Israele non ha diritto di esistere, non esistono luoghi santi ebraici in Palestina e gli ebrei saranno cacciati o sterminati

I risultati sconcertanti di una recente ricerca sui libri di testo usati nelle scuole palestinesi gestite dall’Unrwa

Un’insegnante palestinese in una scuola dell’Unrwa nella striscia di Gaza

I libri di scuola utilizzati dall’agenzia dell’Onu Unrwa a Gaza e in Cisgiordania rivelano inquietanti sentimenti estremisti anti-israeliani e anti-ebraici. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato mercoledì scorso dal Center for Near East Policy Research, dal Centro Simon Wiesenthal e dal Middle East Forum, secondo il quale i libri adottati dell’agenzia Onu per i profughi palestinesi lasciano poca speranza che sia possibile una autentica pace nella regione.

La ricerca, condotta da esperti di testi scolastici arabi come Aaron Groiss in collaborazione con i dirigenti delle organizzazioni coinvolte, ha esaminato 150 libri di testo di varie materie, usati dal primo al 12esimo anno di studi. Il 75% dei libri analizzati è stato pubblicato negli anni 2016 e 2017 nel quadro di un progetto avviato dall’Autorità Palestinese, che detta i programmi scolastici alle scuole gestite dall’Unrwa. Il contenuto dei libri è stato analizzato concentrandosi sulla rappresentazione dell’Altro, ebreo e/o israeliano, rilevando tre tratti fondamentali: delegitimizzazione, demonizzazione e indottrinamento verso la lotta violenta anziché la pace.

Secondo i libri scolastici palestinesi, gli ebrei non hanno alcun diritto da esercitare in Palestina, ma solo “avide ambizioni”. I libri affermano che gli ebrei non hanno alcun luogo santo: il Muro Occidentale di Gerusalemme (“del pianto”), la Grotta dei Patriarchi a Hebron e la tomba di Rachele a Betlemme sono tutti presentati come luoghi santi musulmani, minacciati dagli ebrei. Lo studio mostra come le città create dagli ebrei in tempi moderni, tra cui Tel Aviv, a volte non vengano nemmeno indicate sulle mappe.

“Israele non è uno stato legittimo, secondo i testi dell’Autorità Palestinese su cui si studia nelle scuole dell’Unrwa – afferma il rapporto – Il nome stesso di Israele non appare sulle mappe”. In molti casi appare invece il nome “Palestina” a coprire tutto il paese, anche i territori che sono israeliani dal 1948. La cancellazione quasi completa del nome “Israele” dai libri di scuola costituisce “uno sviluppo inquietante – scrivono i ricercatori – che va di pari passo con le numerose descrizioni demonizzanti dello stato ebraico e la sua sostituzione con l’espressione Occupazione Sionista. Persino la precedente espressione ‘conflitto arabo-israeliano’ è ora sostituita da ‘conflitto arabo-sionista’: un mutamento che segnala l’intensificarsi del non-riconoscimento dello stato d’Israele da parte degli educatori palestinesi”.

Mappa intitolata “La patria araba – carta politica” nel libro “Studi sociali” per il nono anno di scuola, edito nel 2017 (parte 1, pag. 5). Il paese indicato col termine “Palestina” copre tutto Israele, che risulta cancellato dalla carta geografica

Sebbene la demonizzazione degli ebrei sia meno evidente nei libri di scuola dell’Autorità Palestinese rispetto a quelli in uso in alcuni paesi arabi, tuttavia anche qui gli ebrei vengono demonizzati come nemici dei profeti venerati dall’islam, vale a dire Mosè, Gesù e Maometto.

“Il primo gruppo di coloni ebrei è arrivato in Palestina dalla Russia nel 1882 e il secondo gruppo nel 1905 – dice uno dei libri, senza fare alcun riferimento alla presenza ebraica nei secoli precedenti – L’arrivo di masse di ebrei è continuato fino al 1948 con l’obiettivo di impossessarsi delle terre palestinesi e sostituire gli abitanti originali dopo averli espulsi o sterminati”.

Israele viene anche rappresentato come un nemico che prende di mira intenzionalmente i bambini palestinesi. “Il piccolo palestinese si parava di fronte ai proiettili del nemico come un coraggioso soldato”, recita un testo.

Quando si tratta del conflitto arabo-israeliano e delle possibili soluzioni, i libri di testi palestinesi utilizzati nelle scuole dell’Unrwa non sostengono la causa della pace. Promuovono piuttosto la lotta violenta contro “l’occupazione”. Un libro edito nel 2016 mette in evidenza una poesia il cui motivo centrale è la lotta per la liberazione della moschea di al-Aksa e di tutto il paese ben al di là dei territori che Israele ha conquistato nel ‘67, citando esplicitamente Haifa e Giaffa.

Lo studio rileva che la lotta violenta è ulteriormente rinforzata nei libri pubblicati nel 2016 dal momento che includono, per la prima volta nella storia dei programmi scolastici dell’Autorità Palestinese, un esplicito riferimento al destino riservato ai sei milioni di ebrei che oggi vivono nel paese, dopo che esso sarà stato “liberato”. Stando a questi testi, gli ebrei subiranno l’espulsione dal paese e si assisterà allo “sterminio degli scampati, sconfitti e dispersi”. Un testo del 2017 rivela un atteggiamento impressionante verso gli israeliani quando descrive un attacco con bombe molotov contro un autobus civile israeliano come un “party con barbecue”, mentre un altro testo esalta una terrorista palestinese responsabile dell’assassinio di più di 30 civili in un attacco contro un altro autobus israeliano.

“Questa lista di concetti insegnati nelle scuole dell’Unrwa è un capo d’accusa da incriminazione – concludono gli autori del rapporto – L’Unrwa, in effetti, non solo divulga una linea non pacifica in contrasto con le risoluzioni Onu sul Medio Oriente, e non solo permette la rappresentazione come illegittimi di Israele e dei suoi cittadini ebrei, con pesanti livelli di demonizzazione. Essa tradisce anche il suo dovere morale nei confronti dei diritti e del benessere di bambini e ragazzi palestinesi consentendo che l’Autorità Palestinese li addestri a una guerra futura contro Israele”. Utilizzando questi libri di testo, aggiungono i ricercatori, l’agenzia delle Nazioni Unite contribuisce alla perpetuazione del conflitto. “È tempo che l’Unrwa cambi la sua politica di non intervento nei contenuti dei locali programmi scolastici  insegnati nelle sue scuole – afferma il rapporto – Un’organizzazione internazionale di questa levatura, impegnata verso l’ideale della pace e finanziata dai paesi democratici, dovrebbe avere qualcosa da dire a questo proposito, soprattutto in considerazione della quota relativamente elevata che essa ricopre nell’attività educativa palestinese”.

Circa metà del bilancio totale dell’Unrwa è dedicata all’istruzione. L’agenzia fornisce istruzione di base gratuita ai discendenti di profughi palestinesi nelle aree sotto controllo dell’Autorità Palestinese in Cisgiordania, striscia di Gaza e Gerusalemme est, oltre che in Giordania, Siria e Libano.

Gli autori dello studio concludono affermando d’essere fermamente convinti che una pace autentica non possa che iniziare dall’istruzione e che “vi sono cose che l’Unrwa non dovrebbe mai insegnare”.

(Da: Jerusalem Post, 28.9.27)