Tramite l’Autorità Palestinese, i contribuenti Usa e Ue pagano vitalizi ai terroristi: anche quelli del 7 ottobre

Grazie agli aiuti dall'estero, il governo di Abu Mazen continua a pagare lauti stipendi a chi ammazza israeliani, e si lamenta se Israele cerca di bloccare il finanziamento

Editoriale di Wall Street Journal

Editoriale di Wall Street Journal

In base alla legge dell’Autorità Palestinese, i terroristi che hanno scatenato una guerra il 7 ottobre verranno ricompensati finanziariamente per il massacro ben compiuto. La stessa Autorità Palestinese che il presidente Usa Biden (come quasi tutti gli altri governi) vuole che gestisca Gaza nel dopoguerra ricompenserà le famiglie degli assassini con sovvenzioni cui faranno seguito stipendi mensili a vita. Ciò significa che i contribuenti degli Stati Uniti e dell’Europa concorreranno a saldare il conto.

Alla fine dell’anno, il servizio postale palestinese ha affermato che “martiri, feriti e prigionieri” – in altre parole, i terroristi palestinesi o le loro famiglie – riceveranno i loro stipendi di novembre a partire dall’ultimo sabato di dicembre tramite la Palestine Post Bank. L’Autorità Palestinese versa in una crisi fiscale, quindi questa volta i pagamenti verranno ridotti al 65%, più il 14% del denaro dovuto a martiri & co. da detrazioni passate.

Il denaro viene pagato sia nella Cisgiordania gestita dall’Autorità Palestinese, sia nella striscia di Gaza gestita da Hamas, spesso con un certo ritardo. Affinché i terroristi del 7 ottobre possano essere ricompensati, le loro famiglie devono presentare documenti che attestino il martirio e la procura per aprire un conto bancario. Comunque, a meno che qualcosa non cambi, uno stipendio verrà versato per ricompensare anche la famiglia del terrorista che è stato registrato mentre telefonava a casa il 7 ottobre per annunciare a sua madre: “Ho ucciso dieci ebrei con le mie stesse mani!”.

14.12.23 – Jibril Rajoub, Segretario del Comitato centrale di Fatah: “L’islam politico (Hamas) ha fatto parte del nostro tessuto politico e sociale e del tessuto della nostra lotta, lo è ancora e lo rimarrà. Punto. Non andremo a governare la striscia di Gaza senza un accordo nazionale che includa l’islam politico, sia che si tratti dei nostri fratelli di Hamas o dei nostri fratelli della Jihad Islamica. Questo è impossibile” (clicca per il video PMW su YouTube con sottotitoli in inglese)

Dunque, questo è ciò che dobbiamo attenderci. Al momento, l’Autorità Palestinese continua a pagare terroristi accertati, indifferente al mix di pressione e sostegno da parte degli Stati Uniti di Biden. Secondo Itamar Marcus di Palestine Media Watch, le “famiglie martiri” ricevono in genere 1.400 shekel (quasi 400 dollari) al mese per tutta la vita. Gli stipendi dei terroristi detenuti aumentano nel tempo da 1.400 shekel a 12.000 shekel (3.300 dollari) al mese.

Questo programma “pay-for-slay” (pagati per ammazzare) costa più di 300 milioni di dollari all’anno, circa l’8% del bilancio dell’Autorità Palestinese. Marcus mostra anche che il 65% è lo stesso tasso di riduzione col quale l’Autorità Palestinese paga i suoi dipendenti pubblici. Evidentemente ricompensare i terroristi è una priorità non meno importante che pagare il personale governativo. Può essere che l’Autorità Palestinese giudichi essenziali entrambi, terroristi e personale governativo, per tenere a bada le piazze mentre il presidente Abu Mazen inizia il ventesimo anno del suo mandato di quattro anni.

Considerata dall’Occidente come i palestinesi “moderati”, l’Autorità Palestinese è inondata di aiuti, tra cui gran parte degli oltre 700 milioni di dollari all’anno che l’Unione Europea invia ai palestinesi. Nel 2018, il presidente Trump aveva sottratto più di 200 milioni di dollari di aiuti, ma nel 2021 Biden li ha ripristinati e da allora ne ha mandati di più. I dollari degli aiuti liberano il denaro della stessa Autorità Palestinese con cui pagare i terroristi.

L’Occidente dimentica che la “moderazione” è relativa. I leader di Fatah, la fazione dominante nell’Autorità Palestinese, hanno celebrato il massacro del 7 ottobre, mentre la sua ala militare dichiara di avervi preso parte.

Israele, che (in base agli Accordi di Oslo) riscuote entrate fiscali per conto dell’Autorità Palestinese, attualmente trattiene la quota del 30% che l’Autorità Palestinese invia alla striscia di Gaza gestita da Hamas. Abu Mazen si rifiuta di accettare il resto e Biden è scontento dell’impasse. Axios ha riferito a fine dicembre che il disaccordo ha portato a “una delle conversazioni più difficili e ‘frustranti’ che Biden abbia avuto con Netanyahu”.

Biden insiste affinché Israele dopo la guerra consegni Gaza all’Autorità Palestinese, che promette sarà “rivitalizzata”. Ma il denaro che gli Stati Uniti (e l’Europa) incanalano, finisce ancora per sovvenzionare il terrorismo. Forse il presidente americano dovrebbe reindirizzare la sua frustrazione verso l’Autorità Palestinese.

(Da: Wall Street Journal, palwatch.org, 4.1.24)