14 maggio 2022

L’Autorità Palestinese ha ribadito sabato il suo rifiuto di condurre un’indagine congiunta con Israele sulla morte della giornalista di Al-Jazeera Shireen Abu Akleh e il rifiuto di mettere a disposizione degli inquirenti israeliani il proiettile estratto dal corpo. Le Forze di Difesa israeliane, che stanno conducendo la propria indagine, hanno affermato che non è ancora possibile determinare chi abbia sparato il colpo fatale. L’indagine israeliana si sta concentrando su uno specifico scontro a fuoco, dei vari avvenuti quel giorno a Jenin, e sta conducendo indagini balistiche su tutte le armi in dotazione dei militari coinvolti in quello scontro. Le due principali ipotesi sono che la giornalista sia stata colpita per errore dai miliziani palestinesi che hanno esploso centinaia di colpi da più punti in modo incontrollato anche nella direzione verso cui si stava dirigendo la giornalista, oppure che sia stata colpita per errore da militari israeliani che rispondevano al fuoco da una jeep in movimento mirando a terroristi che si trovavano a circa 200 metri nelle vicinanze della reporter. Secondo le Forze di Difesa israeliane, un esame balistico professionale sul proiettile potrebbe avvalorare una delle ipotesi. Dal canto suo, la Procura palestinese a Ramallah ha dichiarato che prosegue “le indagini sull’efferato crimine deliberatamente commesso dalle forze di occupazione”.