Come arrivare alla pace?

Forse, continuare a dire che è tutto molto complicato serve solo per nascondere una semplice verità

Di Joshua Buchalter

Joshua Buchalter, autore di questo articolo

Israele ha raggiunto la pace con 6 stati precedentemente nemici: l’Egitto (nel 1979), la Giordania (1994) e quattro paesi arabi attraverso gli Accordi di Abramo (2020).

Allora, qual è la differenza tra questi accordi di pace di successo e quella che appare l’impossibilità di arrivare allo stesso risultato tra Israele e palestinesi?

La differenza è chiara. Ciascuno dei riusciti accordi di pace ha comportato tre fattori fondamentali: il riconoscimento del diritto di Israele ad esistere; il riconoscimento che il popolo ebraico ha le proprie radici in questa terra; l’impegno a non minacciare mai più la sicurezza di Israele. Facendo queste tre semplici cose, è stato possibile avviare autentici negoziati e firmare accordi di pace.

I leader palestinesi (non solo quelli di Hamas ndr) si rifiutano di accettare il diritto di Israele di esistere come stato ebraico; insistono sul fatto che il popolo ebraico è un colonizzatore alieno; continuano a minacciare Israele attraverso la violenza e ignobili atti di terrorismo. Dunque, allo stato attuale non è nemmeno possibile avviare autentici negoziati per un accordo di pace a lungo termine.

Quanto dovranno peggiorare le cose, quanta altra sofferenza ci dovrà essere perché ci si arrivi? La pace non salterà fuori dal nulla, la pace richiede alcuni fattori. Quando emergeranno dei leader palestinesi che capiranno e insegneranno questi fattori?

(Da: Times of Israel, 4.11.23)

26 ottobre 1994: da sinistra, il re Hussein di Giordania, il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton e il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin alla firma del Trattato di pace fra Israele e Giordania