Togliere il “feroce” assedio su Gaza? La condizione è semplice: che non cerchino di ucciderci

Come si pensa di poter sospendere i controlli ai confini di Gaza senza che ciò costi un incalcolabile numero di vite umane?

Di Caitlyn Martin

Caitlyn Martin, autrice di questo articolo

Come chiunque, anch’io adoro le storie toccanti. E adoro l’idealismo di alcuni miei amici pacifisti anche se, a volte, ho l’impressione che cozzi con la realtà. Ad ogni modo, stavo leggendo e godendomi un articolo commovente di una di queste amiche sui sudanesi richiedenti asilo in Israele quando, verso la fine, sono incappata in questa frase:

“Leggo molti bei blog e post di amici a me politicamente vicini che si domandano come possono festeggiare il 70esimo Giorno dell’Indipendenza mentre Israele tiene milioni di persone sotto un feroce assedio a Gaza”

Un feroce assedio? Sul serio? Come quelli delle guerre civile arabe che tagliano acqua e medicinali, mentre da Israele a Gaza passano centinaia di camion di rifornimenti ogni giorno? E l’Egitto, che confina con Gaza, non ha niente a che fare con tutto questo? E Hamas? Di chi era la colpa quando, nell’agosto dello scorso anno, l’Autorità Palestinese ha dichiarato che Hamas bloccava la costruzione di un impianto di desalinizzazione a Gaza? E non è forse Israele che si era offerto, anni fa, di costruire l’impianto, per vederselo rifiutare da Hamas? Chi è che ha distrutto tutte le serre nella striscia di Gaza, quando le Forze di Difesa israeliane si sono ritirate portandosi via tutti i civili ebrei che vi abitavano? Quelle serre avevano fruttato milioni a Israele, in esportazioni agricole. Quanti abitanti di Gaza avrebbero potuto nutrire?

Video messaggio di un attentatore suicida di Hamas: “Sappiamo che non esiste sangue migliore del sangue degli ebrei”

Cosa ne è stato delle centinaia di milioni di dollari in aiuti internazionali che confluiscono ogni anno a Gaza? Sarebbero stati sufficienti per costruire ospedali ben attrezzati, abitazioni moderne, infrastrutture di buon livello e altre forme di sostegno di cui la popolazione di Gaza ha realmente bisogno. Ma, evidentemente, dev’essere colpa di Israele se Hamas dirotta i fondi verso armi, terrorismo e tunnel per infiltrazioni. O per arricchire i capi di Hamas. A marzo 2014 si contavano circa 1.700 funzionari di Hamas milionari. Nel luglio dello stesso anno Globes parlava di funzionari di Hamas miliardari. Come si fa ad attribuire tutta e solo a Israele la responsabilità per la povertà e le sofferenze di Gaza?

Ho chiesto più volte ai miei agli amici idealisti e pacifisti: come pensate che si possa porre termine all’”assedio” di Gaza senza che ciò costi un incalcolabile numero di vite umane? Hamas non ha forse detto innumerevoli volte cosa succederebbe se i palestinesi di Gaza potessero attraversare liberamente il confine? Non ha forse messo perfettamente chiaro – a parole e coi fatti – che i suoi attivisti non esiterebbero a uccidere ogni possibile ebreo israeliano, comprese me e la mia famiglia, i pacifisti e le loro famiglie?

Israele deve essere pronto, come sempre, a fare la pace e a offrire tutto l’aiuto che occorre. L’unica condizione è molto semplice: che non cerchino di ucciderci. È chiedere troppo?

Quindi, sì, posso celebrare serenamente Yom Ha’Azmaut. E posso essere fiera del paese che mio padre ha contribuito a costruire e difendere, insieme a centinaia di migliaia di altri, 70 anni fa. Posso fare tutto questo senza incolpare il nostro popolo e la nostra nazione per ciò che sta accadendo a Gaza. I palestinesi stessi avrebbero la possibilità di rendere migliore la loro vita, e non ho dubbi che Israele li aiuterebbe, se solo le condizioni lo permettessero.

(Da: Times of Israel, 19.4.18)