere il conflitto palestinese”. Ma se quei pacifisti guardassero un po’ più in profondità si renderebbero conto che le condizioni per risolvere il conflitto sono effettivamente migliori adesso che i corrotti dirigenti palestinesi non hanno più diritto di veto sui progressi nella regione: quel veto che dava a dirigenti avidi e prepotenti un buon motivo per preservare lo status quo per loro assai redditizio, lo status quo che li vedeva nell’eterna parte delle vittime e Israele nell’eterna parte di una potenza oscura degna solo di boicottaggi e condanne. Senza quel veto, forse si concentreranno un po’ di più su ciò che è bene per la loro gente.

Dopotutto, non sarà così facile fare propaganda per il boicottaggio di Israele quando diversi paesi arabi non vedono l’ora di fare esattamente il contrario. Paesi che ragionevolmente si domanderanno: perché non imitare gli Emirati Arabi Uniti e approfittare dell’innovazione israeliana in settori come la desalinizzazione, la sicurezza informatica, la medicina, la sicurezza alimentare, le energie rinnovabili e, non da ultimo, la difesa contro minacce comuni?

Ecco il vero incubo dei boicottatori di Israele: l’avvento di una “primavera sionista” in Medio Oriente. Finché prevaleva la grande menzogna, il movimento globale BDS ha avuto il campo tutto per sé, riversando odio e calunnie sull’idea sionista fino a rendere la parola stessa sionismo quasi impresentabile. Ora ci si può aspettare che il movimento BDS raddoppierà i suoi sforzi anti-sionisti. I suoi galoppini faranno di tutto per cercare di soffocare ogni possibilità di rinascita sionista. Continueranno ad abusare della causa palestinese per diffamare il sionismo, giacché il loro vero scopo è sempre stato quello di abbattere Israele, non quello di sollevare i palestinesi.

Ma ora si troveranno ad affrontare una nuova forza importante: gli stati arabi che vogliono emulare gli Emirati Arabi Uniti. Questi stati hanno la credibilità per smascherare la grande menzogna e rivelare una semplice verità: Israele non è il nemico del mondo arabo, ed anzi ha molto da offrire ai suoi vicini arabi per contribuire a migliorare la vita della gente. Nessuno in buona fede lo può negare, nemmeno i palestinesi.

Che paradosso se, alla fine, ad aprire la strada a una primavera sionista saranno i paesi arabi che desiderano una vera pace e una vera speranza.

(Da: jns.org, 8.9.20)