L’arrivo dei primi vaccini anti-coronavirus potrebbe essere la luce in fondo al tunnel

Non è la fine, ma si può sperare che sia almeno l'inizio della fine di questo periodo straziante

Editoriale del Jerusalem Post

9 dicembre 2020: il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della sanità Yuli Edelstein assistono all’arrivo del cargo DHL con i primi vaccini, all’aeroporto Ben Gurion

Con il primo carico di vaccini anti-coronavirus Pfizer arrivato mercoledì all’aeroporto Ben-Gurion a bordo di un volo cargo DHL partito da Bruxelles, Israele ha fatto un passo avanti verso l’uscita dalla pandemia. “La cosa importante è che gli israeliani vengano vaccinati – ha dichiarato il primo ministro Benjamin Netanyahu all’aeroporto – Confido nei vaccini e intendo essere il primo in Israele a farsi vaccinare”. Il ministro della salute Yuli Edelstein ha colto l’occasione per ringraziare le équipe mediche israeliane che hanno lavorato per combattere la diffusione del virus, aggiungendo che presto riceveranno i vaccini e che il suo Ministero ne supervisionerà la distribuzione. “Con l’aiuto di Dio, vedremo la fine della crisi da coronavirus: vediamo la luce in fondo al tunnel” ha detto il ministro della salute, pur esortando la popolazione a continuare a seguire le normative anche quando il vaccino sarà disponibile.

Potrebbe trattarsi davvero della “luce in fondo del tunnel”, come ha detto Edelstein, anche se – come hanno sottolineato i funzionari del Ministero della salute – potrebbero volerci mesi prima che il numero di israeliani vaccinati inizi a raggiungere una massa considerevole.

L’arrivo dei primi vaccini capita proprio mentre in Israele si registra un picco di contagi. Anche il bilancio delle vittime continua a salire e sta rapidamente avvicinandosi a quota 3.000 (su una popolazione di 9 milioni ndr). Nel complesso, tuttavia, c’è spazio per un po’ di ottimismo. La maggior parte degli israeliani si attiene ai regolamenti stabiliti dal governo e dà ascolto a ciò che le autorità indicano come consentito o vietato.

La gente ha bisogno di un governo fermo e stabile che sappia spiegare alle persone cosa fare per contrastare efficacemente la diffusione del virus

Ma il governo potrebbe lavorare meglio, trasmettendo alla gente linee-guida e istruzioni più chiare. Un ottimo esempio è il tira-e-molla di questa settimana sull’ipotesi di coprifuoco notturno nel periodo delle festività di dicembre. Lunedì sera il gabinetto anti-coronavirus, guidato da Netanyahu, ha deciso di imporre il coprifuoco in tutto il paese. Martedì l’iniziativa avrebbe dovuto essere portata al voto di tutti i ministri del governo, ma alcuni di loro hanno iniziato a esprimere contrarietà. Intanto il Procuratore Generale avvertiva di possibili ostacoli legali. Di conseguenza, nella tarda serata di martedì l’Ufficio del primo ministro annunciava il rinvio della riunione di gabinetto e mercoledì sera l’ipotesi del coprifuoco sembrava essere scomparsa dall’agenda del paese. Tutto questo è problematico perché, come si è detto, la gente ha bisogno di un governo fermo e stabile che sappia spiegare cosa sta facendo con chiarezza e buon senso. Purtroppo non è stato così negli ultimi nove mesi. Manovre politiche, spinte populiste e gli interessi privati di svariati politici o gruppi sociali hanno impedito al governo di delineare un piano chiaro e netto su come la gente possa contrastare efficacemente la diffusione del virus. È così che abbiamo visto le scuole degli ebrei ultra-ortodossi riaprire quando le altre non lo facevano, o gli arabi israeliani continuare a organizzare matrimoni di massa quando le altre comunità evitavano di farlo.

Bisogna far tesoro e trarre insegnamento da questi precedenti prima di procedere alla vaccinazione degli israeliani. Netanyahu ha fatto un gesto positivo, mercoledì, quando ha annunciato che sarà il primo cittadino a farsi vaccinare per dimostrare agli israeliani che la pratica è sicura e ci si può fidare. Adesso, per garantire che il maggior numero di israeliani segua l’esempio, oltre a perfezionare il processo di stoccaggio e distribuzione il governo dovrebbe mettere in atto una campagna di informazione che spieghi cosa sta accadendo, perché il vaccino è necessario e cosa rappresenterà il vaccino per ogni individuo e per l’intero paese.

Se i vaccini funzioneranno come ci si attende, Israele e il resto del mondo potrebbero essere sulla buona strada per sconfiggere questo virus che ha preso il sopravvento su ogni aspetto della nostra vita: istruzione, viaggi, lavoro, tempo libero. Tutti ne sono stati colpiti e danneggiati, ma per il momento è necessario continuare a mantenere la linea: indossare mascherine, rispettare le distanze e continuare ad adottare tutte le precauzioni. L’arrivo del primo lotto di vaccini è un passo positivo. Non è la fine, ma si può sperare che sia almeno l’inizio della fine di questo periodo straziante.

(Da: Jerusalem Post, 10.12.20)