Anche la Giordania vuole le forze israeliane nella valle del Giordano

Un confine delicato, che incombe su Israele e che in futuro rischia di diventare punto di transito per armamenti e terroristi

Israele vedrebbe la sua regione più popolata e vitale stretta in pochi chilometri fra il mare e il futuro stato palestinese in Cisgiordania

La Giordania preme sugli Stati Uniti perché appoggino la posizione secondo cui Israele ha bisogno di mantenere una presenza di sicurezza nella valle del Giordano nel quadro di qualsiasi futuro accordo con i palestinesi.

Fra gli osservatori ci si aspetta è che Israele si coordini con Amman per far arrivare agli americani, e in particolare al Segretario di stato John Kerry che è in visita da giovedì nella regione per colloqui con esponenti sia israeliani che palestinesi, il messaggio che mantenere una presenza delle Forze di Difesa israeliane sul fiume Giordano è fondamentale per la stabilità regionale. E’ quanto si legge in un reportage pubblicato giovedì dal quotidiano israeliano Ma’ariv.

Kerry è atterrato in Israele mercoledì sera e ha incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu giovedì mattina. Secondo i funzionari statunitensi, Kerry ha portato con sé un piano per la sicurezza in Cisgiordania che intende presentare nei suoi incontri di questa settimana con israeliani e palestinesi.

Topografia di Israele, Cisgiordania, valle del Giordano e Giordania

Da sempre Israele insiste per mantenere una presenza delle sue Forze di Difesa sul confine israelo-giordano: la misura conferirebbe al paese – che vedrebbe la sua regione più popolata e vitale stretta in pochi chilometri fra il mare e il futuro stato palestinese – una minimo di profondità strategica e di preallarme sul suo confine orientale. Il carattere cruciale di tale presenza per le sue possibilità di difesa hanno spinto Israele a respingere la proposta di schierare, invece, delle forze internazionali (una tutela che storicamente si è sempre rivelata del tutto inutile alla difesa di Israele, dai caschi blu del Sinai prima della guerra del sei giorni all’Unifil nel Libano meridionale).

Un alto funzionario israeliano ha detto a Ma’ariv che Netanyahu è determinato a completare la costruzione di una barriera di sicurezza lungo il confine con la Giordania, una misura che la stessa Giordania considera importante per la sua propria sicurezza. Israele è ovviamente preoccupato per la possibilità che un domani, attraverso la Giordania, possano affluire armamenti e terroristi di ogni genere nel futuro Stato palestinese, che Gerusalemme insistite debba rimanere smilitarizzato.

“I negoziatori israeliani – ha detto Netanyahu lo scorso ottobre parlando di questo tema alla Knesset – dovranno convincere i palestinesi ad adeguare le loro richieste alle concrete circostanze che ci circondano. Israele deve mantenere una presenza di sicurezza nella Valle del Giordano proprio come insisteva Yitzhak Rabin. Quello che era vitale allora è tanto più vitale oggi, dato l’aumento dell’estremismo islamico e l’irruzione dell’Iran in territori da cui noi siamo usciti, come la fascia di sicurezza nel Libano meridionale e la striscia di Gaza”.

Una delle proposte dei negoziatori israeliani è quella di trasferire la sovranità della Valle del Giordano all’Autorità Palestinese, che a sua volta la “affitterebbe” a Israele per un determinato periodo di tempo: proposta respinta senza mezzi termini dai rappresentanti palestinesi.

(Da: Times of Israel, 5.12.13)

Ultim’ora. I palestinesi avrebbero respinto le idee proposte giovedì dal segretario di Stato Usa John Kerry circa le misure per la sicurezza da inserire nel futuro accordo di pace con Israele. Lo ha detto alla stampa un rappresentante palestinese che ha parlato a condizione di restare anonimo, senza peraltro riferire ulteriori dettagli sulle proposte che Kerry avrebbe sottoposto al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) dopo averne discusso separatamente con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.