Monumento palestinese celebra la memoria del dittatore Saddam Hussein

Il “macellaio di Bagdad” è ancora molto popolare fra i palestinesi per i missili Scud che lanciò contro le città israeliane

Saddam Hussein nel 1990

Attivisti palestinesi del Fronte di Liberazione Arabo hanno eretto nella città di Qalqiliya, in Cisgiordania, un monumento dedicato alla memoria del dittatore iracheno Saddam Hussein.

Il monumento mostra un ritratto di Saddam ispirato a una celebre fotografia che lo ritraeva con cappello e fucile puntato verso il cielo, accompagnato dalle scritte in arabo “Saddam Hussein, signore dei martiri della nostra era”, “Dio è grande” e “Palestina araba dal fiume al mare”, uno slogan classico usato da Saddam. La stele è completata dalla rappresentazione stilizzata della Palestina coperta dai colori della bandiera palestinese e della bandiera irachena dei tempi di Saddam (Israele risulta cancellato dalla carta geografica).

Il monumento è stato eretto dalla fazione palestinese denominata Fronte di Liberazione Arabo, tradizionalmente affiliata all’ala irachena del partito nazional-socialista arabo Ba‛ath, ma il Governatore distrettuale di Qalqilya dell’Autorità Palestinese, Rafea Rawajbeh, membro del movimento Fatah (che fa capo ad Abu Mazen) figura tra le personalità che hanno presenziato alla cerimonia di inaugurazione, la settimana scorsa.

Saddam Hussein è stato a lungo un sostenitore della lotta armata palestinese ed elargì milioni di dollari alle famiglie dei terroristi suicidi durante l’intifada delle stragi, scoppiata nel settembre 2000 dopo che l’allora capo dell’Olp Yasser Arafat aveva respinto le proposte di soluzione “a due stati” avanzate dal primo ministro israeliano Ehud Barak e dal presidente americano Bill Clinton.

Il monumento a Saddam Hussein eretto la settimana scorsa a Qalqiliya

Ancora oggi Saddam Hussein gode di vasta popolarità fra i palestinesi per la quarantina di missili Scud che lanciò contro Israele durante la guerra del Golfo del gennaio-febbraio 1991 (nella quale peraltro Israele non era implicato). A quell’epoca le strade di Gaza si riempirono di poster inneggianti alla sua persona mentre per le strade di Cisgiordania folle di palestinesi festeggiavano ogni Scud che si abbatteva sulle città israeliane.

Saddam venne rovesciato nel 2003 dalle forze della coalizione guidata dagli Stati Uniti, e venne fatto impiccare tre anni dopo dalle nuove autorità irachene.

Il Fronte di Liberazione Arabo ha già eretto monumenti analoghi a quello di Qalqilya in diverse altre città palestinesi. Come si può immaginare, tali monumenti evitano accuratamente di ricordare la strage di 5.000 curdi iracheni perpetrata da Saddam Hussein con l’uso di gas bellici, nel marzo 1988, nella città di Halabja. Puntualmente omesso anche il fatto che la decisione di Arafat nel 1990 di sostenere l’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein portò successivamente, per rappresaglia, all’espulsione di circa 400mila palestinesi che si erano da tempo stabiliti nel paese del Golfo. Solo nel 2004 Abu Mazen ha potuto riavviare le relazioni bilaterali con il Kuwait chiedendo formalmente scusa per la posizione assunta allora da Arafat, senza tuttavia che venisse invocato nessun diritto al ritorno, nessuna restituzione delle proprietà perdute dai palestinesi, né che venisse istituita un’apposita agenzia internazionale per i profughi palestinesi cacciati dal Kuwait.

(Da: YnetNews, Jerusalem Post, memri.org, israele.net, 20-24.10.17)