Imminente audizione al Congresso sul raid all’impianto atomico siro-coreano

Gerusalemme teme che Assad sia messo alle corde dalle rivelazioni

image_2079Nonostante i dubbi di Israele e le perduranti tensioni con la Siria, funzionari governativi a Gerusalemme affermano che non è ancora chiaro se si terrà in pubblico o a porte chiuse una deposizione in programma al Congresso degli Stati Uniti sul raid aereo israeliano in Siria dello scorso settembre. L’audizione è in programma per la settimana prossima davanti alla Commissione House Intelligence.
L’attacco ebbe luogo il 6 settembre 2007 quando, secondo fonti di stampa internazionale, alcuni jet delle forze aeree israeliane sarebbero penetrati nel nord-est della Siria e avrebbero bombardato un impianto nucleare costruito con l’aiuto dei nord-coreani.
Il fatto di sollevare la questione in Commissione viene letto in Israele nel quadro di un tentativo da parte del Congresso di mettere in difficoltà l’amministrazione Bush, dimostrando che la Corea del Nord avrebbe mentito agli Stati Uniti quando ha sostenuto d’aver abbandonato ogni attività in campo nucleare.
In Israele, tuttavia, prevale la opinione secondo cui la divulgazione completa dell’attacco in un’audizione pubblica metterebbe “in grave imbarazzo” il presidente siriano Bashar Assad, obbligandolo a rispondere in qualche modo, forse anche con un’iniziativa militare. Assad ha sempre negato che la Siria stesse costruendo impianti nucleari. Se venissero resi di pubblico dominio i dettagli del raid israeliano, si teme a Gerusalemme, Assad subirebbe enormi pressioni, interne ed esterne, perché assuma iniziative di forza. Se invece l’audizione avverrà a porte chiuse, ritiene l’establishment della difesa israeliana, Assad potrà sempre plausibilmente respingere o ignorare eventuali fughe di notizie che uscissero dalla riunione.
In ogni caso, Israele non intende modificare la propria politica del silenzio ufficiale su tutta la vicenda.
Funzionari governativi a Gerusalemme riconoscono che esiste un disaccordo fra coloro, soprattutto nell’establishment della difesa, che sono preoccupati che una testimonianza pubblica possa mettere alle corde Damasco ed eventualmente far sentire Assad in obbligo di intraprendere qualche ritorsione per l’attacco delle forze aeree israeliane, e coloro che invece ritengono che tutto sommato sia interesse di Israele gettare luce sul coinvolgimento nord-coreano in Siria.

(Da: Jerusalem Post, 15.04.08)

In alto: foto d’archivio