Ahmadinejad: “La distruzione di Israele è vicina”

E il ministro degli esteri iraniano sprona alla "lotta armata" i gruppi terroristi palestinesi

image_1718Il conto alla rovescia per la distruzione di Israele è iniziato. Lo ha detto il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad intervenendo domenica alle celebrazioni per il 18esimo l’anniversario della morte del padre della rivoluzione islamista, l’ayatollah Ruhollah Khomeini.
Secondo quanto riferisce l’agenzia ufficiale iraniana IRNA, Ahmadinejad ha dichiarato: “Le arroganti superpotenze e il regime sionista hanno investito tutti i loro sforzi nella guerra dei 33 giorni [in Libano], ma dopo 60 anni [dalla nascita di Israele] il loro orgoglio è stato calpestato e il conto alla rovescia verso la distruzione del regime sionista è stato avviato dai combattenti Hezbollah”. Ed ha aggiunto: “Con l’aiuto di tutti i combattenti libanesi e palestinesi, a Dio piacendo nel prossimo futuro assisteremo alla distruzione di questo regime”.
Israele non è l’unica nazione prossima al collasso, secondo il presidente iraniano. Anche le altre nazioni “corrotte” dovranno cedere di fronte alla forza della repubblica islamica e subire la stessa sorte. Ahmadinejad ha citato i palestinesi come esempio di un popolo che trae coraggio e ispirazione del modello iraniano, e ha terminato il discorso invitando tutte le nazioni a credere in Allah, dicendo: “La vittoria finale, la potenza del popolo e la distruzione di Israele sono vicine”.
Sabato scorso il ministro degli esteri iraniano Manouchehr Mottaki aveva sollecitato Hamas e Jihad Islamica palestinese a continuare la “lotta armata” contro Israele. Lo ha fatto esplicitamente durante un incontro a Damasco con i leader dei gruppi terroristici palestinesi.
Secondo quanto riferisce il quotidiano arabo edito a Londra al-Hayat, nel quadro di una sua visita ufficiale in Siria Mottaki ha incontrato il capo del politburo di Hamas Khaled Mashaal e una delegazione dei leader della Jihad Islamica guidata das Ramadan Shalah. “Il popolo palestinese – ha detto Mottaki – è un popolo forte e deve continuare la lotta armata”. Mottaki ha anche fatto appello alle fazioni palestinesi perché pongano fine alla conflittualità interna che rischia di innescare una guerra civile nella striscia di Gaza. “E’ vietato a qualunque gruppo palestinese fare ricorso alla violenza per risolvere l’empasse politica [interna]”, ha detto il ministro iraniano.
Secondo Al-Hayat, Mottaki ha anche incontrato un alto esponente politico degli Hezbollah libanesi, molto vicino al loro capo Hassan Nasrallah, nonché una delegazione dalla fazione libanese sciita Amal, filo-siriana.
Nel frattempo un portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha smentito che il suo movimento abbia offerto a Israele un accordo di tregua per la cessazione dei lanci di missili Qassam in cambio dell’immunità per i capi di Hamas. Già venerdì un altro portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, aveva ribadito che Hamas non si ritiene vincolata ad alcun cessate il fuoco e che gli attacchi con missili Qassam fanno parte della scelta strategica del gruppo a favore della lotta armata” contro Israele.
Domenica il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha accettato la proposta del primo ministro palestinese Ismail Haniyeh di nominare un esponente di Hamas, Ghazi Hamad, alla carica di ministro degli interni dell’Autorità Palestinese. Abu Mazen avrebbe accettato la proposta nonostante finora si fosse espresso contro la nomina di un esponente di Hamas alla carica lasciata vacante dopo le dimissioni alcune settimane fa di Hani Kawassmeh.

(Da: YnetNews, Jerusalem Post, 3.06.07)

Nella foto in alto: Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad