8 maggio 2023

Amnesty International ha pubblicato la scorsa settimana un nuovo rapporto che accusa Israele di utilizzare la tecnologia di riconoscimento facciale per imporre una politica di apartheid. Il rapporto intitolato “Apartheid automatizzato” accusa lo stato ebraico di “violare i diritti umani fondamentali dei palestinesi utilizzando la tecnologia di riconoscimento facciale nei Territori Palestinesi Occupati” (intendo anche la Città Vecchia di Gerusalemme). “Come per i precedenti attacchi di Amnesty – ha commentato l’organizzazione NGO Monitor – anche questo documento ignora totalmente il terrorismo e le minacce alla sicurezza che guidano la politica israeliana, nonché i modi in cui le nuove tecnologie consentono misure di sicurezza meno invasive. Amnesty ignora anche la natura onnipresente del software di riconoscimento facciale in innumerevoli contesti in tutto il mondo, parlandone come se fosse una misura israeliana unica e particolarmente grave”. “L’uso del software di riconoscimento facciale – ha sottolineato Arsen Ostrovksy, avvocato per i diritti umani e CEO di International Legal Forum – è uno strumento antiterrorismo completamente legale e comunemente usato dalle democrazie liberali. Ma come su tanti altri aspetti, Amnesty applica uno standard a tutti e uno standard diverso a Israele, nel quadro della sua incessante campagna per la delegittimazione dello stato ebraico”. Il riconoscimento facciale viene utilizzato da molti paesi per identificare potenziali minacce, inclusi aeroporti in Francia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Spagna, Italia.