Hamas: “Il 7 ottobre ha rilanciato e reso concreto il piano di rimpiazzare Israele con uno stato palestinese dal fiume al mare”

Il leader di Hamas all'estero Mashal ribadisce l’intenzione di distruggere lo stato ebraico, incoraggiato dallo slogan “dal fiume al mare” gridato nelle piazze occidentali

Il leader di Hamas: “Il 7 ottobre ha trasformato l’idea di liberare la Palestina dal fiume al mare in un’idea realistica che è già avviata”

Respingendo come sempre qualunque ipotetica soluzione “a due stati”, il leader di Hamas Khaled Mashal afferma che l’obiettivo del gruppo terroristico di rimpiazzare Israele con uno stato palestinese è più raggiungibile oggi, dopo il massacro del 7 ottobre.

Nel corso di un’intervista in tre parti con il podcaster kuwaitiano Amar Taki pubblicata nella seconda settimana di gennaio (della quale il Middle East Media Research Institute-MEMRI ha diffuso un estratto con sottotitoli in inglese), Mashal, che dall’anno scorso vive in Qatar, ha affermato fra l’altro: “Noi non abbiamo nulla a che fare con la soluzione a due stati. Rifiutiamo questa nozione perché significa che riceveremmo la promessa di uno stato [palestinese], ma ci verrà chiesto di riconoscere la legittimità dell’altro stato, che è l’entità sionista [Israele]. Questo è inaccettabile – ha specificato il leader di Hamas – Noi esigiamo di essere liberati, di sbarazzarci dell’occupazione e di avere la nostra indipendenza e il nostro stato. [Israele] è il mio nemico. Non è un mio problema”.

Evidenziando le manifestazioni pro-Hamas che hanno avuto luogo in tutto il mondo dopo il massacro, Mashal ha definito il 7 ottobre un punto di svolta per il movimento che mira a rimpiazzare Israele con uno stato palestinese. “Credo che il sogno e la speranza per una Palestina dal fiume al mare e da nord a sud siano stati rinnovati – ha detto – Questo è diventato anche lo slogan gridato negli Stati Uniti e nelle capitali occidentali dal pubblico americano e occidentale. Palestina libera dal fiume al mare: questo è lo slogan degli studenti americani e degli studenti nelle capitali europee”.

“L’unanimità o la quasi unanimità palestinese – ha sottolineato il leader di Hamas – è che non rinunceremo al nostro diritto alla Palestina nella sua interezza, dal fiume [Giordano] al mare [Mediterraneo] e da Rosh Hanikra a Eilat o Golfo di Aqaba”.

Secondo Mashal, “il 7 ottobre ha trasformato l’idea di liberare la Palestina dal fiume al mare in un’idea realistica che è già avviata. Non è qualcosa da aspettare o da sperare – ha concluso – Fa parte del piano, dell’agenda, e ci troviamo sulla soglia, ad Allah piacendo”.

(Da: jns.org, 22.1.24)

Clicca sull’immagine per il video MEMRI con sottotitoli in inglese:

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Leader di Hamas Khaled Mashal: “Persino alcuni dei nostri sostenitori erano preoccupati che governare [Gaza] ci avrebbe cambiato. Non si rendevano conto che arrivare al potere era una necessità per servire il popolo e proteggere la resistenza: ha fornito una copertura politica e amministrativa a tutte le istituzioni [palestinesi] e ha dato mano libera alla resistenza per operare. Abbiamo usato il nostro governo [su Gaza] per rafforzare la resistenza con tutti i suoi mezzi – le armi, la produzione di armi, la pianificazione, l’addestramento e i tunnel – mentre avevamo le spalle coperte. In altre parole, non c’era alcun coordinamento della sicurezza [con Israele], nessuna Autorità Palestinese a perseguitarci…”

Intervistatore: “Nessuno che vi pugnalasse alle spalle…”

Mashal: “Hamas non puntava a governare [Gaza]. Hamas aveva bisogno di un’autorità di governo che [servisse] la resistenza. Autorità sotto occupazione è un errore. Questo è stato il primo errore degli Accordi di Oslo. Ma giacché da allora questa Autorità è diventata, dal 1994, un fatto compiuto a causa degli Accordi di Oslo, la filosofia di Hamas quando si presentò alle elezioni del 2006 era [che] volevamo subordinare questa Autorità, che era già un fatto sul terreno, al servizio del popolo e della resistenza, e questo è quello che è successo. Non appena abbiamo vinto le elezioni del 2006, abbiamo catturato il soldato israeliano [Gilad] Shalit e l’accordo per lo scambio di prigionieri è avvenuto nel 2011. Questa era la prova pratica che Hamas aveva subordinato il suo governo [su Gaza] al servizio della resistenza, anziché rinunciare alla resistenza a vantaggio di questa Autorità. La gente ora dice che la guerra del 7 ottobre ha aperto un nuovo orizzonte per una visione di una soluzione politica. E qui tirano fuori la vecchia ‘merce’ della soluzione a due stati. Vorrei dire due cose sulla soluzione a due stati. In primo luogo, noi non abbiamo nulla a che fare con la soluzione a due stati. Rifiutiamo questa nozione, perché significa che otterremmo la promessa di uno stato [palestinese], ma saremmo tenuti a riconoscere la legittimità dell’altro stato, che è l’entità sionista [Israele]. Il che è inaccettabile. Noi esigiamo di essere liberati, di sbarazzarci dell’occupazione e di avere la nostra indipendenza e il nostro stato. [Israele] è il mio nemico. Non mi riguarda”.

Intervistatore: “Di quale ‘stato’ sta parlando?”

Mashal: “Uno stato palestinese”.

Intervistatore: “Quale stato palestinese?”

Mashal: “Ovviamente, la posizione di Hamas e la posizione della stragrande maggioranza del popolo palestinese, soprattutto dopo il 7 ottobre, credo che il sogno e la speranza per la Palestina dal fiume al mare, e da nord a sud, si è rinnovato ed è diventato anche uno slogan gridato negli Stati Uniti e nelle capitali occidentali dal pubblico americano e occidentale. ‘Palestina dal fiume al mare’: questo è lo slogan degli studenti americani e nelle capitali europee. La nostra impresa palestinese, sulla quale c’è quasi l’unanimità nazionale palestinese… Anche se alcune persone devono esprimere un parere diverso a causa di vincoli politici… L’unanimità palestinese, o quasi unanimità, è che non rinunceremo al nostro diritto alla Palestina nella sua interezza dal fiume [Giordano] al mare [Mediterraneo] e da Rosh HaNikra a Eilat o Golfo di Aqaba. Al fine di stabilire un terreno comune e un piano palestinese congiunto con le altre forze palestinesi e in linea con la posizione degli altri arabi, Hamas ha convenuto per uno stato [palestinese] completamente indipendente, con i confini del 1967, con Gerusalemme come capitale, con incluso il diritto al ritorno – senza riconoscere la legittimità dell’entità sionista. Questa posizione aveva lo scopo di facilitare un accordo palestinese e arabo in questa fase, ma senza rinunciare a nessuno dei nostri diritti o a nessuna parte della nostra terra, e senza riconoscere Israele. La nostra visione rimane immutata. Credo che il 7 ottobre abbia rafforzato questa convinzione, abbia ridotto i disaccordi e abbia trasformato l’idea di liberare la Palestina dal fiume al mare in un’idea realistica che è già avviata. Non è qualcosa da aspettare o da sperare. Fa parte del piano, dell’agenda, e noi ci troviamo sulla soglia, ad Allah piacendo”.