Israele avvia la costruzione del quarto e maggiore acquedotto per Gaza

Ma la disponibilità ad aumentare la fornitura di acqua dolce è pesantemente limitata dalla pessima gestione delle infrastrutture all’interno della striscia da parte di Hamas

I lavori per la posa del quarto acquedotto da Israele a Gaza

Mekorot, la compagnia idrica nazionale israeliana, ha avviato i lavori per la costruzione di un acquedotto potenziato verso Gaza, destinato ad incrementare il flusso di acqua potabile verso l’enclave controllata da Hamas.Lla nuova conduttura entrerà nella parte centrale della striscia di Gaza, attraversando la zona israeliana del Consiglio regionale di Eshkol, per poi connettersi al sistema idrico palestinese, stando a quanto riportato lunedì dal il sito di notizie YnetNews.

Attualmente vi sono tre acquedotti che trasportano acqua dolce da Israele a Gaza, terminando in tre diversi siti lungo il confine. In base agli accordi con i palestinesi, Israele si è impegnato a trasferire a Gaza 10 milioni di metri cubi di acqua ogni anno, ma in pratica ne trasferisce di più (circa 11,5 milioni di metri cubi).

Il nuovo acquedotto sarà quello finora più grande e correrà a fianco di uno di quelli vecchi, operando in tandem con esso. I lavori di costruzione sono iniziati nei giorni scorsi e vengono condotti sotto pesante protezione militare per timore che i gruppi terroristici di Gaza aprano il fuoco sulle squadre di operai quando i lavori di posa delle condutture si avvicinano al confine.

La “gestione” delle acque di scarico da parte di Hamas nella striscia di Gaza

“L’acqua è un elemento basilare – dice un membro delle squadre al lavoro per il nuovo acquedotto, citato da YnetNews – C’è un’intera popolazione, nella striscia di Gaza, che non vuole la guerra con Israele, e quella popolazione è una maggioranza dominata da Hamas. È una vergogna che questa sia la situazione. La maggior parte delle persone a Gaza ha sete di acqua, ma ha anche sete di una vita normale e di un futuro migliore per i propri figli. Sono i nostri vicini, nonostante tutto, e non possiamo ignorare quello che accade lì”.

Non è al momento chiaro quanta acqua in più Israele potrà effettivamente pompare a Gaza, poiché l’infrastruttura idrica all’interno della striscia non viene sottoposta ad alcuna manutenzione da parte dei governanti di Hamas, che controllano completamente il territorio da dodici anni, e potrebbe collassare sotto la pressione di un significativo aumento del volume di acqua che vi venisse immesso.

A quanto risulta, Israele e Hamas sarebbero impegnati in colloqui ufficiosi, tramite terze parti, per cercare di sistemare almeno alcune delle infrastrutture idriche e fognarie del territorio palestinese, ma collaborare con Hamas si rivela un’impresa quasi impossibile. In effetti, a causa della pessima gestione di Hamas, i liquami provenienti da Gaza vengono scaricati direttamente nel Mediterraneo senza essere trattati, e spesso vengono semplicemente rilasciati per le strade, suscitando i timore di epidemie.

(Da: Times of Israel, 17.6.19)

Nel 2917 la Israel Water Authority ha investito 40 milioni di shekel nella costruzione di un collettore che raccogliesse le acque di fogna dalla zona nord della striscia di Gaza per convogliarle nell’impianto di trattamento di Sderot